Come motivare il tuo team. Carota-bastone? Incentivi? Prima di tutto non devi …
I giovani leader (e non solo) mi chiedono di conoscere le tecniche di motivazione perché lavorano con dipendenti e collaboratori (a loro dire) indifferenti e demotivati.
Sono convinti che si parlerà di carota-bastone, remunerazioni,
benefit come strumenti motivazionali,
frasi a effetto per “risvegliare” la motivazione assopita e tecniche d’avanguardia di un famoso guru americano.
Infatti,
spesso la domanda che risuona è …
“Come si fa a motivare le persone?“
Uhm …
la domanda non è sbagliata.
Ma va presa da un’altra prospettiva.
Prima di sapere come motivare gli altri …
sei consapevole degli atteggiamenti o dei comportamenti che stanno (in modo diretto, indiretto, consapevole o no) demotivando le persone che lavorano con te?
Quando sono state assunte,
queste persone sicuramente non erano svogliate,
annoiate, diffidenti, indifferenti,
-come me le stai descrivendo adesso-
altrimenti non sarebbero state ingaggiate. Vero?
Nel corso del rapporto di lavoro,
si verificano situazioni e azioni che demotivano le persone.
Qualcosa “accade” ai dipendenti che si … spengono.
Come, no?
Certo che si!
Prima di tutto … non demotivare
Prima di toccare gli aspetti motivazionali più tecnici partiamo dall’inizio.
Anzi dal negativo.
Anziché partire da cosa-fare … iniziamo da cosa-non-fare.
La motivazione aumenta quando i team leader …
smettono di de-motivare le persone che lavorano con loro.
E in particolare quando si è in presenza:
Azioni senza motivo
Le persone hanno bisogno di conoscere lo scopo,
il fine o il traguardo più alto.
Se non capiscono il significato complessivo del loro lavoro,
perdono la passione e l’entusiasmo.
Senza scopo,
le ore di lavoro sono prive di significato.
Chiediti:
“Capisco le ragioni (il perché) delle mie azioni?”
“Riesco a comunicarle chiaramente ai miei collaboratori?”
Incoerenza
“I giovani non hanno bisogno di sermoni,
i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo.”
Sandro Pertini
Per uccidere la fiducia delle persone in un colpo solo – e senza possibilità di espiazione – è sufficiente …
non mantenere la parola data.
Non sono pochi i lavoratori che si lamentano di un’opportunità promessa che non si è mai materializzata o del proprio capo che ha preso credito per il lavoro …
fatto dai collaboratori!
Onestà, integrità e fiducia sono assolutamente essenziali per la gestione del team e per il successo professionale.
L’incoerenza è un boccone amaro da digerire.
Per tutti.
Chiediti spesso:
“Sembra che non dia fiducia al mio team quando comunico qualcosa?”
Spostamenti improvvisi o obiettivi irraggiungibili
I collaboratori che lavorano per raggiungere obiettivi di performance che inaspettatamente vengono spostati sentono spegnere il loro fuoco motivazionale.
Se fissi scadenze e obiettivi non realistici stai demotivando i tuoi collaboratori o dipendenti perché le persone sono consapevoli che non potranno mai raggiungere quel traguardo impossibile.
La motivazione sgorga solo quando si pensa di riuscire o di raggiungere “qualcosa”.
Ma se imposti l’obiettivo troppo lontano (o fuori dalla portata) le persone rinunciano.
Già alla partenza.
Poniti alcune domande:
“Capisco i miei obiettivi?
Sono coerenti con quello che sto comunicando ai miei collaboratori?
Sono raggiungibili?
Come reagirei (quale sarebbe la mia reazione emotiva) davanti a questo traguardo?”
Favoritismi
Spesso (forse senza rendercene neanche conto),
coinvolgiamo sempre e solo le stesse persone … manifestando le nostre preferenze in maniera evidente.
È naturale e normale,
sentire maggiore feeling e simpatia per alcune persone rispetto ad altre,
ma se poi facciamo favoritismi e dimostriamo parzialità,
perdiamo la stima di tutto il team e creiamo demotivazione.
Naturalmente ci sono collaboratori che sono e devono essere più coinvolti rispetto ad altri ma è necessario coinvolgere (con le dovute differenze) ogni membro del team.
Chiediti:
“Può essere che -senza neppure rendermene conto- stia comunicando più con alcune persone del team rispetto ad altre?
Come posso comunicare più efficacemente, esprimere più rispetto ed empowerment a tutti?”
Non riconoscimento
Una stretta di mano e un semplice “Grazie” o “Ottimo lavoro!” detto con sincerità,
guardando negli occhi il tuo collaboratore … non ha prezzo!
Eppure…
A chiunque farebbe piacere
sapere che sta lavorando bene.
I dipendenti che non si sentono compresi e apprezzati (per i loro sforzi) perdono gradualmente entusiasmo.
Ricevere solo disposizioni dall’alto,
senza partecipare (pur minimamente) al processo decisionale,
fa sentire le persone senza importanza.
Domandati spesso:
“Con il mio team sto dando tante cose per scontate?
Sto riconoscendo e ringraziando i miei collaboratori quando mi aiutano attraverso compiti difficili?
So apprezzare i talenti del mio team e il loro duro lavoro??
Se vuoi sapere come motivare complimentando i tuoi collaboratori fai click qui.
Mancanza di considerazione nelle capacità delle persone
Perché non chiediamo mai (a chi lavora con noi) pareri e feedback?
Perché tratteniamo le informazioni e non le condividiamo?
Condividere le informazioni è un grande atto di fiducia e un riconoscimento molto potente per chi lavora con te.
Distribuire le varie responsabilità,
condividere le informazioni è un attestato di fiducia per i collaboratori …
è come dire a ciascuno di loro “Io mi fido di te”.
More: scopri il percorso di coaching ideale per potenziare la gestione del tuo team
Quando i leader sono trasparenti, sinceri e onesti,
le persone sono motivate.
Quando vedono i loro leader trattenere informazioni (anche di poca importanza),
si chiedono perché non rientrano nella loro cerchia di fiducia.
Domandati spesso:
“Sono trasparente e sincero con il mio team?
Sto distribuendo le informazioni?
So distribuire i compiti, le mansioni e il riconoscimento?”
Focus solo sugli errori
Ogni volta che viene commesso un errore,
non te-ne-uscire con la solita domanda “Di chi è la colpa questa volta?”.
Focalizzarsi regolarmente sugli errori,
cercare sistematicamente un colpevole
crea un ambiente negativo,
ansioso, da “scaricabarile”,
da sospetto, da “caccia alle streghe” e
ovviamente di demotivazione.
È molto più produttivo canalizzare le energie per capire come risolvere il problema e fare in modo che non si ripresenti più.
Chiediti di frequente:
“Sono concentrato di più sui problemi o sulle soluzioni?
Mi interessa sapere chi ha sbagliato per poterlo punire?
Quando identifico il “colpevole”, gli spiego come fare per migliorare o lo cazzio soltanto?”
Tutto dovuto: non esiste “Per favore” e “Grazie”
Due semplici ma molto apprezzate parole.
È facile dire “grazie”, sono solo sei lettere, è breve, diretto e vale molto più di mille parole.
Purtroppo “Grazie” e “per favore” sono le parole che si sentono meno (non solo in ambito lavorativo),
nonostante racchiudano un grande valore positivo,
soprattutto nei momenti più difficili.
Non ottenere i risultati sperati può essere scoraggiante,
comunque prima di scaricare la colpa sui tuoi collaboratori,
è essenziale che tu prenda coscienza del tuo atteggiamento e comportamento.
Motivare è un impegno quotidiano
Con un po’ di pazienza e consapevolezza, potresti scoprire come aiutare e sostenere al meglio il tuo personale, superare questi problemi di demotivazione,
e trasformarli in una storia di successo.
Se desideri approfondire il tema della team leadership e saperne di più su come motivare il tuo team,
scopri il coaching sulla gestione del team ma soprattutto ricorda che …
motivare è un impegno quotidiano,
un “paziente costruire” e richiede tutta la tua attenzione e il tuo coinvolgimento.