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Ti senti inadatto nel nuovo lavoro? 12 spunti per riprendere fiducia

inadatto nel nuovo lavoro

Cominciare un nuovo lavoro è come il primo giorno di scuola.

Di tempo ne è passato ma, anche se ora sei adulto e le apprensioni sembrano diverse,
se ci pensi bene … in fondo in fondo le domande che ti poni sono le stesse.

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  • “Piacerò?”
  • “I miei colleghi saranno disponibili o arroganti?”
  • “Mi accetteranno o mangerò da solo come un reietto?”
  • “Mi troverò bene?”
  • “Sarò capace? Competente?”
  • “E se non riesco?”

La notte riaffiorano timori e preoccupazioni di qualcosa d’indefinito e pauroso … di essere inadatto nel nuovo lavoro. Bloccato dalla paura e di non essere all’altezza.

Ecco 12 spunti per ritrovare la fiducia in te stesso … e non sentirti più inadatto nel nuovo lavoro:
 

1

I processi di assunzione sono lunghi. Ti hanno “passato” ai raggi X.
Se ti hanno assunto … vuol dire che credono in te!

2

Non devi puntare alla perfezione ma mirare al miglior risultato possibile. La perfezione (sproporzionata) è un ostacolo, non qualcosa di cui essere orgogliosi.

3

Sei il tuo peggiore critico.
Le tue valutazioni sono molto lontane dalla realtà.

4

La sensazione di essere inadeguato sul lavoro può davvero spingerti a fare molto di più. Dà propulsione, la forza necessaria per lavorare con più impegno, più attenzione.

 


 

5

Se sei convinto di sbagliare, se sei ossessionato di non essere all’altezza, sei destinato a fallire. Per il solo fatto di crederlo!

6

La domanda “Merito davvero questo lavoro?” può influenzare tutti i tuoi pensieri.
Ti hanno “passato ai raggi X”. Ti hanno assunto. Credono in te.
Non farli cambiare opinione!

 
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7

Devi lavorare su te stesso, sviluppare i tuoi punti di forza, accettare e superare le tue debolezze. Iniziare a convogliare le tue energie.

8

Domande tipo “Sono capace? Competente?” possono monopolizzare tutto il tuo essere. Metti a tacere la tua voce interiore negativa.
Adesso!

 


 

9

Liberati del peso … di dover capire SEMPRE e TUTTO.

10

Devi smetterla di angosciarti che – prima o poi – sarai “scoperto”. Preoccuparti ti farà girare in tondo, sprecare tanta energia nel tentativo di soddisfare gli altri.

 
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11

La paura di essere inadatto nel nuovo lavoro può diventare stimolo, spinta, azione…
la tua più grande alleata!

12

Non devi temere, ce la farai.
Anche questa volta!


 
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Conquistare la stima del tuo team: evita simpatie e favoritismi – 5

la fiducia del team

 
STAI LEGGENDO LA PARTE 5.
 

È naturale sentire maggiore feeling con alcune persone rispetto ad altre.
Tendiamo a voler essere circondati da persone che la pensano come noi.

Tuttavia, rapportarci con prospettive diverse stimola la creatività.
È difficile “crescere” se lavori solo con persone che la pensano come te.

Se ti accorgi di avere tendenza a fare favoritismi, oppure eviti una persona perché non ti piace, dovresti lavorare sulla creazione di legami professionali.

Fai uno sforzo.

Cerca aree di interesse comune

Forse siete entrambi tifosi della stessa squadra di calcio o siete appassionati dei film di Quentin Tarantino.

Coltivando conversazioni su aree comuni, potresti passare dall’ostile, non dico al positivo,
ma almeno al “neutrale”.

Dovresti saper trattare allo stesso modo ogni membro del team.

Ricorda che i tuoi collaboratori sono attentissimi al tuo comportamento; favoritismi e preferenze all’interno del team creeranno sfiducia e perdita di stima.

Detto questo, non potrai essere sempre “giusto”.
Equilibrato e imparziale.

Nei momenti importanti o di crisi,
è logico e ragionevole dirigere la tua attenzione ed energia verso i collaboratori (favoriti o no) che hanno competenze e meritano considerazione in queste determinate situazioni.

 


 

La fiducia del team: cerca di essere il più possibile imparziale!

Avrai certamente notato come i tuoi collaboratori ti osservano costantemente,
sono attenti(ssimi) al tuo comportamento e sensibili(ssimi) a come interagisci con ognuno di loro.

Favoritismi, preferenze e simpatie, emergono tuo malgrado,
e all’interno del team creano sfiducia e demotivazione.

Puoi essere un capo esigente e criticone … l’importante che quest’approccio sia comune a tutti i tuoi collaboratori, e ogni membro del team sia trattato in modo equo e coerente.

Prova a trasformare te stesso e il tuo team

Prendi a cuore gli interessi di tutto il tuo staff, i loro problemi personali, aiutali a bilanciare lavoro e vita privata. Evita disparità e differenze tra i tuoi collaboratori.

Vediamo assieme i comportamenti da evitare per scongiurare il pericolo di preferenze e favoritismi nel tuo team:

 
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Fai rispettare le regole. A tutti.

Se vuoi conquistare la fiducia del team evita di sorvolare o non dire niente per amicizia o simpatia.

Capisco che richiamare o rimproverare una persona con la quale hai un certo feeling,
non è mai piacevole e può compromettere il rapporto ma così facendo rischi di perdere la faccia e la stima del resto del personale, dando un’immagine di leader debole.

In questo modo penalizzi tutti i collaboratori che lavorano con dedizione e rispetto delle regole.

I membri del tuo team non vogliono sentire scuse o giustificazioni.

Desiderano solo che sia rimarcato un concetto molto semplice e basilare:
se le regole esistono, tutti devono rispettarle.

Tieni traccia delle tue scelte

Uno dei modi migliori per assicurarti di non favorire determinati dipendenti (a scapito di altri) è suddividere gli incarichi in modo giusto ed equo.

Le persone che non vengono nominate per gli incarichi migliori sono molto consapevoli (e può darsi anche deluse e amareggiate) di non essere state scelte.

Quindi, tieni traccia di chi ha partecipato all’ultima presentazione o progetto importante.

Chiediti: “A chi tocca adesso?”.
Semplici iniziative (come dare il leading a rotazione del briefing mattutino) possono aiutare a mantenere l’equità nel team.

Coinvolgi tutto il team

Se vuoi la fiducia del team evita di discutere, confrontarti o coinvolgere sempre e solo la stessa persona o il solito gruppetto, a te gradito!

Ovviamente ci sono collaboratori che sono e devono essere più coinvolti rispetto ad altri,
ma devi cercare di coinvolgere (con le dovute differenze) ogni membro del tuo team.

Anche le persone con compiti “secondari” desiderano fare un buon lavoro,
avere degli obiettivi da raggiungere e partecipare al successo dell’azienda.

 


 

Rendi partecipi tutti i tuoi collaboratori di ogni iniziativa e attività

Grazie ad una comunicazione semplice e trasparente.
Si sentiranno importanti.

Migliorerà la loro autostima e aumenteranno impegno e produttività.

Vuoi la fiducia del team? Sii inclusivo

È importante (mentre assegni progetti, incarichi e mansioni) pensare in modo inclusivo,
piuttosto che esclusivo.

Chiediti:

  • Posso aggiungere un’altra posizione, anche in un ruolo minore?
  • Come posso incoraggiare tutti i miei report a parlare e dire la loro?
  • Posso creare piccoli sottogruppi in modo che tutti abbiano l’opportunità di dare input?

Evita di dividere il team in categorie

La divisione del team in categorie, anche solo mentale o per tua comodità,
ti porta inevitabilmente (anche senza volerlo) a creare differenze:

  • nuove assunte vs vecchia guardia
  • tempo pieno vs part time
  • junior vs senior

Nel tuo team non ci devono essere “seconde linee”.

Usa sempre il “NOI”;
racchiudi idealmente tutti i membri del tuo staff (dalla tua assistente, che è sempre al tuo fianco, alla part time che incroci si-e-no una volta la settimana).

 
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Non manifestare simpatie e preferenze personali

È naturale e normale,
sentire maggiore feeling e simpatia per alcune persone rispetto ad altre, soprattutto in momenti di pausa ma prova a pranzare o fare pausa caffè, a rotazione, con ogni singolo componente del tuo staff.

È un ottimo modo per coinvolgere tutti e migliorare le relazioni nel tuo team.

Offri a tutti le stesse opportunità di crescita

Essere sempre esclusi da corsi, training, meeting o sentirseli raccontare dai colleghi (magari con toni entusiastici), non aiuta la motivazione e la produttività delle persone.

Nel limite del possibile, delle tue possibilità decisionali,
offri a ogni membro del tuo staff le stesse opportunità di formazione e di crescita professionale.

Segui una linea comune per permessi o vacanze

Quando non c’è una linea guida che regola i permessi e le vacanze,
è facile che si creino confusione o malintesi che favoriscono l’idea che queste concessioni vengono gestiti sulla base di favori e preferenze.

Molto meglio stabilire subito una linea guida chiara,
cristallina e flessibile nella gestione dei collaboratori.

In caso eccezionale comunica in modo chiaro a tutti le motivazioni,
specificando che si tratta di un caso particolare, urgente o importante.

Più comunichi perché/per come di una certa decisione,
più i tuoi collaboratori non coglieranno incoerenza o malafede nelle tue scelte.

E tu che pensi?
Ti sei mai chiesto quanto spesso coinvolgi i tuoi collaboratori in pause caffè o pause pranzo?

CONTINUA A LEGGERE la parte 6.

Conquista la stima del tuo team: parla chiaro e diretto – 4

fiducia del team

 
STAI LEGGENDO LA PARTE 4.
 

Che tu sia manager di una multinazionale, un piccolo imprenditore,
un professionista o un responsabile di settore,
che il tuo staff sia di 2 o 200 persone poco importa,
ricorda che stai comunicando con … persone!

Soprattutto nei momenti difficili…

Guarda le persone negli occhi, “senti” la loro preoccupazione.

Stabilisci un contatto visivo (senza esagerare) per evidenziare l’interesse che provi nei loro confronti.

Sei il leader.
Dai il tuo appoggio. Sostieni e incoraggia la “tua gente”. Costantemente.

Fai sentire che ci sei.
Fai sentire che sei un capo attento. Presente.

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Usa le emozioni

Non lasciare che usino te.

Se ti concentri sulla paura, aumenti ancora di più l’ansia.
Se lotti l’agitazione, crei ancor più preoccupazione.

Piuttosto, infondi fiducia negli altri.
Condividi le esperienze, spiega le azioni.
Dai la possibilità di esplorare nuove opportunità.

La tua disponibilità verso una persona (che sta attraversando un periodo difficile) del tuo team ti rende un leader. Maturo.

Esprimi il tuo lato migliore come … persona!

 
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&nbsp

Non ignorare le preoccupazioni del team

Non nasconderti.
Fatti trovare.
Il meglio che puoi fare è “rispondere” alle preoccupazioni.

Condividi la visione.
Quando i mari sono agitati, non “nasconderti” … il capitano cammina sul ponte.

Dai consigli con semplicità. Tieni i piedi per terra.
Pretendi di più da te stesso che dai tuoi collaboratori.

Non dire mai “Io sono il capo”,
a meno che tu non debba assumerti la piena responsabilità.

Ascoltare è una questione di qualità

Non devi ascoltare per un’ora oppure farti trascinare in una seduta terapeutica…
con finale a singhiozzi!

L’ascolto attivo non è una questione di quantità. È qualità.

Qualche minuto può bastare, se ti impegni ad ascoltare.
In modo attivo.

 


 

Non hai tempo? Benissimo … dillo!

Quando sei molto occupato, sei stressato, sei stanco, è meglio scusarsi.
Accordati per un altro momento, in cui potrai essere più attento e partecipe.

Non c’è nulla di male nel dire: “Adesso non posso,
ne possiamo parlare alle 16.00/domani mattina/lunedì prossimo?”.

Mantieni l’impegno preso.
Anche questo vuol dire gestire il team!

Vuoi la fiducia del team? Parla in modo chiaro e diretto!

Parole dispersive e slegate creano solo confusione.
Non te lo puoi proprio permettere.

Le persone hanno bisogno di rispetto.
Non nascondere, raddolcire o minimizzare i fatti.

Troppo spesso…

la comunicazione è preceduta da troppe (o troppe poche) spiegazioni e informazioni. Un linguaggio (forzatamente) rassicurante che tenta di diminuire l’impatto.

L’evasività fa perdere l’immediatezza del messaggio.
Le persone non capiscono, sono confuse. Possono fraintendere il reale peso della situazione.

La tua comunicazione deve essere breve, chiara e diretta.

Le persone vogliono risposte dirette, non giochi di parole.

 


 

Mostra coerenza e congruenza

Le promesse non mantenute creano sfiducia e demotivazione nel team perché i collaboratori si sentono traditi, delusi o presi in giro.

La cosa più negativa nelle relazioni umane (perdere la fiducia del team) è promettere cose che non si riescono a mantenere.

Molto meglio promettere poco e mantenere tutto!

Conquistare la fiducia del team? Assumiti le responsabilità!

Evita di scaricare le responsabilità sul team, sulle politiche e la politica aziendale.

Assumerti le tue responsabilità è un mezzo potente per creare rispetto e fiducia e, allo stesso tempo, incoraggia gli altri a fare lo stesso.

Comprendere queste sfumature è la chiave per gestire team di lavoro anche estremamente complessi.

Evita comportamenti ambigui, falsi o manipolatori

Sii autentico. Non cambiare la versione secondo la circostanza.
Quando manca la fiducia, ogni tuo comportamento sarà guardato con sospetto.

Diventa una persona integra che pensa quello che dice. Mette in pratica quello in cui crede.

Tanto più sei sicuro tanto più ti puoi permettere di esporti;
mostrare anche i propri limiti e le proprie debolezze.

Ascolta … davvero!

Ascolta cosa hanno da dire le persone, prima di esprimere il tuo punto di vista.
Non interrompere.

Ascoltare va oltre il semplice “sentire” … è empatia. Esprime interesse. Mostra rispetto.

Ascoltare significa fare silenzio interiormente. Calmare il tuo borbottio interno. Prestare la più totale attenzione a quello che l’altro sta dicendo.

Ascoltare significa …prima capire, poi offrire un consiglio o una soluzione. Se sei disposto a metterti in discussione e cerchi costantemente evoluzione e crescita vuol dire che sei … un leader. Un grande leader.

Non interrompere

Ogni volta che interrompi, stai uccidendo la comunicazione.

L’empatia si “prende cura” delle persone.
Se interrompi l’altro, rompi questo “incantesimo”.

La capacità di entrare in empatia ti permette di capire il messaggio nel suo giusto contesto,
dimostrando sincero interesse per gli altri.

Fai sentire il tuo coinvolgimento personale.

Le persone vogliono che le loro paure e preoccupazioni siano ascoltate.
Riconosciute.

Parla con fiducia, non spavalderia

Non ridimensionare le problematiche.

E non confortare una persona ansiosa sdrammatizzando le sue preoccupazioni.
Evita di negare l’evidenza con banali frasi di circostanza.

Se minimizzi, quello che è importante per la persona, diventi all’istante inaffidabile ai suoi occhi.

Piuttosto, resta aperto e disponibile:

  • “Per favore, inviami una mail se vuoi condividere altri pensieri/preoccupazioni”
  • “Puoi contare su di me, mentre proviamo a recuperare maggiore informazioni”
  • “Grazie per i tuoi suggerimenti.”
  • “Mi piacerebbe essere più specifico. Desidero risponderti con informazioni adeguate e veritiere. “

Ottenere la fiducia del team: evita “FORSE” …

FORSE mantiene aperte tutte le opzioni, è disordine e stagnazione.
Se sei tentato di dire FORSE, meglio dire no.

Se hai bisogno di un po’ di tempo, fai sapere che deciderai più tardi (per esempio a fine giornata).
Non puoi pianificare e andare avanti con i FORSE.

FORSE è pericoloso. Blocca.
Porta inazione e confusione.

… “MA”

Ogni volta che usi MA, cancelli inevitabilmente quanto hai detto prima!
“Andrà tutto bene MA …”.

Come ti suona? Che cosa senti?
Che non intendo quello che ho detto.

Il “MA” cancella, limita, diminuisce, giustifica
Sostituisci il “MA” con “E”.

Oppure puoi anche solo interrompere la frase e sostituire il MA con un punto.
“Hai fatto un ottimo lavoro MA c’è ancora tanto da fare”.
“Hai fatto un ottimo lavoro. C’è ancora tanto da fare”.

… “Non lo so”

Affermare di non conoscere la risposta non è un segno di incompetenza e insicurezza.
Anzi, può essere una dimostrazione di forza.

Usare spesso “Non lo so” ti potrebbe costare credibilità e influenza.

Ogni volta che te-ne-esci con un arrendevole “Non lo so “, spingi le persone ad andare da altri …
a non venire da te!

Piuttosto di “Non lo so” predefinito, preparati risposte più potenti. Leggi post.

… e le frasi fatte

Presta attenzione all’impatto di alcune frasi ostentate con troppa leggerezza.
Non cedere al finto entusiasmo e sorrisi di circostanza per mascherare disagio e dispiacere.

  • “Capisco quanto sia difficile questo cambiamento”
  • “So quanto sia faticoso, avete lavorato tanto e come deve essere deludente …”
  • “Sono sicuro che andrà tutto bene”
  • “So quanto sia triste per te”

Potresti sentirti dire “No, mi spiace… non lo sai”.

Soprattutto quando non hai partecipato o non sei stato coinvolto dalle conseguenze negative.
Quando non riesci a immaginare l’effetto delle tue parole.

Quando rischi di sembrare insensibile, vittima, ingrato, permaloso, esagerato, inadeguato.

Se non vuoi perdere la fiducia del team … è meglio mordersi le labbra.
È meglio stare zitti!

CONTINUA A LEGGERE > la parte 5.

Conquistare la stima del tuo team: riconosci i meriti – 3

la fiducia dello staff

 
STAI LEGGENDO LA PARTE 3.
 
La positività non costa nulla e può produrre risultati sorprendenti.

Le persone vogliono essere tenute nella giusta considerazione. L’autostima è un bisogno umano; si alimenta di riconoscimento e fiducia in sé stessi.

Ci sono due tipi di feedback: feedback costruttivo o lode/critica

Un feedback costruttivo è specifico, potenziante (almeno nelle intenzioni);
si sulla base su osservazioni.

L’elogio e la critica sono entrambi giudizi personali (uno favorevole e l’altro sfavorevole) su un comportamento o un risultato.

Le informazioni sono generalmente vaghe e (spesso) depotenzianti, incentrate sulla persona e basate su opinioni, interpretazioni o sentimenti.

Se vuoi la fiducia dello staff evita di dare riconoscimento esclusivamente a seconda dei risultati ottenuti.
Riconosci invece i comportamenti che hanno portato a quei risultati.

Riconoscere ai propri collaboratori il lavoro fatto e i risultati che hanno ottenuto (anche se l’obiettivo non è stato raggiunto) crea un ambiente di lavoro positivo, motivato e molto produttivo.

 


 

Non considerare la performance positiva come … dovuta, doverosa, ovvia!

Addirittura qualcuno pensa che con un feedback positivo “qualcuno si potrebbe montare la testa”.
Il complimento riduca l’autorevolezza e l’autorità del superiore.

Per questo, a volte, ti trattieni volontariamente dal gratificare i tuoi dipendenti.

La fiducia dello staff? Inizia da oggi. Non costa nulla!

Se vuoi conquistare la fiducia dello staff trova qualcosa di positivo da dire ad ogni persona con cui lavori.

Potrai aumentare la loro motivazione e soddisfazione per il lavoro e il rapporto professionale si rafforzerà, immediatamente.

Ecco come porgere feedback potenzianti:

1. Preparazione adeguata

Prova a sintetizzare il tuo intervento, anche se breve, in punti chiave.

Scrivi cosa devi dire.
Cerca di formulare frasi brevi.

Qual è il messaggio che vuoi far passare. Chiediti:

  • “Qual è il punto?”
  • “Che cosa deve passare assolutamente?’”
  • “Che cosa posso evitare?”

 
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2. Diretto

Sembra semplice e ovvio,
ma è sorprendente come molti team leader evitino di dare un feedback onesto e diretto. E poi si sorprendono se non hanno la fiducia dello staff!

Utilizzano un’affermazione positiva prima di un feedback correttivo per “addolcire la pillola” senza sapere però che … entra in un orecchio ed esce dall’altro.

Per esempio:
“Michele, hai sempre lavorato bene e in modo professionale, ma …“;
tutto quello che segue, dopo il “ma” è qualcosa che non sto facendo bene ed è il vero focus del messaggio.

Si dice che un’idea è intelligente quando è semplice.

Arriva al punto ed evita giri di parole.
Sia il feedback negativo che quello positivo devono essere dati in modo semplice.

3. Sintetico

Un feedback ridondante, dispersivo, inconcludente trasmette l’impressione che tu sia impreparato,
insicuro e poco focalizzato.

Rischia di compromettere l’incisività del tuo messaggio.

Non devi essere robotico, insensibile e distaccato ma devi andare velocemente al punto,
senza tentennamenti.

 


 

4. Aperto e sincero

È fondamentale che tu sia sincero e che eviti di trasmettere messaggi ambigui e contrastanti.
Essere sincero non significa essere buonista ma piuttosto dire-quello-che-devi con rispetto.

Evita di utilizzare parole come “ma”, “però” e “anche se”,
perché possono creare contraddizioni e dubbi.

5. Specifico

Senza le specifiche, otterrai solo elogi o critiche.
Non serve dire “Hai un atteggiamento scorretto” oppure “Hai sbagliato”.

Il feedback deve essere riferito a qualcosa di specifico e non a qualcosa di generico.

Devi essere chiaro sul cosa/dove/quando:
spiega le azioni fatte, i comportamenti avuti o le cose dette/non dette.

6. 1 feedback = 1 “fatto”

Utilizza il feedback per un solo evento, circostanza o episodio.

Se hai bisogno di comunicare qualcosa che abbia a che fare con un’altra mansione, un progetto,
un compito, un incarico, non usare lo stesso feedback (anche se ti può sembrare più comodo e veloce).

Così facendo disperdi le informazioni,
paghi in incisività ed efficacia.

 
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7. Frequente

Utilizza un feedback costruttivo regolarmente per riconoscere o correggere le prestazioni dei tuoi collaboratori.

Quanto frequentemente? Dipende.

Da una parte non puoi “rompere l’anima” ogni giorno al tuo team perché diventa controproducente, ma non puoi neanche riconoscere le prestazioni solo 1-2 volte l’anno.

Trovare la giusta cadenza temporale dipende dalla tua “sensibilità” di team leader.
Il giusto equilibrio tra “troppo” e “mai”.

8. Tempistica adeguata

Quando devi dare un feedback per uno sforzo (o un comportamento) che vale la pena di riconoscere?

Se è positivo, la risposta è … appena possibile.
Il feedback positivo deve essere dato il più vicino possibile a quando si verifica il “fatto”.

Più il tempo passa, più si aspetta,
più il valore del feedback diminuisce.

Nel dare un feedback negativo, invece ti consiglio di applicare una diversa linea temporale … ovvero … quando sei pronto.

L’emotività è cattiva consigliera

Se, appena accade l’evento o il fatto, non sei in grado di gestire e controllare quello che provi, aspetta.

Meglio non approcciarti a qualcuno quando non sei pronto.

Rischi di dire o fare qualcosa di sconveniente che può compromettere definitivamente il tuo rapporto lavorativo. Ricorda che … aspettare non vuol dire evitare.

Non aspettare troppo,
se lo fai, il tuo collaboratore penserà che stai raccogliendo le prove per una punizione.

7. Di persona

Offri il feedback di persona, non via mail o SMS.

La natura di un feedback costruttivo è verbale.

Questo può essere fatto solo parlando faccia-a-faccia (videoconferenza o per telefono) quando non è possibile altrimenti.

8. Confidenziale

Non dare mai un feedback a un tuo collaboratore davanti ai colleghi o ai clienti (anche se a volte è inevitabile), si sentirà sminuito davanti agli altri, ferito e poco propenso ad aumentare il suo impegno e la sua produttività.

Utilizza feedback solo nel privato e faccia-a-faccia.

Chiama la persona nel tuo ufficio, in una saletta conferenze libera o in qualsiasi altro posto lontano da occhi e orecchie indiscrete.

9. Potenziante

In situazioni di feedback positivi, esprimi un apprezzamento specifico.
L’apprezzamento da solo si riduce a lode o elogio.

Se è espresso male “suona” scontato e ruffiano.

Rilevando un aspetto specifico di una situazione, dai prova d’attenzione e d’interesse. Tocchi tasti motivazionali molto sensibili per le persone che lavorano con te.

  • Normale: “Ottimo lavoro, ben fatto”.
  • Potenziante: “Il modo in cui hai gestito il reclamo del signor Rossi è stato ottimo. Hai avuto un approccio gentile e comprensivo e allo stesso tempo deciso ed efficace”.

 

  • Normale: “Ottimo approccio, bravo!”.
  • Potenziante: “Il modo in cui hai risposto alle domande del cliente stamattina è stato eccellente. Hai dimostrato di aver compreso le nostre procedure e la nostra filosofia”.

Lo scopo di un feedback negativo non è quello di incolpare o accusare il tuo collaboratore/trice ma creare piuttosto la giusta consapevolezza che può condurre alla correzione o al miglioramento delle sue prestazioni.

10. Osservazioni non interpretazioni

Le osservazioni sono tutto ciò che si vede o si sente;
sono (semplicemente) la descrizione di un fatto.

Senza giudizi o pareri.

Le interpretazioni (invece) sono la tua analisi, la tua spiegazione o la tua opinione di quello che hai-visto-o-sentito.

Riporta quello che hai notato, non ciò che hai pensato, dedotto, ipotizzato o interpretato.
Le osservazioni si concentrano sul fatto e non sono giudicanti come le interpretazioni.

Basta dire quello che si vede:

  • “Ho notato …”
  • “Ho osservato …”
  • “Ho visto … “
  • “Mi hanno riferito …”

Banalmente, guarda la differenza:

  • “Ma cosa hai detto/fatto? Il cliente è andato via scuro in volto”
    anziché
  • “Ho notato che il cliente è andato via scuro in volto”

11. Focus sul comportamento, non sulla persona

Questo è probabilmente il punto più importante (se vuoi la fiducia dello staff).

Il feedback non deve essere un attacco personale,
ma dovrebbe essere utile e pensato per ottenere il miglioramento di un certo comportamento o risultato.

Esponi il problema in modo oggettivo e senza pregiudizi.
Concentrati solo sulla prestazione o sul comportamento.

Evita attacchi personali o commenti sulla persona.

L’autostima del tuo collaboratore non va toccata!

Qui siamo su un terreno minato e molto sensibile.
Un passo falso … e il rapporto si può danneggiare per sempre.

La critica si deve riferire esclusivamente a un comportamento, un compito, una situazione o un problema particolare.

Evita di usare parole tipo “Ogni volta, sempre, mai” che rischiano di trasformare il feedback in un rimprovero scoraggiante “Sei sempre in ritardo con le consegne” oppure “Ogni volta sbagli il conteggio”.

12. Non focalizzarti sui motivi dei dissapori o sulle intenzioni

Non nutrire rancore.

Rischi di infilarti in tortuosi percorsi di rinfacci reciproci.
Un leader eccellente, che vuole la fiducia dello staff, non deve stabilire un vincitore e un vinto ma evitare rancori e rivincite.

Nel Mondo del lavoro di oggi ci sono pochi feedback efficaci delle prestazioni,
la stragrande maggioranza sono lodi o critiche (spesso esposte in modo superficiale e poco potenziante).

Una cattiva abitudine si modifica soltanto con la costanza.

Se vuoi ottenere la fiducia dello staff, da domani, presta attenzione a quello che dici ai tuoi collaboratori,
scrivi cosa devi dire e con l’aiuto di questa piccola guida prepara i tuoi feedback potenzianti.

Comincia a invertire la tendenza (feedback potenziante e non più critica scoraggiante).
Vedrai che, giorno dopo giorno, diventerà naturale!

CONTINUA A LEGGERE > la parte 4

Conquistare la stima del tuo team: mostra ascolto attivo – 2

la stima del team

 
STAI LEGGENDO LA PARTE 2.
 

Ascoltare in modo attivo è il segreto per conquistare la fiducia del team.

Cosa c’è di più frustrante, per un tuo collaboratore vedere come la sua richiesta o problematica sia stata poco ascoltata, mal compresa o fraintesa?

Se non ascolti,
come puoi pretendere di comunicare efficacemente?

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Ascoltare significa fare silenzio dentro di te

Vuol dire placare il tuo parlottio interno. Prestare la più totale attenzione a quello che l’altro sta dicendo.

Ascoltare va oltre il semplice “sentire”. Vuol dire capire il messaggio nel suo giusto contesto,
dimostrando sincero interesse per gli altri.

Non pensare di saper ascoltare, per il solo fatto di sentire quello che la persona sta dicendo.

Forse non sei così consapevole del fatto che ogni tuo collaboratore desidera essere ascoltato con attenzione, vuole sentire la tua partecipazione e la tua empatia,
(anche se solo per pochi minuti).

 
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Il tuo collaboratore si sentirà importante (finalmente!)

Si renderà conto di essere guidato da un leader competente e aumenterà il suo desiderio di comunicare. Si crea così un rapporto di fiducia e di empatia (che per te si traduce in maggiore produttività e “fedeltà”).

Quando incontri un collaboratore, per prima cosa ascolta.
Poi, fai domande.

Ecco tante buone ragioni per imparare ad ascoltare le persone del tuo team:

  • Crea empatia, collaborazione e dimostra sincero interesse
  • Evita incomprensioni e fraintendimenti
  • Conosci le vere esigenze e i reali bisogni del tuo collaboratore
  • Giungi più velocemente al “nocciolo” della questione
  • Le persone apprezzano di più chi ascolta
  • I buoni ascoltatori sono spesso leader di successo

Ascoltare in modo attivo è impegnativo

  • Quando ti parlano, sei spesso distratto e ti guardi attorno?
  • Sei aperto al dialogo, desideri veramente capire?
  • Oppure stai semplicemente sentendo cosa l’altra persona sta dicendo?
  • Sei capace di ascoltare con attenzione e disponibilità?

Se sei una persona che ha difficoltà ad ascoltare, non scoraggiarti!
L’ascolto attivo è una competenza che si può acquisire e “allenare”.

Le vecchie abitudini sono difficili da sradicare e, per praticare l’ascolto attivo, avrai bisogno anche di una grande pazienza.

Ascoltare è una competenza fondamentale per la tua leadership

L’ascolto richiede una grande concentrazione e attenzione da parte tua;
è una prova di rispetto, verso il collaboratore come persona (non solo come risorsa produttiva).

Come leader sei spesso troppo occupato (a parlare, valutare e giudicare) per ascoltare davvero le esigenze dei tuoi collaboratori.

Metti da parte tutti gli altri pensieri, non concentrarti su cosa devi ribattere o rispondere. Focalizzati su chi sta parlando.

 


 

Conquistare la stima del team? Presta attenzione!

“Preparati” ad ascoltare.

Libera la mente dalle tue preoccupazioni personali (spesso non è facile, lo sappiamo, siamo stressati, sempre a “rincorrere”) e concentrati sull’ascolto.

Osserva direttamente chi parla,
è un modo per indicare al tuo collaboratore “Sì, sto ascoltando attentamente quello che mi stai dicendo”.

Non lasciarti distrarre dai rumori ambientali (il telefono che squilla, una porta che sbatte, una risata, etc.).

Non fingere di aver capito

A volte è comprensibile … sei stanco, di fretta o sei stressato, però è meglio non fingere, perché se non ascolti (non si sa come) “si vede e si sente”.

È necessario ammettere di non aver capito e chiedere chiarimenti.

  • “Scusa, ho perso il filo”
  • “Ti ho seguito fino ad adesso, può ripetere per favore?”

Non concentrarti su cosa rispondere

Mentre il tuo collaboratore sta parlando, se stai pensando a cosa chiedere o cosa dire,
come fai a prestare attenzione?

Se non vedi l’ora di contraddire, sentenziare o giudicare, come puoi ascoltare?

Non devi ascoltare solo per rispondere, ma anche per comprendere e per aiutare.
Astieniti dal fare commenti durante l’ascolto, mentre l’altro sta parlando.

Non trarre subito le tue conclusioni

Se vuoi conquistare la stima del team, non interrompere il tuo dipendente con le tue conclusioni o deduzioni, presumendo di aver compreso, in anticipo, quello che ti sta dicendo.

La trappola è di voler sembrare brillanti e arrivare subito alle conclusioni,
qualcosa del tipo “Sono sveglio! Capisco al volo”.

Attento!
A volte funziona, spesso no.

 


 

La stima del team? Mentre ascolti non interrompere

Devi placare la voglia d’interrompere per aggiungere qualcosa, per correggere, per dire la tua. Consenti al tuo collaboratore di concludere il suo discorso.

Non interrompere,
è solo uno spreco di tempo, chi parla si deprime e si riduce la comprensione del discorso.

Evita di dire “Ti sto ascoltando” mentre stai facendo qualcosa d’altro.

Non ho dubbi che senti cosa la persona ti sta dicendo, ma ascoltare richiede uno sforzo d’interesse, di attenzione e soprattutto, il desiderio di concedere all’altro del tempo (anche breve, se sei occupato).

Ascoltare richiede tutta la tua disponibilità!

Mostra che stai ascoltando

Guardare da un’altra parte mentre qualcuno ti parla,
è scortese e fastidioso.

Ascolta con tutto il corpo, mantieni il contatto visivo, aiuterà l’altro a sentirsi ascoltato.

Sorridi, fai cenni di assenso con il capo, di tanto in tanto.

Chiedi conferma e annuisci. Annuire, non significa essere d’accordo con il tuo interlocutore ma semplicemente trasmette l’idea “Ti sto seguendo”.

Incoraggia il collaboratore a parlare con piccole asserzioni verbali tipo “Sì, si”, “Ha-ha”, “Capisco”.

Riformula quanto ascoltato

La riformulazione è una tecnica che consiste nel ridire ciò che l’altro ha appena detto, utilizzando le stesse parole o termini più concisi, non aggiungendo nulla di proprio, per evitare distorsioni interpretative.

Riassumendo quello che hai ascoltato, hai la sicurezza di aver compreso davvero l’esigenza del collaboratore. Anche lui/lei ha la conferma di essere stato realmente ascoltato ed è portato a esprimersi liberamente e collaborare.

Puoi approfittare del momento in cui il tuo collaboratore è alla fine di un discorso per intervenire e riprendere:

  • “Mi stai dicendo che … ”
  • “In altre parole, desideri … ”,
  • “A tuo avviso quindi … ”
  • “Così, secondo te … ”.

La riformulazione è particolarmente indicata quando il collaboratore è esitante, contraddittorio, dispersivo o non riesce a focalizzare/spiegare la sua esigenza.

Evita frasi-boomerang

  • “Ti capisco” quando non conosci abbastanza il collaboratore, la situazione o il problema
  • “Vieni al punto” perché così mostri irritazione
  • “Parla pure, ti sto ascoltando” mentre stai facendo qualcosa d’altro
  • “Continua … mi interessa” e poi ti guardi intorno, guardi l’orologio, fuori dalla finestra, agiti il piede … così mostri impazienza e disagio.

Impara a prestare vero ascolto se vuoi conquistare la stima del team.
Diventerai un punto di riferimento importante e irrinunciabile.

CONTINUA A LEGGERE > la parte 3.

Conquistare la stima del tuo team: la motivazione parte da te – 1

stima del team

 
STAI LEGGENDO LA PARTE 1.
 

L’obiettivo di questo articolo (diviso in 7 parti) è aiutarti con un approccio molto realistico e concreto,
a prendere coscienza che he persone del tuo team possono determinare il successo o l’insuccesso della tua attività, azienda, store e della tua carriera professionale.

Se dirigi i tuoi collaboratori solo dicendo “cosa fare e come farlo” otterrai un effetto immediato ma questo approccio sarà produttivo per poco tempo.

Un po’ alla volta i tuoi collaboratori perderanno entusiasmo e motivazione, con effetti negativi sull’ambiente di lavoro e sui risultati in azienda.

Stima del team? Inizia da te stesso!

Fermati un minuto e chiediti con onestà:

  • Sono sempre entusiasta e positivo?
  • So ascoltare i miei collaboratori?
  • Ho un obiettivo chiaro e definito?
  • Dare una pacca sulla spalla accompagnata da frasi stimolanti, vuol dire motivare?

Finto entusiasmo e complimenti forzati raramente creano “brividi” motivazionali.

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Compilando il modulo riceverai news e aggiornamenti sulla formazione e il coaching.

E se anche funzionasse … quanto potrebbe durare?
Pochi giorni (forse) e ti ritrovi al punto di partenza.
L’ambiente torna passivo e lentamente si perdono di vista gli obiettivi.

Allora ti chiedo …

  • Come motivare le persone che lavorano con te in tempi così complessi?
  • Credi davvero che semplici frasi serviranno a scuotere le persone?
  • Scatenare entusiasmo nel tuo staff?

Se il Mercato del Lavoro sta cambiando (anche in conseguenza della crisi che ci sta investendo),
allora gioco-forza deve cambiare anche il tuo modo di approcciare il tuo lavoro e il tuo team.

È necessario coinvolgere le persone che lavorano con te.

Non concentrarsi solo sui compiti da eseguire.
Sui progetti da gestire.

Il tuo team è la chiave del tuo successo

Le persone sono il fulcro del tuo successo.

Se i tuoi collaboratori sono demotivati o “molli” chi pagherà le conseguenze del mancato raggiungimento dell’obiettivo? Il progetto fallito?

Il conto lo paghi tu!

È tempo di diventare leader del tuo team.
E motivare (davvero) i tuoi collaboratori.

 


 

La motivazione del tuo personale passa inevitabilmente da te

La motivazione non “nasce naturalmente”.

Non la puoi delegare a un corso, un formatore o a un coach (pur bravo che sia!).
È a carico tuo!

Sei tu quello che per primo deve motivarsi, entusiasmarsi, ispirarsi.

Dopo (solo dopo) la puoi chiedere, anzi pretendere, dai tuoi collaboratori.
La motivazione del team parte da te!

Se avessi, come coach, l’obiettivo di motivare il tuo team mi concentrerei su di te!

Non te l’aspettavi vero?

La titolare di tre centri estetici (ben avviati) di Lugano mi ha contattato per fare coaching con l’obiettivo la motivazione del suo staff.

Dopo le prime “resistenze” e riluttanze, la stessa imprenditrice ha riconosciuto che in tema di motivazione è stata piuttosto passiva.

“Spettatrice” a volte anche indolente (tanto da ammettere che durante un mio corso in uno dei suoi centri estetici -pur essendo presente – non ascoltava, pensando che il tema motivazionale fosse di solo appannaggio del suo personale).

Ha anche riconosciuto di non avere alcuna idea sul come motivare i suoi dipendenti,
e di essersi (fino a quel momento) affidata solo a riconoscimenti economici.

Anche lei (come te, forse) si aspettava una trovata geniale, una formula magica,
Invece si è sentita dire che la prima che doveva darsi una mossa … era lei!

Allora … nessuna scorciatoia? No, mi spiace. Niente formule magiche!

 
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E ti spiego perché …

Motivare è impegnativo!
È un impegno quotidiano.

È un paziente “costruire” giorno per giorno.
Necessita di tutta la tua attenzione e il tuo coinvolgimento.

Il tutto “condito” da un reale interesse verso le persone che lavorano con te.

Se pensi di ottenere la stima del team con l’impegno e l’entusiasmo con cui vai alle riunioni condominiali serali … sprechi tempo ed energie preziose!

Motivare vuol dire disponibilità, dedizione e tempo da dedicare al tuo team

Siamo onesti. Non hai tempo. Scadenze imminenti.
Grane da risolvere. Il target da raggiungere.
Chi più ne ha più ne metta.

Devi però riconoscere che …
saper motivare è una competenza fondamentale per ogni persona responsabile di un team (grande o piccolo che sia).

Se non hai tempo, sei stressato, sei stanco, hai altro cui pensare o in fondo non ti interessa … la tua “capacità motivazionale” è nulla!

Se trovi difficile e faticoso tutto questo, hai ragione.
Lo è!

Concentrati sulla crescita motivazionale del tuo staff

Crea uno spirito di squadra attraverso l’apprezzamento e il riconoscimento.

Un leader eccellente riesce a trovare anche (e soprattutto) il tempo per motivare.
Non solo per criticare.

Fai in modo che ogni tuo collaboratore sappia che lo consideri la chiave del tuo successo.

Fermati un secondo e rispondi con onestà:

  • Ti senti un modello per il tuo team?
  • Sai creare entusiasmo nel tuo staff?
  • Sei essere motivante nel comportamento e nelle parole?
  • Parti con un bel “Buongiorno! radioso e positivo già da prima mattina?
  • In altre parole, hai una personalità dinamica che coinvolge chi ti sta intorno?

Solitamente quando chiedo al team leader se si ritiene motivante nel comportamento e nelle parole …
la risposta è … “In che senso?”.

È venuto il momento di risvegliare la tua motivazione.
La forza interna che stimola, regola e sostiene tutte le tue azioni.

Stima del team? Parti da te stesso!

Frequentare un corso motivazionale (a prescindere dalla bravura e la competenza del coach),
non ti basterà a diventare un bravo motivatore. E ottenere la stima del team.

Prendi coscienza che devi “scendere in campo” in prima persona.
Ci deve “mettere del tuo”.

Carica la tua energia.
Motivati al massimo … e con quell’energia trasmetti fiducia ed entusiasmo attorno a te.

Tutti se ne accorgeranno ben presto … qualcosa si sta muovendo … qualcosa di nuovo sta crescendo …
il primo mattone è stato posato!

Se ti impegni in questo, farai grandi cose.
Credimi!

CONTINUA A LEGGERE > la parte 2

Accettare un’offerta di lavoro: firmare o non firmare? – parte 7

offerte lavorative

Foto di Andrea Piacquadio

 
STAI LEGGENDO LA PARTE 7.

Offerte lavorative … accettare o non accettare?

Hai notato come la parola “scelta” sia spesso raffigurata con un’immagine di un bivio in fondo ad un sentiero boscoso oscuro, senza indicazioni?

Vai a sinistra? … E se sarà piena di insidie e finirai per rimpiangere questa scelta?
Forse dovresti andare a destra … ma se non è quello che pensi?

Magari dovresti semplicemente sederti davanti a questo bivio.

Non decidere finché non saprai con certezza quale sarà la scelta perfetta.
Anche non-scegliere è (in fondo) una scelta.

Gran parte dello stress e delle difficoltà della vita dipendono dal prendere decisioni.
Grandi e piccole.

Prendiamo decine di decisioni ogni (santo) giorno

Piccole o grandi, poco importa.

  • Lanciare (finalmente) la tua attività freelance di consulenza?
  • Proporti per la posizione di team leader … e se poi gli ex colleghi non ti accettano?
  • Riparare l’auto o aspettare gli incentivi di settembre e prenderne una nuova?
  • Che colore scelgo per lo smalto semipermanente delle unghie?
  • Mi taglio i capelli a-zero? Mi faccio crescere la barba?

I risultati di queste scelte non cambieranno il mondo.
Neanche il “tuo” mondo.

Tuttavia, alcune scelte ci danno la sensazione inconfondibile che se sbagliamo …ci facciamo male!

  • Quanto devi essere sicuro prima di scegliere?
  • Lanci la monetina? Testa-o-croce?
  • Analizzi con cura oppure ti butti senza pensarci troppo?
  • Fai la conta dei pro-contro?

Se sapessi già cosa accadrà, decidere sarebbe facile

Accettare le nuove offerte lavorative ti porterà più motivazione (pro), meno tempo per la famiglia (contro),
uno stipendio migliore (pro) ma anche più tensione con il tuo partner (contro), e chissà che altro…

oddio cosa faccio?

Contrariamente a quanto ci è stato insegnato, non dobbiamo scegliere tra giusto o sbagliato.

Ci sono solo scelte, ognuna con i propri potenziali vantaggi e sfavori.
Prendi la decisione migliore possibile in questo preciso momento.

Semplicemente, perché …

Non esiste la decisione “giusta”

È incredibile come questa verità fondamentale, possa essere così facilmente dimenticata.
Ancora una volta, non c’è scelta giusta o sbagliata.

Ma ovviamente ce ne sono di migliori e peggiori.

La vita va avanti, comunque. Se è la scelta giusta, fantastico!
Se è quella sbagliata, potrai sempre trarre vantaggio da questa esperienza.

Il futuro è sempre incerto

Non sai mai cosa succederà, né cosa accadrà in seguito.

Puoi solo decidere e fare una scelta.
Ma l’idea che ce ne sia una “giusta” è una favola che continui (anzi continuiamo) a raccontarci.

Ci possono essere scelte migliori o peggiori, risultati positivi o negativi ma non esiste una linea d’azione da seguire che ti porti alla decisione giusta.

Non esiste la scelta giusta

Eppure, ci comportiamo come se ci fosse, da qualche parte là fuori,
una giusta linea di condotta.

Abbiamo un disperato bisogno di identificarla.
Forse scopriremo nel modo più doloroso che non esiste.

Non saprai mai quale sia la scelta giusta.

Rinuncia all’idea di inseguire la decisione giusta.
Può essere liberatorio!
Può essere un enorme sollievo riconoscere che è un obiettivo impossibile.

 
SEI INDECISO SE FIRMARE? > CONFRONTATI CON IL COACH
 

C’è una grande differenza fra scelta ponderata e scelta giusta

Non voglio essere equivocato.

Prima di decidere se accettare nuove offerte lavorative,
è fortemente consigliabile verificare e controllare tutte le informazioni in tuo possesso.

Ciò non toglie che … il futuro è complesso,
e il Mercato del lavoro di oggi è quanto mai incerto e volatile.

Una probabilità vantaggiosa non ridurrà l’incertezza che provi!

Ulteriori dati potrebbero essere utili, ma potrebbero non essere sufficienti.
Anche se raccogli tutte le informazioni sull’azienda non ti assicurerai la scelta giusta.

Per esempio, l’azienda è in linea con i tuoi valori,
è conosciuta, stabile finanziariamente, la proposta è molto interessante e adeguata,
con i colleghi ti trovi benissimo ma con il capo (sin da subito) non funziona a livello relazionale.

Questa unica “anomalia” potrebbe rendere la tua quotidianità stressante e logorante.

Una sola persona (un solo dato negativo) potrebbe portarti a etichettare come “sbagliata” la decisone di accettare l’invito in questa azienda.

Per questo ti invito a … non concentrati sulla decisione “giusta”.

Offerte lavorative: l’unica cosa che conta è il tuo atteggiamento!

Se decidi di accettare quell’offerta di lavoro …
quello che più conta è il tuo approccio e le tue convinzioni.

Come vedi te stesso. Cosa vuoi ottenere.

Se si rivelerà un’esperienza negativa, saprai come affrontare la situazione!

La perseveranza è la dote che ti permetterà di andare oltre le circostanze.
Ti permette di superare questo passo falso!

La domanda giusta è “COME affronto quello che succede?”

  • Quale sarà la tua prossima mossa?
  • Come affronti questo ostacolo?
  • Sai gestire le attese? Le frustrazioni?
  • Ridiscutere le tue credenze e le tue certezze?

Devi trovare dentro di te la forza.
E andare avanti.

La competenza, la bravura, il talento non è tutto, non è sufficiente, occorrono duro lavoro e tenacia.
Perseveranza. Grinta.

Il successo professionale non è solo aver fatto la “decisione giusta” ma anche questione di …
pazienza e perseveranza.

Non mollare!

 
SEI INDECISO SE FIRMARE? > CONFRONTATI CON IL COACH
 

Ce la farai!

In questo (lungo) articolo abbiamo visto quali sono gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione, quando devi valutare una proposta di lavoro.

Anche se non è semplice,
non farti prendere dalla fretta di accettare una nuova offerta di lavoro.

Ancor di più, se non ti trovi bene nel tuo attuale lavoro.

Il rischio è (anche inconsapevolmente) di enfatizzare la nuova proposta, sopravvalutare gli aspetti positivi,
non vedere i segnali di pericolo, prendere una decisione affrettata,
che ti può far finire in un lavoro ancora peggiore di quello attuale.

Nel breve termine sarai costretto a cercare nuovamente un altro lavoro.

Accettare nuove offerte lavorative: cosa ti dice il tuo istinto?

Ascolta la tua voce interiore.
Il tuo istinto di solito ha ragione, anche se non riesci a dare una spiegazione concreta e razionale.

In bocca al lupo per la tua scelta!

Accettare un’offerta di lavoro: lo stipendio è in linea con le tue attese? – parte 6

proposta di lavoro

Foto di Andrea Piacquadio

 
STAI LEGGENDO LA PARTE 6.

Proposta di lavoro: il compenso e i benefit corrispondono alle tue attese?

Un discorso speciale riguarda il compenso.

Sebbene la retribuzione sia un fattore importante nelle trattative con i potenziali datori di lavoro,
non è l’unica cosa di cui preoccuparsi quando si riceve una proposta di lavoro.

Assicurati di considerare l’intero pacchetto di compensazione.

Valuta attentamente le prestazioni che l’azienda offre: il parcheggio gratuito, la mensa o un asilo nido convenzionato nelle vicinanze, ecc.

Oltre a uno stipendio fisso, c’è una parte legata al raggiungimento di obiettivi?

Considera anche le ferie e permessi.

  • Ti offrono la flessibilità di lavorare (anche) da remoto o spostare l’orario di lavoro?
  • Hai considerato gli spostamenti?
  • Dovrai recarti al lavoro in automobile o con i mezzi?

Considera (l’eventuale) tempo di percorrenza dilatato che potrebbe influire sui tuoi tempi personali,
rubare tempo essenziale per te e la tua famiglia.

Un tragitto più lungo potrebbe anche spingerti ad avvicinarti all’ufficio.
Oltre allo stress, un trasloco è una spesa in più da considerare e da confrontare con la tua situazione attuale.

Quello che inizialmente sembra un aumento di stipendio potrebbe diminuire drasticamente,
se non hai tenuto conto di tutte le spese.

Il pacchetto salariale e di benefit è un fattore cruciale quando consideri un’offerta di lavoro.

Proposta di lavoro? Guarda la realtà. Chiediti:

  • Il tragitto giornaliero è accettabile?
  • Devo spendere più soldi in benzina o caselli d’autostrada?
  • Questo nuovo lavoro mi richiederà di assumere una tata?
  • L’orario di lavoro mi soddisfa?
  • Dovrò fare straordinari? L’azienda li pagherà?
  • Dovrò rinnovare il guardaroba perché è richiesto un dress code diverso da quello attuale?
  • Offrono un bonus di trasferimento?
  • Un abbonamento in palestra?

Quando ottieni un nuovo lavoro, anche se affronti un tragitto più lungo,
non ti dispiace perché sei ancora in fase “luna di miele”.

Entusiasta del lavoro e di tale opportunità.

Qualche tempo dopo, quando rimani bloccato nel traffico per l’ennesima volta, come ogni giorno, inizi a logorarti. Dopo pochi mesi, inizi a cercare un nuovo lavoro.

  • Ne vale ancora la pena?

“Quanto desidera guadagnare?”

  • Hai in mente una cifra salariale da richiedere?
  • Conosci lo stipendio per il tuo ruolo/settore/area?

Non farti trovare impreparato a questa domanda.

Informati e pensaci bene,
in modo da essere pronto a rispondere all’eventuale domanda riguardante il salario.

È preferibile indicare una “forchetta” salariale piuttosto che una somma precisa.

Certe aziende preferiscono parlare di salario annuo, altre di salario mensile.

Calcola entrambi ed annotali per non essere preso alla sprovvista durante il colloquio (nel loop emotivo dell’intervista rischi di sparare-troppo-basso o troppo-alto).

Prenditi tempo e rifletti bene:

  • La retribuzione corrisponde (davvero) alle tue esigenze?
  • È in linea con posizioni comparabili al tuo settore e alla tua area?
  • Cosa include il pacchetto di benefit?
  • Ci sono altri vantaggi che l’azienda offre ai suoi dipendenti?

Lo stipendio è inferiore al tuo proposito, ma l’azienda potrebbe offrire abbonamenti a palestre, orari di lavoro flessibili, asili nido, programmi benessere o mezza giornata di libero durante l’estate.

Questo è un compromesso che potresti considerare se corrisponde ai tuoi obiettivi di equilibrio lavoro-privato.

Se ti propongono una cifra inferiore alle tue attese …

non bocciarla subito (a meno che non ti sembri palese strozzinaggio).

Ti invito a calcolare (prima) in salario minimo che saresti disposto ad accettare (come si dice tappandosi-il-naso). Al di sotto di quella cifra … non se ne fa niente!

Il mansionario potrebbe essere in linea con la retribuzione di livello base o medio,
ma dai colloqui di lavoro hai sentore che ci siano ulteriori responsabilità?

Tipo … paga da venditore ma con responsabilità di personale e di budget!

Attenzione anche a proposte salariali interessanti a fronte di aspettative aziendali elevate o irrealistiche.

Proposta di lavoro? Ora tocca a te!

Soltanto una volta conosciuti tutti i risvolti di queste valutazioni,
potrai decidere se tornare dal responsabile delle assunzioni per negoziare la tua offerta di lavoro.

 
SEI INDECISO SE FIRMARE? > CONFRONTATI CON IL COACH
 

Sei in grado di negoziare il tuo stipendio?

In un mondo del lavoro ideale, la soluzione sarebbe facile:
“Vuoi più soldi, basta chiederli”. Semplice, vero?

Peccato che la questione qui si complica, si blocca.
Si arena.

Quanto te la senti di negoziare il tuo salario?
Incassare un primo NO, rilanciare, aspettare, cogliere l’attimo buono nella trattativa?

No, non è facile.
Roba da avvocatoni-di-grido, vero?

Se sei titubante per iniziare una trattativa sul tuo stipendio … è comprensibile!

Il successo di una negoziazione di uno stipendio non è garantito

Dipende dal tuo stile negoziale, da quello della controparte, dalla tua motivazione,
dalla tua assertività e da altri aspetti situazionali, che non sono prevedibili a priori.

Hai paura di parlare di soldi … in tempi di crisi?

Potresti sentirti in imbarazzo a parlare di denaro,
in particolare negoziare in tempi così complessi come quelli che stiamo attraversando.

Vero anche che, se la crisi ha colpito tanto e in vari settori, ci sono (non poche) nicchie felici e floridi aree in cui la parola “recessione” non si è minimamente sentita.
Anzi.

Salvo che tu non lo faccia in maniera sprovveduta …

una contrattazione sul vile-denaro non è assolutamente fuori contesto, inadeguata o irrispettosa (crisi-o-non-crisi).

Ma è necessario ricordarci che “no” la prima volta non significa (necessariamente) che l’argomento sia fuori discussione per sempre.

La trattativa, in realtà, inizia spesso con una richiesta negata.

Altrimenti non si chiamerebbe trattativa.
Negoziazione.

Devi essere pronto almeno a incassare un primo “no”

La volta dopo, puoi prepararti meglio ed entrare nella trattativa con dati e fatti concreti,
cifre ben ponderate, i dati sul tuo rendimento e valore di mercato.

Se riesci a separare la parte emozionale,
rimuovi la maggioranza dell’attrito.

Nulla si apprende senza esercizio e perseveranza,
ancor meno la negoziazione.

In definitiva, fai un’attenta analisi dei costi

  • Come valuti la proposta di lavoro di questa azienda con la tua posizione attuale o quelle passate?

In genere, c’è spazio di manovra, quindi affina le tue capacità di negoziazione prima di firmare il contratto di lavoro.

CONTINUA A LEGGERE LA PARTE FINALE

Accettare un’offerta di lavoro: questo ruolo ti renderà più felice? – parte 5

offerta lavorativa

Foto di Andrea Piacquadio

 

STAI LEGGENDO LA PARTE 5.

Non guardare solo l’aspetto economico

Accettare una nuova offerta di lavoro è qualcosa di più che lasciare il tuo attuale lavoro (che forse non ti piace più) e guadagnare uno stipendio più consistente.

Al di là di valutazioni prettamente economiche, un cambio di lavoro dovrebbe rappresentare un passo in avanti verso la tua “realizzazione” professionale.

È una nuova avventura.
Dovrebbe essere anche soddisfacente, sfidante.
Emozionante.

Prima di accettare il nuovo lavoro, chiediti se nella nuova posizione potrai utilizzare completamente le tue abilità e i tuoi punti di forza. Eviterai di dover fare marcia indietro dopo pochi mesi!

Chiediti onestamente dove vorrai essere tra 3-5 anni?

Ti ricordi questa domanda? Chissà quante volte l’hai sentita (e odiata) nei vari colloqui di lavoro. Beh! Eccola qua!
Mai come adesso è così pertinente!

Quando sai chiaramente cosa vuoi dal tuo lavoro,
sarà molto più facile prendere una decisione obiettiva.

Viceversa, se ritieni che il nuovo lavoro non ti aiuti ad avanzare verso i tuoi obiettivi di carriera,
forse vale la pena riconsiderarlo.

Pensa alla tua offerta lavorativa:

  • Cosa vuoi ottenere da questo ruolo?
  • Ti spingerà ad apprendere nuove competenze?
  • È importante per te (a livello personale)?
  • Ti permetterà di entrare in un nuovo settore? Lavorerai con altri dipartimenti?
  • Ti darà la possibilità di prepararti a un altro ruolo o una scuola di specializzazione?
  • Avrai uno scopo/valore più profondo nel tuo nuovo lavoro?

In definitiva…

Quali sono le opportunità di avanzamento?

Durante il colloquio di lavoro (magari più di uno) chiedi agli intervistatori informazioni sulle opportunità di sviluppo professionale e di crescita con l’azienda:

  • L’azienda offre opportunità di sviluppo professionale?
  • Offrono opportunità di avanzamento di carriera?
  • Ci sono esempi di persone che sono salite di grado?

Esamina i programmi interni di apprendimento e sviluppo.

Scopri se l’azienda sosterrà (finanziariamente e non solo) anche la tua partecipazione a corsi di formazione, conferenze, convention, eventi di networking.

C’è spazio per crescere?

È importante che i tuoi (eventuali) nuovi datori di lavoro ti aiutino a raggiungere i tuoi obiettivi professionali.

Assicurati di avere opportunità di sviluppo professionale nel tuo nuovo ruolo. Non vuoi entrare in una nuova posizione per poi accorgerti, nel giro di un anno, che stai correndo sul tapis roulant.

Di essere già arrivato al massimo del tuo potenziale in quell’azienda!

Se in fase di selezione l’intervistatore non ha parlato esplicitamente di crescita professionale, e tu non hai chiesto. Adesso con chi te la prendi!

Questo lavoro ti renderà più felice?

Ok, magari prima distinguiamo tra felicità e soddisfazione lavorativa.

La soddisfazione potrebbe essere uno stato a lungo termine,
mentre la felicità è una forma di “estasi” momentanea, destinata a svanire,
che riscontri solo per un breve periodo di tempo.

Hai in mente il finale di “La ricerca della felicità?” con Willy Smith?
Quando gli è stato comunicato che è proprio lui il candidato scelto per l’assunzione, la sua gioia è stata incontenibile:

“Questa parte della mia vita,
questa piccola parte della mia vita si può chiamare Felicità!”

Potresti sentirti completamente soddisfatto del tuo percorso professionale,
pur accusando momenti di altissimo stress (in cui non sei felice).

 
SEI INDECISO SE FIRMARE? > CONFRONTATI CON ME
 

Se stai valutando una nuova offerta lavorativa, un motivo ci sarà!

Nel lavoro attuale ti senti bloccato nella tua posizione attuale, poco riconosciuto e apprezzato?
Oppure ti stai lasciando andare? Pochi stimoli, ancor meno motivazione?

Queste situazioni potrebbero darti la sensazione di essere intrappolato nel tuo attuale lavoro.

Chiediti:

  • Questo lavoro mi renderà più soddisfatto?
  • Il nuovo lavoro migliorerà la mia vita?

Se necessario, annota un elenco di pro/contro.
Includi tutte le domande sopra elencate.

Parla con il tuo partner, la tua famiglia,
chiunque possa aiutarti ad acquisire una prospettiva oggettiva e aggiuntiva.

Accettare un nuovo lavoro è un passo importante,
non lasciare che impazienza e superficialità ti spingano ad accettare un’offerta di lavoro senza un’attenta considerazione.

Il nuovo lavoro come si concilierà con la tua vita?

Valuta attentamente se la nuova offerta lavorativa rischia di precluderti spazi importanti dedicati a te e alla tua famiglia.

Se hai esigenze specifiche legate ad altri impegni ti conviene essere trasparente sin dall’inizio.

Fai presente che avrai bisogno di qualche ora per finire il corso di formazione che stai frequentando oppure prendere i figli dal doposcuola.

Essere chiaro fin da subito crea un rapporto di fiducia,
senza equivoci o false aspettative,
da parte di entrambi.

Chiediti:

  • Sono entusiasta di questo lavoro, dell’azienda e delle persone con cui lavorerò?
  • Oppure sono eccitato solo perché ho ricevuto un’offerta di lavoro?
  • Mi sento lusingato? Compiaciuto dal punto di vista personale?
  • Oppure sono solo stuzzicato dall’incremento economico?

Anche se non vorremmo (mai) ammettere che il denaro aiuta a prendere le nostre decisioni,
di solito lo fa.

Se trovi che sei concentrato più sull’aspetto economico,
concediti più tempo per valutare la questione.

In un’offerta lavorativa valuta anche la questione-tempo

Il tempo ha un valore inestimabile,
ancora di più con ritmi frenetici, le agende traboccanti e le settimane volano.

Prova a cambiare prospettiva.
Potresti negoziare qualche ½ giornata di libero.

CONTINUA A LEGGERE LA PARTE 6

Accettare un’offerta di lavoro: perché è aperta questa posizione? – parte 4

un'offerta di lavoro

Foto di Andrea Piacquadio

 

STAI LEGGENDO LA PARTE 4.

Valuta la posizione offerta

Supponiamo che tu fossi soddisfatto della “serietà” dell’azienda,
è il momento di esaminare più da vicino il ruolo che andrai a ricoprire.

Sai che ti vogliono perché ti hanno fatto un’offerta di lavoro,
quello che (forse) non sai è esattamente quello che si aspettano da te.

Assicurati di capire quali saranno i tuoi nuovi compiti. Come sarà influenzata la tua nuova quotidianità.
Giorno per giorno.

La posizione ti permetterà di utilizzare le tue competenze e le tue abilità?

Ogni lavoro ha compiti interessanti e altri noiosi.
Quello che conta è il giusto bilanciamento.

Ad esempio, se accetti un lavoro perché ti piace il contatto con le persone ma finisci (da solo) in un reparto amministrativo distaccato potrebbe non essere l’ideale.

Oppure, sei introverso e “geloso” del tuo spazio, ti ritrovi in un grande open space circondato da colleghi. Senza privacy. Non credo che sarai felice.

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Se non sei sicuro delle tue mansioni, ancora una volta, dovresti scavare un po’ più a fondo,
parlarne con i selezionatori e verificarle prima di decidere se accettare un’offerta di lavoro.

Durante il colloquio di lavoro non aver timore a porre domande dirette, critiche,
per quanto riguarda il ruolo offerto:

  • Perché è disponibile proprio questa posizione?
  • È un ruolo nuovo o una sostituzione di una posizione già aperta?
  • Quali sono le principali mansioni relative al ruolo?
  • Quali sono i principali obiettivi e le responsabilità del ruolo?

e anche:

  • È programmato un periodo di formazione per subentrare in questa posizione?
  • Come sarà valutata la prestazione lavorativa? Con quale frequenza?
  • Quali sono le sfide/criticità principali legate a questa posizione?
  • Il mio (eventuale) predecessore in quali sfide/criticità si è imbattuto?

Poni domande sul team

Le persone che lavorano al tuo fianco influenzano le tue giornate e alla lunga la tua soddisfazione lavorativa.

Chiedere delucidazioni riguardo alla squadra di lavoro di cui farai parte è fondamentale:

  • Mi può dire qualcosa di più del team di cui farò parte?
  • Chi sarà il mio referente diretto?
  • Quali sono le sfide che sta affrontando il team in questo momento?
  • Con quali altri dipartimenti il team lavora a stretto contatto?

Un’offerta di lavoro? L’intervistatore dovrebbe essere pronto a rispondere

Hai letto, riletto la descrizione della posizione.

Vuoi conoscere le competenze specifiche di cui hanno bisogno per questo ruolo.
Vuoi essere sicuro di non trovare sorprese una volta che sarai assunto.

Il selezionatore (per poter attrarre i candidati giusti) dovrebbe aver dedicato molto tempo alla descrizione della posizione (la cosiddetta job description).

Ma se descrive le attività in modo confuso oppure sembra eludere di proposito le tue domande,
allora dovresti preoccuparti.

Potrebbe essere un segnale di allarme.

È tempo di scoprire se effettivamente ti sarà possibile soddisfare le loro aspettative. Chiediti:

  • Sai quali/quante risorse ti saranno messe (effettivamente) a tua disposizione?
  • Quante persone riferiranno a te? Quali sono le loro competenze ed esperienze chiave?
  • Conosci il limite di budget o di spese?
  • Le loro aspettative di target sono realistiche?
  • Hai compreso quali sfide/blocchi probabilmente incontrerai?

Il contratto ti è chiaro?

In molte occasioni vengono fornite poche informazioni di tipo amministrativo quali inquadramento, mensilità, ferie, premi aziendali e benefit (pasti, automobile, cellulare ecc.).

Capita che il contratto di lavoro venga sottoscritto in fretta e senza particolare attenzione (anche da parte tua).

Ci si concentra più sul lavoro e la presentazione dei nuovi colleghi piuttosto che sul rapporto di lavoro.

Verifica soprattutto le clausole accessorie.
Si tratta di clausole non obbligatorie che le parti possono decidere, di comune accordo, di apporre al contratto.

Tuttavia, non è raro che te-le-ritrovi-dentro senza motivo o discussione.

Quando firmi il contratto accetti anche queste clausole.

 
SEI INDECISO SE FIRMARE? > CONFRONTATI CON IL COACH
 

Un suggerimento riguardo un’offerta di lavoro

Nel caso un’offerta di lavoro chiedi al tuo interlocutore di fornirti (preventivamente) la bozza del contratto.

Una volta ricevuta, chiedi a un professionista competente di verificarla nel dettaglio.

Se non vuoi avere rimorsi una volta accettato, evita l’amica quella-che-sa-tutto, il partner che se ne esce con “Ho letto. È tutto ok! Mi sembra …” ma piuttosto fai affidamento a un professionista HR, il tuo commercialista o un’agenzia per il lavoro.

LEGGI ANCHE LA PARTE 5

Accettare un’offerta di lavoro: come è stato il colloquio di lavoro? – parte 3

offerte di lavoro

Foto di Andrea Piacquadio

 

STAI LEGGENDO LA PARTE 3.

Il colloquio di lavoro potrebbe essere il “termometro” dell’azienda

Assicurati di ottenere una risposta a tutte le tue domande.
“Leggi tra le righe”.

Cerca di “scavare” più a fondo e di saperne di più di questa offerta di lavoro:

  • Le persone coinvolte nel processo di selezione come ti sembrano?
  • Motivate, esauste, disinteressate?
  • C’è qualcosa che ti ha colpito durante le interviste di lavoro?
  • Parlano di un ritmo di lavoro convulso? Difficoltà a condividere feedback?
  • Una direzione assente o “lontana”?

Hai incontrato i tuoi potenziali nuovi colleghi e collaboratori?

  • Come ti sei sentito in loro compagnia?
  • Durante l’attesa alla reception … che tipo di interazione hai osservato tra i vari membri del personale?
  • Senti un buon feeling?
  • Saresti in grado di adattarti facilmente?

Trascorrerai molto tempo con queste persone, probabilmente più che con la tua famiglia e i tuoi amici.
Non devi provare (necessariamente) affetto per loro.

Il colloquio ti è sembrato troppo breve? Hanno fretta?

Il colloquio di lavoro serve all’azienda per capire se tu sei il candidato giusto.
Anche per te l’intervista di lavoro è utile per comprendere se l’azienda è giusta per te.

Durante l’interazione vuoi capire. Sapere tutte le informazioni … sul luogo di lavoro, sul ruolo, il (possibile) futuro capo e i futuri colleghi.

È nell’interesse di entrambi (tuo e dell’azienda) avere il tempo necessario di chiarire tutti gli aspetti.

Se il processo di intervista ti sembrasse affrettato, l’azienda disorganizzata,
sopraffatta o senza documentazione di formazione potrebbero essere tutti segnali di avvertimento.

Offerta di lavoro: vogliono “chiudere” nel giro di 24ore?

Proprio come tu non vuoi dare l’impressione di essere con l’acqua-alla-gola,
nemmeno l’azienda dovrebbe mostrare di esserlo.

Un processo di selezione rapido (accompagnata da un’offerta salariale più alta del previsto) può essere sintomatico di un’organizzazione con poca pianificazione, con problemi a reperire personale valido e professionale per motivi (che non conosci) che non la rendono attrattiva.

Chiediti il perché!

È lusinghiero essere chiamati per un colloquio,
ma procedi con cautela quanto ti sembra che l’azienda abbia l’acqua-alla-gola.

Prima di accettare il nuovo lavoro,
chiedi in anticipo manuali aziendali e programmi di formazione.

 
SEI INDECISO SE FIRMARE? > CONFRONTATI CON IL COACH
 

Hai capito che in azienda i dipendenti sono tutti “nuovi”?

A meno che l’azienda non sia una start up o non stia investendo in un nuovo dipartimento,
questo potrebbe essere un segnale di un elevato turnover dei dipendenti.

  • Come mai tutto questo turnover?
  • C’è una cultura del lavoro tossica?

Ti viene chiesto di svolgere un compito importante (aggratis)?

Può capitare che un’azienda voglia mettere alla prova le tue capacità assegnandoti un compito da svolgere.

Se ti accorgi che ti viene chiesto di fare (a titolo gratuito) un lavoro che richiede tempo, energia,
allora ci potrebbe essere qualcosa che non funziona.

Se ti viene chiesto di svolgere incarichi di lavoro, prima di accettare,
assicurati di porre domande dettagliate su durata, investimento di tempo, ecc.

Il processo di selezione è poco chiaro?

  • Le HR dell’azienda sono oberate di lavoro e non riescono a programmare i colloqui?
  • I selezionatori usano parole troppo generiche e un gergo pomposamente “troppo” aziendale?
  • Hai capito che non sanno bene che tipo di figura stanno cercando?
  • Sembra che abbiano qualcosa da nascondere?

Tutto è (o meglio sembra) fantastico ma al-netto non ti stanno dicendo proprio nulla.

 


 

Le fasi successive di selezione sono troppe vaghe?

Se non è chiaro come proseguire … forse l’azienda non sa davvero cosa stanno cercando,
addirittura non hanno (nemmeno) bisogno di assumere.

Alcune volte, le aziende non hanno bene in chiaro la direzione,
stanno semplicemente esplorando una possibilità di assunzione (valutare l’espansione in nuove aree/zone)

Se devi valutare un’offerta di lavoro, non sentirti sfacciato e invadente a porre tante domande specifiche al tuo potenziale datore di lavoro.

CONTINUA A LEGGERE > LA PARTE 4

Accettare un’offerta di lavoro: è l’azienda giusta per te? – parte 2

accettare un'offerta di lavoro:

Foto di Andrea Piacquadio

 

 

STAI LEGGENDO LA PARTE 2.

Una cultura aziendale tossica potrebbe logorarti

A volte, un’offerta di lavoro può sembrare così buona (sulla carta) che sei tentato di ignorare i segnali di avvertimento.

portarti all’esaurimento delle energie e compromettere la tua autostima professionale.

La cultura aziendale è la somma degli atteggiamenti, degli ideali e della specificità di un’organizzazione.
Spesso è illustrata nel sito web dell’organizzazione/azienda/studio professionale.

Visita il sito web dell’azienda (anche se l’immagine digitale può essere facilmente manipolata in positivo).
Visiona con attenzione il sito per conoscere la storia, i dipendenti, la struttura della società, eventuali partner, i clienti ecc.

Troverai le informazioni nelle pagine “Chi siamo”, “About” o “Mission”

Se si tratta di una media-grande azienda troverai: numero di dipendenti, dove opera, dov’è la sede centrale, le sue succursali, il nome del direttore generale, i prodotti appena lanciati e le strategie di marketing, in modo da farti una panoramica a 360°, che ti tornerà utile durante il colloquio.

  • Quale immagine trasmette l’azienda?
  • Il linguaggio è informale, tecnico o “pomposo”?
  • Qual è lo stile? L’atmosfera? Quali sono i termini specifici più usati?
  • Ci sono molti termini tecnici o in inglese?
  • Come sono i componenti del team che ci lavorano?
  • L’azienda segue standard etici?
  • Sottolineano la diversità, l’inclusione e la meritocrazia?

Per aiutarti a identificare la cultura aziendale, in fase di colloquio non dovresti aver timore di fare domande dirette e mirate sul tipo di attività svolta dalla società, la sua storia, il suo posizionamento sul mercato.

Accettare un’offerta di lavoro: i valori dell’azienda corrispondono ai tuoi?

Avrai un’idea migliore di quali saranno le priorità e come rispondere alle varie situazioni.

  • L’azienda condivide i tuoi stessi valori?
  • Oltre ai valori dell’azienda, com’è la cultura dell’ufficio?
  • Pensa a come sei stato trattato o a cosa hai visto durante tutto il processo di selezione?
  • I dipendenti sembravano coinvolti e motivati?

Poniti queste domande, approfondisci le aree chiave, sia durante tutto il processo di selezione,
sia in fase decisionale.

Prenditi il tempo per assicurarti di “sentirti bene” riguardo al nuovo lavoro.

  • Ti adatterai alla cultura aziendale?
  • Cosa dice il tuo istinto?

Chiedi ad amici, parenti o verifica sui social network

Se sei fortunato, trovi qualcuno che è già dipendente o che ha lavorato in quell’azienda.

Puoi recuperare informazioni dettagliate sull’effettivo lavoro che è offerto, sui compiti, le conoscenze e le abilità richieste per svolgerlo.

Puoi avere chiarimenti parlando con chi già occupa un impiego simile,
in questo modo entri in possesso d’informazioni utili che non è possibile scovare in Rete.

I social (LinkedIn prima di tutto) sono un ottimo strumento per trovare profili aziendali e informazioni che cerchi.

Potresti scovare i nomi dei nuovi assunti, le società collegate e le statistiche aziendali,
ma soprattutto puoi verificare e osservare i comportamenti dei suoi dipendenti.

Accettare un’offerta di lavoro: osserva i dipendenti attuali su LinkedIn

  • Che tipo di persone sono?
  • Da quanto tempo lavorano lì?
  • Come si esprimono nei “Mi piace” e nei commenti?

Se dovessi notare molto turnover,
la cultura aziendale potrebbe risultare problematica.

 
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Controlla la presenza social dell’azienda

  • Mostrano il lavoro di team?
  • Celebrano insieme traguardi e successi?
  • Fanno attività di team building?
  • Ci sono eventi extra lavorativi?

Verifica, eventuali articoli sui media, post online oppure recensioni dei dipendenti.

Tutto questo ti aiuterà a comprendere meglio la realtà aziendale,
con chi avrai-a-che-fare.

ma attenzione!

In genere, le persone che lasciano commenti hanno sempre qualche lamentela da condividere rispetto a chi è invece soddisfatto.

Questo potrebbe darti una falsa impressione dell’azienda.

Accettare un’offerta di lavoro: l’azienda è stabile?

Solo perché un’azienda ha un bel sito, una bella immagine, un mercato collaudato,
non significa necessariamente che sia un’ottima scelta far parte del loro team.

  • Sei soddisfatto dei prodotti e dei servizi dell’azienda?
  • Dove sono posizionati sul mercato?
  • Ci sono “minacce” che potrebbero estrometterli dalla loro posizione di leader del Mercato?
  • Hanno in programma di “penetrare” ulteriormente nel loro attuale settore?

Se l’azienda opera in un mercato relativamente nuovo oppure è una startup,
potrebbe essere eccitante e stimolante, “rivoluzionario”.

Potresti ottenere grande visibilità, che non otterresti in un’azienda o mercato consolidato.

Avresti (ovviamente) meno comfort e più rischi.
Se le cose non vanno secondo i piani, potresti trovarti letteralmente senza lavoro.

Offerta di lavoro: che fare? Se decidi di accettare un lavoro con un’azienda che non ha una lunga storia di stabilità, devi essere pronto ad accettarne i rischi!

Chiediti, prima di lanciarti, quanto è solido il tuo “cuscinetto di sicurezza” finanziaria.

L’azienda è impegnata a investire in futuro?

  • In quali aree stanno strategicamente investendo?

Ti potrebbe (per esempio) essere offerto un ottimo ruolo come responsabile logistico solo per scoprire (dopo) che hanno intenzione di spostarlo all’estero.

Chiediti:

  • Il ruolo offerto è posizionato in prima linea (è il core) o nelle “retrovie” dell’azienda?
  • C’è qualche rischio nell’accettare questa offerta?

CONTINUA A LEGGERE > LA PARTE 3

Accettare un’offerta di lavoro? La difficoltà di una scelta – parte 1

accettare un'offerta di lavoro

Foto di Andrea Piacquadio

 

STAI LEGGENDO LA PARTE 1.

Hai lasciato un’ottima impressione sul selezionatore.
Nel giro di 24ore, hai fatto il colloquio, hai ricevuto l’offerta e il contratto è già pronto da firmare.
Wowww! Uhm. Anche no. Troppo bello? Perché tutta sta’ fretta??

Hai ricevuto una telefonata di una ex collega che lavora per la concorrenza.
Si è aperta una nuova posizione. È la tua posizione.
Sono interessati. Interessatissimi! Ti vogliono. Appena possibile!
Passare alla concorrenza? Ehm … Ci devi pensare bene, vero?

Sei nella tua nuova azienda da neanche 6 mesi.
Hai ricevuto un’altra buona offerta di lavoro e non sai cosa fare?
Restare nell’attuale azienda (dove ti trovi bene) o accettare un’offerta di lavoro?
Con uno stipendio maggiorato!

L’obiettivo di questo articolo (diviso in più parti) è aiutarti a prendere coscienza di tutti i fattori coinvolti nella tua decisione: l’azienda, il colloquio, la retribuzione ecc.

Mantenere un approccio molto realistico e concreto, con un forte focus sulle tue priorità e sui tuoi obiettivi, aumentando (il più possibile) le possibilità di effettuare una scelta “giusta”.

 
LA TUA CARRIERA DI SUCCESSO > scopri il percorso di coaching ideale per te
 

Accettare un’offerta di lavoro: firmare o non firmare?

Prendere ancora più consapevolezza di quanto un cambio di lavoro possa potenzialmente modificare (anche in modo significativo) il corso della tua intera carriera. E non solo.

Ecco perché (a volte) è così difficile decidere.
È opportuno focalizzarsi su alcuni dettagli su cui non dovresti transigere.

Se stai riflettendo se accettare un’offerta di lavoro non dovresti farti distrarre da informazioni superflue e opzionali.

Devi essere – il più possibile – calmo e distaccato!

Proprio come NON ha fatto Manuela

Come ho scritto nel mio libro, Manuela (una mia cliente) pensava di essere stata assunta per gestire le iniziative social marketing della sua nuova azienda, invece …

si è trovata davanti un lungo elenco di persone da contattare (quasi a freddo),
per “piazzare” un servizio (in cui non credeva neanche).

Manuela è passata in pochissimo tempo dall’euforia di un nuovo-lavoro-wow alla delusione e alla frustrazione di un nuovo-lavoro-flop, non in linea con le sue competenze e con le sue aspettative.

  • Che fare?
  • Mollare? E se poi non trovi niente-di-buono?
  • Restare? Con rischio di un’ulcera e una vita privata destabilizzata?

 


 

Il Mercato del Lavoro è-quello-che-è

Non ci si può uscirne a piacimento … e nessuno vuole passare per lo stress di una nuova ricerca di lavoro. Ancora una volta.

Manuela, durante le sessioni di coaching, ha dovuto mettere da parte le sue emozioni. Riflettere su come vedere uno spiraglio di luce in un tunnel che le sembrava così buio e spaventoso.
E senza vie d’uscita.

Anche se le cose non stavano andando come aveva immaginato, Manuela doveva resistere all’impulso di mollare tutto e iniziare una nuova ricerca di lavoro.

Era il momento di fermarsi e porsi alcune domande che probabilmente non si è fatta prima:

  • Stai contribuendo pure tu (Manuela), anche in parte, a questa situazione?
  • Stai esagerando? Hai peccato di superficialità?
  • È stato solo un errore di comunicazione? Che può essere sistemato con un colloquio?
  • Il nuovo ruolo ti ha completamento inebriato?
  • Non ti sei accorta subito che era tutto un fake?

APPROFONDISCI > Leggi il post correlato “Il nuovo lavoro è diverso da come immaginato? E Adesso?

Quando ti viene proposto un nuovo lavoro ti senti gratificato

Quando qualcuno ti ricerca, solletica la tua professionalità.
L’autostima può arrivare alle stelle.

Ma attenzione alle condizioni!
Decidere di cambiare lavoro significa mettere sul tavolo molte variabili.

Ne va non soltanto della tua carriera, ma anche le tue dinamiche familiari e personali.
Conviene pertanto resistere alla tentazione di dare risposte affrettate.

Prenditi il tempo giusto per valutare pro e contro.
Considera gli effettivi vantaggi, e poi prendi la tua decisione.

 
SEI INDECISO SE FIRMARE? > CONFRONTATI CON IL COACH
 

Se sei disoccupato …

Potresti pensare di essere in una situazione spalle-al-muro.

L’ansia e l’incertezza (di non trovare un nuovo lavoro) ti potrebbero spingere a dire subito “Dove devo firmare?”.

Tuttavia, anche se puoi pensare di avere-poco-da-perdere,
è bene non prendere decisioni avventate.

Potresti fare un vero e proprio salto nel vuoto, magari in un settore in difficoltà o andando a lavorare per un’azienda non solida finanziariamente (correndo, di conseguenza, il rischio di percepire lo stipendio in ritardo o di venire licenziato -in breve tempo- per mancanza di risorse).

Ecco perché ti invito a valutare comunque sempre bene prima di accettare (una qualsiasi) proposta di lavoro, a prescindere dalla tua condizione lavorativa.

Se invece hai già un lavoro …

Potrebbe sembrare di poter scegliere tra due opzioni.

Hai la certezza di un lavoro e che ti dà stabilità economica,
nel caso in cui questa nuova offerta non facesse veramente per te.

Chiediti se fra un anno, passato l’entusiasmo iniziale, il nuovo impiego sarà ancora soddisfacente rispetto a quello attuale?

Detto questo … quanto ne sai del nuovo lavoro?

Partiamo dalle cose sicure …
se ti hanno cercato, sottoposto un’offerta di lavoro,
evidentemente hanno trovato interessante il tuo profilo professionale.

Il colloquio di lavoro e il contratto possono diventare l’ago della bilancia della tua decisione

Durante l’intervista di lavoro mostrati per quello che sei. Dall’altro canto, sentiti autorizzato a chiedere (anche “insistere”) per ricevere tutte le informazioni sul lavoro che ti viene proposto.

  • Di che cosa ti dovrai occupare nello specifico?
  • Quali competenze ti chiedono?
  • Quali saranno gli orari di lavoro?
  • Ti sarà possibile lavorare in smart working? In quali termini?
  • Quale sarà la sede di lavoro?

Accettare un’offerta di lavoro? Valuta attentamente tutti gli aspetti

Anche se non è semplice,
non farti prendere dalla fretta di accettare una nuova offerta di lavoro.

Ancor di più se non ti trovi più bene nel tuo attuale lavoro.

Il rischio (anche inconsapevolmente) è di enfatizzare la nuova proposta,
sopravvalutare gli aspetti positivi, non vedere i segnali di pericolo,
prendere una decisione affrettata,
che ti può far cadere in un impiego ancora peggiore dell’attuale.

Nel breve termine ti costringerà a cercare nuovamente un altro lavoro.

CONTINUA A LEGGERE > LA PARTE 2.

Cosa dire i primi giorni di lavoro per fare colpo sui nuovi colleghi – parte 2

 i primi giorni di lavoro

LEGGI ANCHE > la parte 1

Fai domande – parla poco – ascolta tanto

I primi giorni di lavoro sono il momento giusto per familiarizzare con i flussi di lavoro e le politiche della nuova azienda. È anche un buon momento per chiedere chiarimenti su qualsiasi cosa di cui non sei (ancora) sicuro.

  • Fai domande.
    I primi giorni è facile cadere nel vortice di parlare molto di sé stessi.
    Lascia ai tuoi nuovi colleghi l’ultima parola.
  • Ascolta.
    Mostra rispetto e ascolta i loro suggerimenti o pensieri.
    Dimostra la tua curiosità e il desiderio di imparare.
    Sii amichevole, sorridi.
  • Tieni sempre a portata di mano un quaderno o un’agenda per prendere appunti.
    Annota tutti i dettagli che dovrai ricordare.

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I primi giorni di lavoro avrai tante domande ma non disturbare il collega che vedi occupato,
assorto nei suoi pensieri, impegnato in una chiamata o in una conversazione con un altro collega.

Non interrompere.
Puoi fare un gesto tipo “Ciao, a più tardi”.

Metti il cellulare in modalità silenziosa

Soprattutto i primi giorni di lavoro,
devi essere presente al 100% al lavoro.

Non c’è altro da aggiungere!

Primi giorni di lavoro? Non lamentarti

  • “Mi è stato insegnato a svolgere questo compito in modo diverso”.
  • “Questo non è il processo migliore per terminare questa attività”.

A volte, quando inizi un nuovo lavoro, potresti notare processi migliorabili, inefficienti o obsoleti.

Tuttavia, i primi giorni di lavoro non è il momento di criticarli.

Un cliente mi ha raccontato come i primi giorni del suo nuovo lavoro si sia lasciato andare a critiche (ironiche e poco velate) riguardo un programma informatico per la gestione delle ore lavorative delle PMI, senza rendersi conto che lo stava facendo con la persona che ha sponsorizzato (in azienda) l’acquisto di tale programma.

Fai uno sforzo per svolgere le tue mansioni lavorative nel modo in cui ti viene chiesto.
Avrai sempre tempo per le proposte, le migliorie e la revisione delle prestazioni.

 
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Chiedi consigli

  • “Davvero? Lavori qui da così tanto tempo! Hai qualche consiglio per qualcuno che ha appena iniziato?”
  • “Potrei avere il tuo suggerimento su questo?”

Le persone sono sempre lusingate quando vengono trattate come esperte.
Non aver paura di chiedere consigli e assicurati di far sapere alle persone che apprezzi le loro opinioni.

Porre domande ai tuoi colleghi su come ottenere risultati migliori nel tuo lavoro può aiutarti a sviluppare relazioni professionali. Darti informazioni preziose sui modi in cui puoi migliorare.

Primi giorni di lavoro: non spettegolare

  • “Ho sentito che il mio capo sta uscendo con la figlia del direttore finanziario. È vero?”
  • “Chi è la biondona alla reception?”

Ricorda di mantenere conversazioni educate e professionali durante le prime settimane di lavoro.
Astenerti dai pettegolezzi può aiutarti a guadagnare rispetto nel tuo nuovo posto di lavoro.

Qualunque cosa succeda, evita di spettegolare i tuoi primi giorni di lavoro (e non solo).

È facile cadere nella trappola di gossippare sugli altri per fare il simpaticone o sembrare uno “della banda”
ma se lo fai, danneggerai la tua reputazione.

 
SUGGERIMENTO > Se qualcuno ti lancia una battuta o lamentele sul collega oppure sul capo, non seguirlo solo perché vuoi creare un legame. Piuttosto, accoglilo con un sorriso di circostanza. Capirà che con te non attacca.
 

Non fare il saputello

Questa è una buona regola da ricordare, non solo i tuoi primi giorni di lavoro.

Soprattutto quando incontri per la prima volta i tuoi nuovi colleghi.

Il tuo primo istinto potrebbe essere di mostrare (in tutti i modi) quanto sei brillante e capace.

La verità è che, se ti manca l’umiltà e il rispetto per gli altri, non sarai mai visto dai tuoi nuovi colleghi come un giocatore di squadra.

La voglia di impressionare può portarti fuori strada, quindi ricorda che sei un già stato assunto:
non devi stupire i tuoi nuovi colleghi (almeno non ancora).

Resisti alla tentazione di impressionare a ogni costo, osserva il tuo ambiente lavorativo,
cerca (veramente) di capire come lavora l’azienda,

Mostra il tuo genuino interesse per le persone, vedrai,
i risultati saranno potenti!

 
SUGGERIMENTO > leggi il post con la storia di Edoardo (arrivato nel nuovo lavoro con tanta sicurezza ma poi ..)
 

Goditi il momento

Potrebbe esserci voluto del tempo ed energia per ottenere questo nuovo lavoro.
Essere assunto in questa azienda, per questa posizione.

Quindi, non dimenticare di … essere felice!

Sorridi.
Sorridi quando incontri nuove persone e stringi loro la mano.
Presentati a tutti e metti in chiaro quanto sei felice e impaziente di essere lì.

Farai colpo sui tuoi colleghi!

Mostra interesse per i ruoli dei tuoi colleghi

Se vuoi – sin da subito – lavorare in modo più efficace, sapere da chi andare con determinate domande o richieste (piuttosto che vagare senza meta),
è necessario avere una solida conoscenza di ciò che esattamente fanno i tuoi colleghi.

Scopri cosa fa ogni persona in azienda.

Anche se hai appena cominciato a lavorare – facendo domande sul ruolo – oltre a dimostrare il tuo sincero interesse, sarai apprezzato per il fatto di voler dare subito il tuo contributo,
senza andare a traino degli altri.

 


 

Primi giorni di lavoro: esprimi il piacere di unirti al team

Tutti amano sentirsi apprezzati.

Se (davvero) ti senti eccitato e grato di avere l’opportunità di lavorare con queste persone,
esprimilo apertamente.

Ringraziali per i loro contributi e il loro aiuto.

Ricorda anche che …
il tuo arrivo per qualcuno del team potrebbe essere visto come una minaccia.

Anche se sei l’ultimo dei carrieristi,
può succedere che qualcuno ti veda come un temibile concorrente.

In conclusione …

è importante capire come interagiscono le persone e regolare il tuo stile di lavoro sulla base di ogni personalità. Almeno i primi giorni.

Tuttavia, non dovresti essere troppo duro con te stesso se non va tutto alla perfezione.
Se cerchi di ottenere troppo da te stesso, potresti sentirti sopraffatto.

REMINDER > Il tuo approccio iniziale farà una notevole differenza sul successo o fallimento della tua permanenza in azienda!

Cosa dire i primi giorni di lavoro per fare colpo sui nuovi colleghi – parte 1

i primi giorni di lavoro

I primi giorni di lavoro, di solito, c’è un divario tra ciò che dovresti fare e ciò che accade effettivamente.

Non dovresti trascurare alcun compito o dovere,
ma potrebbero essercene alcuni che i tuoi colleghi si aspettano implicitamente da te.

Meglio scoprirlo il prima possibile.

Sii disponibile

  • “Di cosa hai bisogno?”
  • “Posso aiutarti in qualche modo?”
  • “Vuoi una mano con quello?”

I primi giorni di lavoro, dare priorità alle persone rispetto ad altre attività, può aiutarti a costruire buone relazioni professionali con i tuoi nuovi colleghi.

Aiutare è sempre un buon modo per impressionare.
Mostrare la tua energia positiva e spirito di squadra saranno contagiosi.

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Fai sapere ai tuoi nuovi colleghi che sei lieto di dare una mano,
anche su progetti che non sono nel tuo to-do.

Non puoi sapere se il tuo aiuto sarà apprezzato o visto come un’imprudente intrusione, ma se lo fai con rispetto, prudenza e senza prevaricazioni, dimostri la tua volontà di lavorare nell’interesse della squadra,
e non solo per te stesso.

Offrire il tuo aiuto è un ottimo modo per dare un’impressione positiva ai membri del tuo nuovo team,
ma è anche un’ottima strategia per acquisire esperienza pratica e una migliore comprensione di “come funzionano le cose”.

Non rifiutare l’invito a pranzo

  • “Sì, mi piacerebbe pranzare con te/voi. A che ora?”

È importante creare una prima impressione positiva.
Dimostrare che sei pronto a socializzare con la tua nuova squadra.

Se ti viene offerto di andare a pranzo con il tuo nuovo capo e colleghi,
non esitare, vai!

Se l’ora dell’invito a pranzo è in conflitto con una riunione o un’altra attività urgente,
rifiuta gentilmente l’invito e chiedi la disponibilità per il giorno successivo.

Tuttavia, detto questo, i primi giorni del nuovo lavoro potrebbe capitare anche di mangiare da soli.
Perché farne un dramma? Non c’è confidenza, familiarità, ognuno resta sulle sue.

Non aspettare che siano gli altri a estendere l’invito.
Fai un respiro profondo, mettiti in gioco e chiedi di sederti con un gruppo di nuovi colleghi durante il pranzo.

Fare il primo passo ti farà apparire una persona (oltre che fiduciosa) anche amichevole e disponibile.

 
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Mostra la tua personalità restando professionale

Fai domande pertinenti man mano che conosci i colleghi.
Pensa ad alcuni fatti che puoi condividere quando ti viene data l’opportunità.

Ecco alcuni argomenti che ti permettono di mostrare ai colleghi la tua personalità il primo giorno di lavoro:

  • Animali domestici: gli animali domestici sono un ottimo modo per trovare interessi in comune con altri colleghi.
  • Evento: può essere un evento in azienda, nel mondo oppure un avvenimento sportivo o culturale, un fatto di cronaca (senza entrare in quella becera e violenta).
  • Hobby: condividere che frequenti un corso di ballo o una particolare serie televisiva può aiutarti a fare amicizia con i tuoi colleghi.
  • Luogo: hai vissuto per tutta la vita in questa città? Magari ti sei trasferito per il tuo nuovo lavoro, questo può essere un altro spunto interessante da condividere con i nuovi colleghi.

SUGGERIMENTO> puoi trovare spunti interessanti leggendo il mio post su cosa dire
 

Non parlare male della tua vecchia azienda o capo

  • “Questi computer sono il Top. Dove lavoravo prima erano davvero obsoleti”.
  • “Il mio vecchio capo era veramente pessimo nella gestione del team”.

Parlare negativamente di un’esperienza lavorativa può sminuire l’esperienza positiva che stai iniziando nel nuovo lavoro.

Concentrati su quanto sei entusiasta di questa nuova opportunità e lascia il tuo ultimo lavoro nel passato.
Questo può mostrare ai tuoi nuovi colleghi che hai un atteggiamento positivo e rivolto al futuro.

 
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Non criticare la nuova azienda

Se non devi disapprovare l’azienda precedente, ancor di più non criticare l’organizzazione, la struttura o l’equipaggiamento digitale dell’attuale azienda.

Se la tastiera del tuo PC non funziona puoi chiederne gentilmente la sostituzione,
ma se il modello del tuo smartphone non è di ultima generazione,
non essere negativo, critico o ironico (almeno non ancora).

I primi giorni di lavoro? Prepara una presentazione di te …

Ehi! Non penserai davvero di nasconderti dietro lo schermo del PC.

Non aspettare che siano i tuoi nuovi colleghi a contattarti.
Fatti coraggio, prendi iniziativa e presentati.
A tutti.

 


 

I primi giorno di un nuovo lavoro presumibilmente dovrai presentarti di frequente.
Condividere ripetutamente le stesse informazioni su di te:

  • Il tuo nome
  • Il tuo titolo
  • La tua nuova posizione: potrebbero esserci colleghi che hanno solo una vaga idea del tuo ruolo oppure vogliono semplicemente avviare una conversazione.
  • La tua precedente azienda: molti nuovi colleghi probabilmente ti chiederanno del tuo precedente posto di lavoro, la precedente esperienza lavorativa. Potresti condividere il tuo background e creare connessioni con colleghi che potrebbero avere un bagaglio simile.
  • Un fatto interessante: se ti sei trasferito in un nuovo posto per la posizione o stai iniziando una carriera in un nuovo settore, queste informazioni possono aiutare i tuoi colleghi a conoscerti meglio.

Non devi dire la stessa identica frase a tutti i colleghi che incontri, ma puoi pensare in anticipo a cosa vuoi dire ai tuoi nuovi colleghi per facilitare il processo di presentazione.

  • “Ciao, sono Michele e sono nuovo nel team di vendita. Sono originario di Lugano, ma mi sono trasferito qui a Milano per questo lavoro. Non vedo l’ora di conoscere tutti!”

SUGGERIMENTO> Prepara un elevator pitch. Preparati a spiegare in 30 secondi chi sei e dove hai lavorato prima.

… e per le presentazioni di gruppo

Potrebbe capitare che siano i team leader o i manager ad assumersi il compito di accompagnarti per presentarti a team interi o dipartimenti al completo:

  • Ricordati di indicare il tuo nome e il tuo nuovo titolo in azienda.
  • Parla chiaramente. È importante parlare chiaramente in modo che il gruppo possa ascoltare la tua presentazione.
  • Sorridi mentre parli. Questo può dimostrare che sei amichevole e dare un tono positivo per l’introduzione con i nuovi compagni di squadra.
  • Sii breve. Non tutti gli scambi devono essere lunghi. Stabilisci un contatto visivo.

Termina con una dichiarazione positiva.
Può aiutarti a concludere la tua introduzione con una nota positiva.

  • “Ciao, team di vendita! Sono Michele. Sono il nuovo marketing specialist. Non vedo l’ora di conoscervi tutti!”
  • “Sono entusiasta di conoscere tutti”
  • “Non vedo l’ora di iniziare questo progetto”

Cerca di ricordare i nomi di chi lavora con te (saranno colpiti se li saluterai per nome il giorno dopo).
I gesti (come questi) possono fare una grande differenza!

CONTINUA A LEGGERE > la parte 2

10 cose da evitare se vuoi il successo professionale

il successo professionale
Foto Pixabay

Se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi (grandi o piccoli, poco importa) è senz’altro utile comprendere cosa-fare per avere il successo professionale.

Altrettanto importante è conoscere anche cosa-non-fare.

Ecco 10 cose da evitare se vuoi ottenere il successo professionale:

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Non aspettare il “momento perfetto” per agire

Non aspettare il momento giusto per agire perché il momento perfetto potrebbe non arrivare mai.

Non avere timore di fallire e di sbagliare, nella vita non ci sono certezze e non esistono garanzie di successo.

Tuttavia, se non provi (e non ti butti) è garantito che fallirai.
.

Non lasciare “lievitare” i problemi

Affronta i problemi appena possibile.

Le cose più difficili vanno affrontate subito. Rimandare o (peggio) ignorare un problema vuol dire trasformarlo in “qualcosa” di sempre più grande, magari ingestibile.

Sarai ancora più logorato dallo stillicidio di attesa, ansia e stress.

Non aspettarti risultati immediati

Non pensare che il successo professionale arriverà “rapido” e “facile”.

Occorre tempo e fatica.

Ognuno si evolve al suo ritmo, nessuno sa quanto tempo ci vorrà per ottenere progressi rilevanti.

.

 
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Non percepire le difficoltà come ostacoli insormontabili

Quando sei di fronte a una difficoltà, non fare drammi, non disperarti o rassegnarti.

Vedi questo impedimento “semplicemente” come un problema da risolvere … un ostacolo da superare!

Questa esperienza ti renderà ancora più forte.

 


 

Non preoccuparti di piacere a tutti

Riconosci che non hai bisogno di accontentare tutti, in ogni momento.

Non aver paura di dire “no” o “perché”, quando è necessario.

Sforzati di essere gentile e leale. Non essere sconvolto se non piaci o non sei accettato da tutti.

Non sprecare energia per cose che non puoi controllare

Non sprecare energia e capacità su cose/fatti che non dipendono da te.

Non puoi controllare gli altri ma solo gestire la tua reazione, il tuo atteggiamento.

Concentrati sulle prossime azioni e solo su ciò che puoi controllare nella tua vita.

 
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Non rinunciare dopo un fallimento

Invece, usa il fallimento come un’opportunità per crescere, imparare, fare un progresso e correggere la direzione.

Gli errori ci insegnano cosa non ha funzionato, cosa dovremo fare di diverso la prossima volta.

Gli errori sono i gradini che ci portano al successo.

Non cercare scuse

Assumi la responsabilità dei tuoi errori.

Se le cose non vanno come previsto o qualcosa va storto, prenditi l’onere di risolvere il problema.

Non trovare giustificazioni. Le scuse sono a uso esclusivo di indecisi e incompetenti.

Non lasciarti condizionare da persone negative

Ignora gli scettici, i lamentosi e i pessimisti.

L’energia è contagiosa.

Ascoltando continuamente problemi, lamentele, pessimismo ti sentirai a tua volta stanco e logoro.

Non mollare. Mai!

Ottenere il successo professionale non è cosa-facile.

Ci vuole tempo. Fatica. Dedizione, coraggio, costanza.

Anche al tuo livello (grande o piccolo che sia, non importa).

Fare un errore nel nuovo lavoro? 5 cose da ricordare

fare un errore

Foto di Vanessa Sezini

Hai timore di chiedere sempre le stesse cose?
Sbagliare quelle più semplici?
Hai la sensazione di sentirti “pesante”? Con un approccio poco Smart?

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La paura di fare un errore nel nuovo lavoro può capitare indistintamente sia al neoassunto sia a chi ha lunga esperienza sulle spalle.

Dimenticare alcuni passi delle procedure, ignorare la gerarchia aziendale, credere di avere ragione ripetendo a memoria qualche riga letta chissà dove. Non fare le cose richieste oppure rimandare quelle importanti.

Detto questo … tutti commettiamo errori!
Sono parte della nostra vita professionale.

Le conseguenze di un errore sono abbastanza difficili da accettare.
Ma se sarai in grado di farlo, sarai una persona “migliore”.

1. Riconosci gli errori come … errori

Accettare di aver commesso un errore (soprattutto nel nuovo lavoro) è dura.

È penoso ammettere che aver fatto qualcosa di sbagliato da “nuovo arrivato”,
ma la scelta più debole che puoi fare è rifuggire dall’errore oppure provare a scaricare la colpa agli altri.

Non puoi imparare da un errore finché non riconosci che si tratta di un … errore.

Quando accetti la totale responsabilità delle tue azioni che hanno causato l’errore,
vuol dire che stai sviluppando una mentalità forte.

Non ti preoccupi per il futuro o il passato, ma ti concentri sul presente.

 
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2. Non lasciare che la paura di sbagliare ti blocchi

Non c’è successo, senza fallimento.

Svolgendo nuove mansioni, si rischia di commettere un errore, ma anche di aprire la porta alla creatività e all’innovazione.

È fondamentale accettare l’errore e vedere cosa si può imparare da esso.
È un’opportunità per imparare a migliorare sé stessi.

Se impari dal tuo errore, sarai in grado di andare avanti.
Procedere con il tuo prossimo passo.

Non restare bloccato.
Dopo aver commesso un errore, riprovaci dicendo: “Ok. La prossima volta farò …”

Errori ripetuti ti “insegnano” che ci sono altri modi possibili per fare le cose per bene.

 


 

3. Gli errori non definiscono chi sei

Quando si cade in un errore nel nuovo lavoro, è facile che questa “macchia” ti definisca come professionista,
ti fa apparite colpevole e inadeguato.

Tutti fanno errori ma gli errori non definiscono chi sei.

Cancella la percezione di fallimento.
Non associare l’errore alla tua persona.

Aver fallito, ti autorizza inoltre a considerarti una persona fallita, mancata.
Come se fossimo ancora a scuola, ti dai sempre un voto, una valutazione, un giudizio,
una sentenza inappellabile e spietata: se “ho fallito” vorrà dire che “sono fallito”.

Dopo un errore, dobbiamo ristrutturare le nostre convinzioni.
Smussare gli angoli dell’autocritica più tagliente:

  • “Io non sono un errore”
  • “Ho commesso un errore”.

La differenza è evidente. Non trovi?

4. Accetta che non puoi controllare tutto

Non si può controllare tutto,
accetta che a volte le cose semplicemente non funzionano.

Non incolparti per errori che potevi evitare.

Con l’esperienza ti rendi conto che anche quando succede,
il mondo continua a girare e la vita va avanti.

Impara da queste esperienze e diventa più maturo,
più resiliente.

Prenditi un momento per pensare agli errori che hai fatto,
e il modo in cui hai riparato.

 
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5. Perdona te stesso

Hai fatto un errore che ha avuto conseguenze negative?

Bene! Anzi male. Hai fatto tutto il possibile per sistemare le cose, ma sei anche in grado di andare avanti e perdonare te stesso,
sapendo che non sarà l’ultima volta che farai qualcosa di sbagliato.

Dopo tutto, sei umano.
Essere in grado di sorridere dei tuoi errori è un importante segnale di maturità.

Può essere difficile da vedere l’umorismo in un errore ma, con un po’ di distanza,
sarai in grado di riderci un po’ su.

In futuro sarai senza dubbio più calmo quando affronterai una situazione simile. L’errore è diventato una preziosa opportunità per acquisire esperienza.

E quando hai guadagnato con esperienza,
sarai più sicuro di te stesso.

I primi giorni nel nuovo lavoro segui “l’onda”

Quando cominci un nuovo lavoro cerca di essere impeccabile ma non maniacale.

Resisti alla tentazione di impressionare in modo ossessivo, osserva il tuo ambiente lavorativo cercando di capire (veramente) come lavora l’azienda. Mostra il tuo genuino interesse per le persone che ti circondano.

Nelle prime settimane, non esagerare ed evitare sbagli che possano compromettere la tua immagine professionale.

Non devi essere un supereroe.

Evita anche i giudizi affrettati, poiché ci vorrà del tempo prima di capire cosa ti piace/cosa non ti piace del nuovo lavoro. Comprendere veramente le dinamiche della tua nuova azienda,

Giudicare il lavoro sulla base di quello che accade nelle prime settimane è inutile.
Di solito, finisci per ricrederti.

Ansia del nuovo lavoro? Ma va! La lezione di Edoardo “lo spavaldo”

il nuovo lavoroFoto di Andrea Piacquadio

Dopo tanta attesa, è finalmente arrivato il gran giorno per Edoardo.

Inizia l’avventura nel suo nuovo posto di lavoro quale Manager Corporate Procurement (funzione cruciale dell’Ufficio Acquisti) per una grande azienda del Nord Italia.

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Come saranno i nuovi colleghi?
Amichevoli e sorridenti oppure indisponenti e boriosi?
E il nuovo capo? Nel colloquio di lavoro sembrava un po’ scorbutico… boh?

Ansia del nuovo lavoro? Macché!
Edoardo è pronto. Confidente.

Ha già ricoperto (con successo) tale posizione in passato. Sa cosa lo aspetta. Sa che non può permettersi di fare errori grossolani, da principiante, deve giocarsi (da subito) una prima buona impressione.

Edoardo è convinto di utilizzare il suo solito approccio

Quello “giusto” … quello che funziona … il famoso “metodo Edo”. “So il mio lavoro”, “Ho sempre fatto così … e funziona”.

Con la testa ridondante di complimenti – ricevuti nelle aziende precedenti- ha operato con lo stesso assunto di sempre: sarà “facile”.
Ovvio.

Volendo impressionare (a tutti costi) capi e colleghi, Edo si è presentato in azienda e ha spinto subito per il cambiamento … pensando che questo fosse il modo migliore per proporsi,
mettere in mostra il suo valore. Altro che ansia del nuovo lavoro!

Edoardo rifiutava di aspettare, dare tempo, chiedere indicazioni, consigli, non ascoltava gli appelli alla prudenza (di un ex collega). Sempre confidente, al massimo.

La sua determinazione si è trasformata in breve in testardaggine.
Cocciutaggine.

Edoardo ha mostrato una fiducia sproporzionata nelle sue intuizioni, nella sua competenza.
Purtroppo, senza entrare troppo nei particolari, in poco tempo la sua pressione gli si è ritorta contro.

Edoardo si è arenato

Le “partenze a razzo” a volte funzionano, altre no.

Le persone coinvolte hanno opposto “resistenza”,
lasciando Edoardo in una sorte di limbo ansiogeno e stressante di cambiamenti che non avvenivano e risultati che non arrivavano.

Non sono poche le persone (come Edoardo) che si sentono le più capaci e competenti dell’azienda.

 


 

Si sorprendono quando non vedono riconosciute le loro grandi capacità.
Sono convinte che la loro personalità sia superiore e che le loro intuizioni siano più brillanti di quelle degli altri.

Molte persone sono (come nel caso di Edoardo) davvero intelligenti e Smart, capaci e competenti,
ma molto spesso purtroppo hanno “già tutte le risposte”,
non ascoltano e non rispettano i “tempi giusti”.

Edoardo non ha capito che ci sono anche “regole” non scritte che devono essere onorate,
tempi che devono essere rispettati, e non sempre saper fare un buon lavoro è sinonimo di successo.

La sicurezza in sé stessi è una qualità necessaria

Una buona dose di autostima è fondamentale per affrontare le sfide,
superare gli ostacoli ed emergere in questo mondo sempre più competitivo.

Tuttavia, c’è il lato oscuro dell’eccessiva fiducia in sé.

Edoardo è passato da energico e ridondante a titubante e indeciso. Adesso, ogni azione che intraprende è accompagnata dal dubbio e dell’indecisione (manco fosse uno stagista alle prime armi).

Edoardo è mortificato per aver “miseramente fallito” in qualcosa che pensava fossero i suoi punti di forza:

  • “Cosa sta succedendo?”
  • “Questa era l’unica area sicura del mio talento”
  • “Sono stata un fake tutti questi anni?”

Abbiamo cominciato a “fare coaching” perché Edoardo si sente in grande difficoltà, “ammettendo” di aver bisogno di un supporto professionale con cui confrontarsi.

Accettare di non essere perfetto è un ottimo punto di partenza per la sua crescita professionale.

 
LA TUA CARRIERA DI SUCCESSO > scopri il percorso di coaching ideale per te
 

La lezione di Edoardo

È un promemoria per tutti quelli che cominciano un nuovo lavoro:
non importa quanto tu sia pertinente o competente … ci vuole tempo e umiltà.

Che non vuol dire essere attendista, titubante e remissivo.

Una persona umile è sempre consapevole dei propri limiti, non si celebra per i risultati positivi che ha conseguito, e non ha nulla da dimostrare agli altri.

L’umiltà al lavoro è una dote importantissima

Favorisce la crescita personale e l’apertura alle opinioni degli altri. Avere (tanta) fiducia può giocare a tuo favore, ma l’umiltà equilibra gli effetti dannosi del narcisismo.

Essere naturalmente capace e competente, non significa che tu non abbia nulla da imparare o da migliorare.

Invece di essere scoraggiato, Edoardo deve prendere conforto dal fatto che è normale.
Persino prevedibile.

Prima di “schiacciare sull’acceleratore”, doveva porsi delle domande che potevano evitare le trappole e le resistenze che accompagnano ogni cambiamento:

  • Come sono prese le decisioni in azienda?
  • Quali saranno gli impatti operativi e finanziari?
  • Come la prenderanno le persone coinvolte?
  • Saranno contente del cambiamento o preferiscono lo status quo?

(per inciso, Edoardo ha saputo rispondermi –in modo pertinente– solo alla seconda domanda).

 
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Valorizza le tue competenze, difendi la tua posizione e la tua preparazione

Ansia del nuovo lavoro? Non permettere a nessuno di “insegnarti il lavoro” ma mantieni la giusta umiltà per ricevere consigli. Metterti in discussione.

Se ti capita una situazione difficoltosa, esponi e discuti sempre le tue idee,
specie quando sono molto valide.

Non dimenticare che l’inizio di un nuovo lavoro è un momento elettrizzante, ma anche molto delicato.
Va gestito nel migliore modo possibile, sia per tenere a freno l’ansia dell’ignoto,
sia per gettare le basi di una serena collaborazione con i colleghi e i superiori.

Il coaching può fare la differenza nel tuo sviluppo, e per ansia del nuovo lavoro, quando sei un giovane imprenditore, manager o quadro, prima volta capo … approfondisci l’argomento!