Chiedere una promozione: cosa fare se la risposta è NO

chiedere una promozione

Foto di Kat Jayne da Pexels

Hai lavorato sodo nell’ultimo anno.
Ti sei messo in gioco con progetti improbabili che nessuno voleva.
Hai dato fondo a tutte le energie per essere la persona giusta giusto al momento giusto.

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Hai chiesto la promozione al lavoro ma … la risposta è stata no.

Ahia! Che botta.
Un cazzottone in pieno viso che ti lascia spiazzato e disorientato.
È facile provare delusione e frustrazione.
Rabbia. Ci sta.

Chiedere una promozione: il no fa male

Appena ti sei ripreso, la tua prima reazione è stata di rispolverare il tuo CV,
escogitando un piano per uscire appena possibile.
Non ti meritano.

Stop.
Non lasciare che questa battuta d’arresto faccia saltare tutto.

Non sono pochi (nella mia esperienza) i clienti che iniziano un percorso di coaching dopo una bocciatura per una promozione che pensavano di meritare.

Molti sono tornati più “forti” di prima.

Calma e ancora calma

Il boccone è difficile da digerire. Aspetta di calmarti prima di fare qualsiasi cosa.
Non agire in modo impulsivo, non aggravare il problema con uscite sprezzanti o comportamenti vendicativi.
Taci. Non muoverti.

Rabbia e risentimento rischiano di infilarti in una spirale di atteggiamenti rancorosi e contestatori che possono portarti a pericolosi comportamenti sabotanti.

Indirizza le tue emozioni negative.
Ricorda il grande sforzo che hai fatto per costruire la tua reputazione professionale.

Riprendi il controllo emotivo, reindirizza i tuoi turbamenti negativi.
Trasforma quest’esperienza negativa in un’opportunità di apprendimento.

Torna in ufficio con rinnovata energia e intensità,
desideroso di non permettere che questa battuta d’arresto abbia strascichi sulla tua fiducia e la tua carriera professionale.

Chiedi un appuntamento

È il momento di scoprire “cosa è successo”.

Troncare, il prima possibile, le supposizioni che si intrecciano pericolosamente nella tua mente.
 


 
Meglio evitare anche confronti e pareri con i colleghi (“Secondo te perché mi hanno detto no?”).
Iniziare la caccia agli indizi.

La mossa migliore per scoprirlo è andare direttamente alla fonte:
le risorse umane, il titolare o il tuo capo/a.

Lo scopo dell’incontro non è quello di vociare e accusare le persone che sono state coinvolte nella decisione. Puoi solo renderli difensivi e arrabbiati, giustificando così la loro decisione di non promuoverti.

Piuttosto prova a coinvolgere la persona in una conversazione professionale (sincera e produttiva) dove poter mostrare le tue ragioni e trovare la soluzione migliore.

Non stare sulla difensiva

Richiedi risposte dirette. Ascolta.
Non danneggiare l’incontro con uno atteggiamento astioso.
Almeno non ancora.

Prepara i punti di discussione.
Decidi cosa vuoi dire e come vuoi dirlo.
Inizia spiegando che la tua intenzione è ottenere il meglio del tuo ruolo.

Prova a dire qualcosa del tipo “Come posso lavorare/cosa posso fare per ottenere la promozione in futuro?”

Presenta il problema in modo costruttivo e assertivo.
Resta ai fatti. Lascia da parte i tuoi giudizi personali.
Cerca di essere il più specifico possibile e porta esempi concreti.

 
More: scopri il percorso di coaching ideale per la tua carriera di successo
 

Non c’è niente di sbagliato nel mostrare le tue emozioni ” Sono davvero amareggiato”.

Se sei stato “bocciato” perché non hai alcune competenze tecniche o abilità personali, è il momento di lavorare su te stesso attraverso una formazione individuale.

È il momento di confrontarti con … te stesso!

  • Credi di meritare la promozione?
  • Hai dato qualche motivo per non essere meritevole?
  • Sei stato in malattia, hai accumulato ritardi, non hai rispettato le scadenze?
  • Dato l’impressione di essere annoiato o disattento?
  • C’era qualcosa che avresti potuto fare (con più impegno da parte tua) oppure tutti i fattori-chiave erano completamente fuori dal tuo controllo?

Se non è possibile ottenere una risposta diretta (o è meglio non svegliare malumori assopiti) cerca una persona fidata e competente, all’interno del tuo ambiente lavorativo, che possa darti consigli pertinenti.

Otterrai un’idea delle aree in cui migliorare,
una prospettiva esterna per sapere se hai –davvero- le competenze e l’esperienza giusta per quel tipo di lavoro.

Trasforma in positivo questa battuta d’arresto

Un NO non è la fine del mondo.
Riconoscilo per quello che è … una (grande) delusione.
Punto.

Stabilisci la tua prossima mossa e un intervallo di tempo per provarci nuovamente.

Se ti sembra di essere stato manipolato o sfruttato,
potresti -davvero- pensare di rispolverare il tuo CV e cercare un’altra azienda.

È importante avere un piano alternativo,
nel caso ti fosse negata per una seconda volta.

Mantieni la tua rete sociale aperta e attiva in modo di cogliere la prossima opportunità,
sia all’interno sia all’esterno della tua organizzazione.
 


 
Mantieni la prospettiva.
Guarda il tutto da una diversa angolazione.
In fondo è un’opportunità per imparare e crescere.

Spesso le persone di successo parlano delle loro battute d’arresto come grandi momenti d’introspezione e di consapevolezza.

Forse c’erano (davvero) buone ragioni per cui non hai ottenuto il lavoro.
Probabilmente eri appagato, poco determinato.

Ora hai l’impeto giusto per concentrarti di più,
migliorare le tue capacità e raccogliere nuove opportunità.

La promozione passa, la passione resta

Il web è pieno di richiami e citazioni sul vivere la vita, perseguendo le nostre passioni e i nostri sogni.

Ci sarà ben un motivo!

Le persone che raggiungono traguardi importanti, quelle che arrivano in alto, siano sportivi, manager, musicisti, chef, stilisti o imprenditori sono spronate dalla vocazione.
Fanno (davvero) quello che amano.

Quando ami ciò che stai facendo, ti senti euforico, eccitato, desideroso di creare, pieno di energia,
ottieni maggiore successo.

Chiediti cosa vuoi veramente dalla promozione

Alcune persone si fissano eccessivamente sulla carriera perché vogliono mettersi alla prova,
altri per rivincita personale o sociale, chi per raggiungere uno status,
altri ancora non sanno neppure perché la ambiscano!

Chiediti quanto davvero desideri la promozione.
Cosa ti interessa di più in una carriera professionale: il rispetto, il titolo, i soldi.

Ci possono essere altri modi per ottenere le stesse cose,
anche senza la promozione.

Quello che più conta è il tuo atteggiamento e le tue convinzioni, come vedi te stesso e cosa vuoi ottenere.

Se rinunci quando fallisci, non imparerai mai nulla.

Se guardi al fallimento come un’opportunità, come l’inizio di un nuovo viaggio, scoprirai che l’esperienza ti aiuterà e la prossima volta che farai la stessa cosa, la farai molto meglio.

Ma se non provi ancora, non lo saprai mai.
Rinunciare per paura di fallire ancora … è il fallimento più amaro!

Colloqui individuali: 6 errori assolutamente da evitare

colloqui individuali

Foto di cottonbro da Pexels

Colloqui individuali, incontri singoli, uno a uno, faccia a faccia, 1 a 1 …
chiamali come vuoi, sono uno degli strumenti più potenti che hai come team leader.

Molti manager pianificano incontri uno a uno con i loro collaboratori,
sono ben intenzionati e predisposti, ma troppo spesso li sprecano.

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Un momento potenziante viene dissolto in semplici aggiornamenti e passaggio di informazioni,
ripetizioni verbali di mail e report,
per non parlare di frequenti cancellazioni e costanti rimandi,
ecco come sprecare colloqui individuali!

Perché i colloqui individuali diventano improduttivi?

La mancanza di un modello o di una struttura di come-fare,
impedisce a molti manager di ottenere il massimo dai propri incontri individuali.
La mancanza cronica di tempo fa il resto.

Se non riesci a ottenere valore dai tuoi incontri uno contro uno, la differenza di solito è nei suoi fondamenti. Senza fare i passi giusti è molto facile che i tuoi incontri individuali non raggiungano il loro pieno potenziale.

I migliori leader del mondo investono tempo ed energie,
dichiarano che non c’è investimento migliore che tu possa fare,
incontrare una volta alla settimana o almeno una volta ogni 2 settimane i tuoi collaboratori.

Ecco i 6 errori top che ti aiuteranno (se li eviti) ad avere incontri individuali più produttivi,
a sviluppare ottime relazioni e costruire una cultura di fiducia con i tuoi collaboratori:

1. Non fare incontri uno a uno

L’errore peggiore che puoi commettere è non programmare colloqui individuali con i tuoi collaboratori.

Non ti senti in comfort nell’uno-a-uno, non sai cosa dire e come dirlo, e allora … li eviti!
Aspetti le revisioni delle prestazioni semestrali (o annuali!) per scambiarti feedback e avere “conversazioni” con i tuoi collaboratori.

Fortunatamente, le aziende lungimiranti stanno incoraggiando una comunicazione sempre più frequente (e diretta) tra manager e report, stabilendo incontri one-to-one come norma aziendale.
 


 
I vantaggi degli incontri individuali (se fatti bene) sono enormi.
Ti consentono di promuovere ottimi rapporti di lavoro,
migliorare la produttività del team e rimanere aggiornato sui problemi.
Evitare sorprese.

2. Credere che i colloqui individuali siano efficaci … per te

Un altro errore che puoi commettere come manager è credere che tutti i tuoi collaboratori traggano beneficio dalle riunioni individuali.

Ok, sei sicuro che per te funzioni … ma sei sicuro che per il tuo team sia lo stesso?

  • Hai mai pensato di chiederli cosa ne pensano?
  • Hai mai chiesto ai tuoi dipendenti un feedback sui tuoi one-to-one?
  • Ritengono che questi incontri siano produttivi?
  • C’è una modalità diversa che vorrebbero provare?

Chiedere feedback sulle riunioni è una parte importante per migliorare la cultura aziendale e lo spirito di squadra!

Dopo un incontro faccia a faccia, poni ai tuoi collaboratori una domanda tipo: “Quando hai visto in calendario la pianificazione del nostro incontro, qual è stata la tua reazione? Cosa hai pensato?”:

  • “Oh no! Ancora”
  • “Cosa ho fatto stavolta …”
  • “Mi sento a disagio …”
  • “Bene! Ho davvero bisogno di parlare di …”

Puoi utilizzare questo feedback in modo costruttivo per migliorare la qualità delle tue riunioni e delle tue relazioni con i tuoi collaboratori.

3. Discutere di cose secondarie

Sguardi vuoti e silenzi imbarazzanti.
“Non ho molto di cui parlare” non è il massimo per iniziare un colloquio individuale.
Evita di rendere l’incontro solo un aggiornamento.

 
More: scopri il percorso di coaching ideale per potenziare la tua leadership
 

Questo è il motivo per cui non dovresti trascorrere l’intero incontro scambiando aggiornamenti sul progetto o condividendo informazioni facilmente reperibili come statistiche, dati e report.
Potresti semplicemente inviarli via e-mail.

È raro che scaturisca una conversazione straordinaria quando nessuno (tu in primis) non sa cosa dire.
Dovresti organizzarti (e prepararti) prima dei tuoi incontri individuali.

Prepara un elenco di domande per ogni persona con cui ti incontrerai.
Le domande sono il miglior strumento per capire “cosa sta succedendo”.

Non programmare incontri uno a uno…solo perché devi farlo,
oppure ti senti trend nel farlo.

4. Non essere “presente”

Ovvero, lasciarsi distrarre dalle … distrazioni.

Ascolta la persona per mostrare che davvero vuoi sentire quello che ha da dire.
Spegni il telefono.
Non scarabocchiare.
Non guardare fuori dalla finestra, il cellulare, le notifiche.

Ti sei mai chiesto se …
dovessero farlo i tuoi collaboratori o dipendenti mentre si rapportano con te?
Ne dubito!

Non puoi essere “presente” quando sei interrotto da notifiche acustici, ronzii del cellulare.
Assicurati di non distrarti.
Concentrati sull’ascolto.

Concentrati sullo stabilire un contatto visivo con il tuo collaboratore.
 


 
Assicurati che la persona seduta dall’altra parte del tavolo si senta ascoltata.
Prendi nota di ciò che viene detto e (soprattutto) di cosa non viene detto.

5. Acquisire spiate o soffiate “sottobanco”

L’obiettivo degli incontri individuali è ascoltare, chiarire.

Aggiungere spunti da discutere riguardo …
priorità, dinamiche di squadra, impegno, sfide e ostacoli, aspirazioni e obiettivi di carriera, feedback e richieste di cambiamento.

È un “momento magico”.
È il tuo modo di far sapere ai tuoi collaboratori che tieni a ciò che hanno da dire.

Non rovinare questo momento potenziante con richieste/scambio di spiate, confidenze e soffiate per mantenere il controllo sulla “truppa”.

È puerile.
Lontano dall’immagine di leader autorevole che vuoi trasmettere.

Crea uno spazio riservato dove esplorare una nuova idea,
esprimere preoccupazioni e scetticismi, fare programmi e fantasie di business,
in un ambiente riservato, con la tranquillità di poter riflettere ad alta voce ed esprimere la propria creatività.

6. Ascoltare solo “cosa viene detto” è un grande errore dei colloqui individuali

“Ascolta” il livello di energia della persona che hai davanti.

Le parole sono concilianti ma il suo viso dice altro?
Senti entusiasmo? Ci sono molte esitazioni?
Parla velocemente?
Potrebbe essere ansiosa o arrabbiata?

Essere un grande comunicatore, ascoltare ciò che non viene detto, vuol dire essere consapevole che la “fetta più grande” del messaggio passa attraverso il linguaggio corporeo.

Ciò che non diciamo è più importante di quello che diciamo.

Come ho scritto nel mio libro “Autorevolezza strategie e tecniche per diventare il riferimento carismatico dei tuoi collaboratori e colleghi” la mimica facciale, gesti, posture e il tono della voce,
possono cambiare di molto la tua percezione e la tua comunicazione.

In conclusione, fai del colloquio individuale un momento potenziante per il tuo collaboratore ma ricorda che la “crescita” può essere reciproca.
Come ci ricorda Carl Gustav Jung:

L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche;
se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.

Ambizione professionale: è positiva oppure malsana? – parte 2

ambizione professionale

Foto di jae park da Pexels

Leggi anche la parte 1.

Una sana ambizione professionale non “spiana” tutto e tutti

Riconosci il lavoro degli altri o stai prendendo tutta la gloria per te?
Domini e manipoli gli altri per i tuoi scopi?

Stai sacrificando la famiglia, gli amici, i colleghi e le persone vicine per ottenere ciò che vuoi?
Il tuo partner ha cercato di comunicarti le sue frustrazioni ma lo hai ignorato?

Una cosa è l’ambizione.
Un’altra la spietatezza.

Non sono poche le persone che giustificano le loro azioni per avere successo e lo chiamano aspirazione.
Desiderio. Ambizione.

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L’ambizione ti può “armare la mano”.
Pur di raggiungere i tuoi obiettivi non ti preoccupi di calpestare gli altri.

Le persone intorno a te cominciano a vederti come una persona malvagia.

La spietatezza deriva da un’ambizione incontrollata. Non è l’unica spinta nella vita, ci sono anche i tuoi affetti e le tue passioni.

Osserva come la tua ambizione professionale sta influenzando chi ti sta intorno.
Stai dedicando tempo a queste persone?
Esprimi il tuo apprezzamento per loro?

Una sana ambizione è equilibrata

Fai delle pause regolari per dormire e riposarti?
Dedichi tempo agli hobby che ti piacciono?
O sei “action” tutto il tempo?

Quando trascorri del tempo con amici e conoscenti, lo fai perché ti piace (sinceramente) la loro compagnia?
O perché possono aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi?

Hai sacrificato la tua socialità per il tuo impegno costante?
Le persone ti contattano per una chiacchierata amichevole? O solo per lavoro?

L’ambizione (come detto) è la forza trainante, non dovrebbe sconvolgerti la vita, ma l’equilibrio è tutto.

Alcune persone (poche in verità) utilizzano la loro ambizione per raggiungere il successo.
Poi “utilizzano” quella ricchezza per aiutare gli altri. Sono coinvolti in beneficenza e in attività no profit.

Quando non utilizzi la tua ambizione solo per il tuo successo personale, ma anche per aiutare gli altri, allora hai una sana ambizione.
 


 
La cattiva ambizione professionale è desiderare potere e prestigio solo per sé stessi.
È la spinta al successo a tutti i costi.
Avidità.

Se ti senti ancora eccitato e felice di perseguire i tuoi obiettivi allora probabilmente sei ancora sulla buona strada.

Al contrario, se la tua ambizione si traduce in stress, ansia, problemi di salute fisica e mentale -per te e per chi ti circonda- allora è il momento di frenarla.

Sii onesto con te stesso.
Su come ti senti, chiedi alle persone più vicine a te.
Chiedile di essere oneste, chiedile di rischiare di dirti cose poco piacevoli.

Un’ambizione professionale malsana gestisce le critiche in modo negativo

Quando sei eccessivamente ambizioso potresti essere molto sensibile alle critiche e al fallimento.

Stai investendo energie e tempo nel tuo lavoro e di conseguenza hai sviluppato un forte “attaccamento” al tuo lavoro. Pur non essendo necessariamente una cosa negativa, può rendere difficile guardare le cose in modo obiettivo.

Le critiche possono essere facilmente prese come un attacco personale.
Portare a emozioni negative.
A perdita di autostima.

Quando fai riferimento a standard elevati,
le critiche possono essere un indicatore di non essere “abbastanza bravo”.
Queste emozioni possono manifestarsi in una luce distorta negativa.

Potresti mettere in discussione la tua autostima, valutandoti solo sulla base dei risultati raggiunti,
influenzare i tuoi stati d’animo in situazioni sociali,
aggravando ulteriormente il problema.

Un’ambizione malsana fatica a mantenere le relazioni personali

Una persona molto ambiziosa ha la capacità di fare sacrifici per raggiungere i propri obiettivi.

Potrebbe sembrarti, a prima vista, una qualità positiva ma non lo è. Quando eccessiva, può diventare negativa a scapito delle relazioni personali.

 
More: scopri il percorso di coaching ideale per la tua carriera di successo
 

L’ambizione smisurata può far allontanare le persone,
farti investire poco tempo in una relazione,
impedirti di “essere presente” quando sei con loro.

Le persone eccessivamente ambiziose difficilmente si “spengono” fuori dal lavoro.
Sono molto focalizzate e attratte da pensieri relative al lavoro.

Sembrano disinteressate. Tendono a trascurare le pause, il riposo, il dormire.
Non si rilassano quando non sono al lavoro.

Essere completamente “inghiottito” dal compito su cui stai lavorando, non riuscire a prendersi una pausa e rilassarsi, può effettivamente influenzare la tua creatività.
Invece, prenderti una pausa e rilassare la mente può portarti nuove idee e soluzioni creative.

Valuta il tuo “livello” di ambizione professionale

In conclusione,
il nostro costante desiderio di migliorare (a volte) crea tanta sofferenza.

Valuta onestamente “il grado” delle tue ambizioni e le conseguenze dirette e indirette che hanno su di te e sulle persone che ti circondano.

Alcuni diventano ossessive e compulsive.
Può essere difficile liberarsi da queste ossessioni senza un aiuto professionale. Se ritieni che le tue ambizioni ti stiano controllando, piuttosto che ispirandoti, rivolgiti a un terapeuta.

Se pensi che le tue ambizioni siano malsane (ma non pericolosamente ossessive) e vuoi riallinearle con la tua vita e i tuoi valori, parlarne con un coach potrebbe essere un buon investimento.

Indirizzare in modo produttivo e sano questa “spinta motivazionale”.

Potresti capire cosa vuoi veramente, lavorare su un piano d’azione equilibrato.
Lavorare sull’essere felice, proprio qui.
Proprio ora.

Ambizione professionale: è positiva oppure malsana? – parte 1

ambizione

Foto di jae park da Pexels

L’ambizione può guidarti verso i più grandi traguardi della vita.
Al riconoscimento e al potere.
È la spinta per andare avanti.
Ti fa alzare dal letto ogni mattina e ti spinge a fare tutto ciò che è “necessario” fare.

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L’ambizione può essere sinonimo di motivazione. Per avere successo, raggiungere gli obiettivi, i sogni, l’ambizione è essenziale.

Essere molto ambiziosi è positivo?

L’ambizione ti “pressa” ogni giorno. Ti fa desiderare sempre di più.
Ti fa saltare al di là degli ostacoli, nonostante le difficoltà. Quotidianamente.
È così che migliori la tua vita!

L’ambizione ti fa ambire a cose sempre più grandi e migliori.
Può aiutarti a raggiungere traguardi incredibili.
Cose che non avresti mai pensato fossero possibili.

L’ambizione è positiva, perché senza determinazione e volontà, non raggiungi gli obiettivi. Una persona ambiziosa ha molte più probabilità di riuscire rispetto a chi non lo è.

Sfortunatamente, l’ambizione è un tratto positivo che potrebbe anche …
rivoltarsi in negativo.

Un’ambizione eccessiva ti fa desiderare sempre di più,
ti porta a non essere mai soddisfatto.
A non raggiungere i tuoi propositi.

Come puoi sapere se la tua ambizione si è trasformata in qualcosa di tossico?

Esistono diversi modi per determinarlo.
Ecco alcuni esempi di buona ambizione versus cattiva ambizione, così puoi verificare te stesso ….

Una sana aspirazione è un obiettivo che ti ispira

Hai studiato Legge perché hai sempre voluto aiutare le persone?
Provi una grande soddisfazione quando (grazie alle tue capacità) difendi i più deboli?

Oppure stai solo cercando di mostrare ai tuoi genitori che sei una persona intelligente e degna di rispetto?
Volevi fare il videomaker, ma ti sei iscritto all’Università per non “fare un torto” ai tuoi genitori?

 
More: scopri il percorso di coaching ideale per la tua carriera di successo
 

Vuoi renderli orgogliosi, non perché Legge è la tua materia preferita?
Qualcuno o qualcosa ti sta spingendo ad essere quello che non sei?

Ecco! La cattiva ambizione è questa … un obiettivo “indirizzato” da altri.

Una sana ambizione non ricerca la perfezione

Sei spinto dal bisogno di emergere, raggiungere (il modo ossessivo) il successo?
Senti la “necessità” di compensare una sensazione di inadeguatezza che provi in qualche area della tua vita?
Ti butti a capofitto nel lavoro (ricercando la perfezione) solo per ottenere riconoscimenti e soddisfazioni?

Attenzione però, un po’ alla volta potresti essere ossessionato, senza che tu te ne accorga,
a rimproverarti se non riesci.
Oppure inizi a vedere i primi risultati e potresti … volere di più. Di più. Sempre di più.

Alzando la posta. Criticando gli altri perché non perseguono gli obiettivi come fai tu.
Dando raccomandazioni, sputando sentenze.

Trascorrere ore ed ore ossessionato da dettagli poco importanti può impedirti di terminare il lavoro nei tempi stabiliti rendendoti inefficiente e improduttivo.

Stai cercando la perfezione, piuttosto che il miglioramento.
La perfezione non esiste.
Ricercare un ideale perfetto è un lasciapassare per la delusione.

Una sana ambizione mantiene la “rotta”

Molti di noi vogliono “salvare” il mondo.
Creare grandi progetti per aiutare gli altri.

Potresti investire tempo ed energia in cause sociali e aiutare i meno fortunati.
Con il passar del tempo puoi diventare dipendente dal tuo lavoro, dalla tua passione per il tuo lavoro e dalla volontà di aiutare gli altri.
 

 
Può non sembrare una cosa negativa, in realtà avrai un impatto negativo sulla tua vita. Potresti diventare un maniaco del lavoro e sacrificare il tempo in famiglia per il tuo lavoro.

Potresti sacrificare la tua salute lavorando troppo.
Quello che era cominciato con una buona intenzione può finire con il peggiore dei risultati perché perdi di vista lo scopo iniziale, aiutare gli altri.

Potresti aiutare gli altri su “larga scala”, ma snobbare le persone più vicine a te, la tua famiglia e i tuoi amici. Questo tipo di ambizione (che sembra un mix tra buona/cattiva) è facilmente identificabile da chi ti circonda, molto meno da te che la stai vivendo.

In definitiva, è importante essere molto chiari sul motivo per cui fai quello che fai e stabilire dei limiti fin dall’inizio. Quando il prezzo è la tua salute o le tue relazioni, allora diventa un costo molto alto.
Forse non ne vale la pena.

Una sana ambizione ha obiettivi realistici

Un obiettivo è considerato concreto se è raggiungibile.
Quando hai la possibilità di realizzarlo.

Diciamo che, per esempio, hai deciso di avviare una tua attività di formazione & coaching.
L’obiettivo di avviare un’attività indipendente è realistico. Al contrario, l’obiettivo di essere autonomo finanziariamente in 3-5 mesi lo è molto meno.

Anche se tu fossi molto bravo, potresti essere in grado di raggiungere un buon livello in pochi mesi. Ma anche allora, avrai ancora molta strada da fare prima di essere economicamente autosufficiente.

Quando scegli un obiettivo irrealistico, ti stai preparando per la delusione. Al fallimento.
La tua autostima precipiterà perché hai provato e hai fallito miseramente.

Se vuoi davvero raggiungere qualcosa, rendilo ragionevole.
Crea un sistema un piano d’azione che passo-dopo-passo (misurabili) ti faranno andare avanti finché non avrai realizzato il tuo obiettivo.

Continua a leggere la parte 2.