Come guardare negli occhi il capo, il titolare il CEO (fearless) – 2

guardare negli occhi il

Foto di Yogendra Singh

LEGGI ANCHE > la parte 1.

Sorridi con gli occhi

Rilassati, altrimenti il tuo sguardo potrebbe apparire sospettoso o intimidatorio.

Distendi le sopracciglia, cerca di tenere gli occhi aperti il più possibile, evitando di storcerli,
perché potresti indurre l’altra persona a pensare che non ti piace ciò che sta dicendo.

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Non corrugare la fronte,
potresti comunicare un sentimento ostile.

In situazioni di gruppo

Guarda direttamente negli occhi una persona almeno 2-3 secondi,
poi distogli lo sguardo e passa alla successiva.

Quando parli, “punta” piedi e spalle (ogni volta) verso il tuo interlocutore.

Annuisci muovendo la testa per far capire che stai ascoltando.

Guardare le persone negli occhi trasmette fiducia e autorevolezza in ciò che stai dicendo.
Aumenti le probabilità che le persone ti ascoltino. E apprezzino.
Quello che hai da dire.
Quello che sei.

 
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Cerca il contatto visivo

Quando entri nella sala riunioni o nell’ufficio, prenditi qualche secondo per sorridere e stabilire un contatto visivo con tutte le persone, prima di iniziare a parlare.

Cerca di tenere lo sguardo concentrato.
È importante guardare la persona mentre stai ascoltando.

Non preoccuparti se devi distogliere lo sguardo ogni tanto,
ma cerca di mantenere il viso e lo sguardo sempre rivolto verso la persona mentre parli.

Se qualcosa/qualcuno distoglie la tua attenzione non distogliere immediatamente lo sguardo; potresti indurre la persona a pensare che sei ansioso (e non vedi l’ora di concludere la conversazione).

Rivolgi la tua attenzione alla fonte di distrazione (suona il telefono, qualcuno entra nella stanza ecc.) ma poi torna immediatamente a prestare considerazione al tuo interlocutore.

Mantieni il contatto visivo… è d’obbligo

Quando sei impegnato in un meeting importante,
guarda negli occhi le persone sedute intorno al tavolo.

Sii calmo e non pensare troppo,
fai che tutto si svolga nella maniera più naturale possibile.

Non scostare il tuo sguardo alla prima occhiata. Reggilo.
Ad ogni costo!

Potrebbe significare una mancanza di fiducia.

Mantenere il contatto visivo comunica fiducia e intelligenza. Soprattutto quando stai parlando di punti difficili o importanti. Se hai un qualunque tipo di disaccordo, il contatto visivo dimostra sicurezza e ti aiuta a comunicare fiducia.

 
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Se non riesci a reggere lo sguardo …

Se stai discutendo o intavolando un dibattito piuttosto acceso,
potresti essere tentato di distogliere lo sguardo.

Oppure qualcuno potrebbe cercare di intimidirti,
probabilmente vuole che guardi altrove.

Rimani concentrato nel contatto visivo.
Rendi inefficace il suo tentativo.

 


 

Se non ce la fai a reggere lo sguardo non guardare in basso ma piuttosto di lato.
Se guardi verso il basso segnala uno stato inferiore, vergogna o sottomissione.

Non è certo il tipo di messaggio che vuoi trasmettere.

In alternativa, se non riesci guardare negli occhi il capo, concentrati su un solo occhio. Sposta lo sguardo da un occhio all’altro piuttosto che rimanere focalizzato su uno solo. È più facile concentrarsi su un punto del viso piuttosto che cercare di guardare contemporaneamente in entrambi gli occhi.

Non tenere gli occhi incollati sul PowerPoint

Quando sei impegnato in una presentazione,
non fissare solo le diapositive per paura di incrociare lo sguardo di qualche presente.

Spazia con lo sguardo.
“Abbraccia” con gli occhi tutta la stanza.

Non annoiare i presenti leggendo solo le diapositive.

 
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Guarda sia i volti amichevoli che quelli antipatici

Non limitarti a stabilire un contatto visivo solo con i volti amichevoli o “simpatici”.
Guarda tutte le persone.

Il tuo contatto visivo deve comprendere anche le persone annoiate e quelle che intimoriscono. Il contatto visivo potrebbe “ammorbidirli”.
Almeno un po’.

Detto ciò, non soffermarti troppo su un viso “ostile”, per evitare di farti impressionare troppo.
Meglio guardare un volto amichevole e sorridente.

Ricorda… anche tu sei un leader

(Anche se questo non c’entra con il contatto visivo … è comunque importante).
Evita un atteggiamento difensivo.

Come ho scritto nel mio libro “Autorevolezza” è facile mettersi in difesa in questi tipi di situazioni, ma così facendo potresti perdere credibilità. Essere eccessivamente difensivo può far pensare che tu sia insicuro o che nascondi qualcosa.

Usa le tue capacità di ascolto per raccogliere le informazioni, valutarle e rispondere attenendoti ai problemi, senza essere inutilmente difensivo. Non mostrare soggezione o trepidazione.

Sii gentile ma non essere servile. Non perdere il rispetto di te stesso per diventare accattivante.

Oltremodo, evita anche un atteggiamento troppo impulsivo.

Se senti il bisogno impellente di intervenire e offrire le tue opinioni su come fare o non fare qualcosa, piuttosto che farfugliare la prima cosa che ti viene in mente e rimpiangerla subito dopo,
impara a fare un passo indietro.

Come guardare negli occhi il capo, il titolare il CEO (fearless) – parte 1

guardare negli occhi

Foto di Yogendra Singh

In diversi post ho parlato dell’importanza del contatto visivo,
e dei motivi per cui non sempre ci sentiamo a nostro agio nel guardare qualcuno direttamente negli occhi.

Non sono pochi i professionisti che avvertono un disagio (più o meno forte) in presenza del capo, il titolare, il CEO o una figura autorevole (spesso anche autoritaria).

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Più il tuo interlocutore è autoritario e intimidatorio, più è difficile mantenere il contatto visivo. Questa soggezione ti toglie spontaneità, limita le tue idee e capacità.

Questi incontri sono anche occasioni per mostrare le tue capacità di leadership.

Siamo esseri umani sociali, influenziamo e siamo influenzati

Come ho scritto nel mio libro “Autorevolezza” quando interagiamo, reagiamo anche al successo, allo status o al potere dell’altra persona. Infatti, molti dipendenti sono intimiditi dai loro manager, gli studenti dai loro professori.

Anche quando siamo confrontati a individui ritenuti intelligenti e competenti o VIP possiamo sentirci timorosi e impacciati. Siamo preoccupati di fare/dire qualcosa di stupido.
Non essere all’altezza.

Il contatto visivo è uno “strumento” vitale

Migliora la qualità delle tue interazioni faccia a faccia.
Devi farlo bene, al momento giusto e nel modo giusto.

Io, durante le sessioni di coaching, tendo a guardare “poco” negli occhi le persone.
Per non essere pesante e imbarazzante.

Alcune persone hanno vissuto traumi personali che rendono il contatto visivo una brutta esperienza. Altre non riescono a farlo con qualcuno che non conoscono bene.

Guardare negli occhi può essere una strategia di manipolazione e può essere percepito come un confronto.

Mantengo il contatto visivo prolungato solo quando mi rendo conto che il mio coachee mi ha “aperto la porta” e si sente completamente a suo agio.

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Probabilmente non è qualcosa cui pensi molto, ma i tuoi occhi sono molto eloquenti

Spesso, quando sei molto concentrato su quello che stai dicendo o facendo, è facile parlare senza guardare negli occhi le persone.

Quando stabilisci un contatto visivo invece si deduce che quello che hai da dire è importante.

Se ti guardi intorno troppo spesso stai mostrando alla persona con cui stai parlando quanto … non sia importante. Perché sembri distratto. Deconcentrato. Nervoso.
Desideroso di finirla il prima possibile!

Oppure sembra che tu abbia qualcosa da nascondere o da farti perdonare,
e non incroci lo sguardo per paura che sia rivelato.

Non credere che se qualcuno non ti guarda negli occhi, allora sta mentendo,
in realtà un bugiardo ti guarda negli occhi proprio per farti credere che sta dicendo la verità.

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Quando guardi le persone negli occhi, stai creando un rapporto

Stai mostrando interesse e rispetto.
Riconoscendo la sua presenza.

Stai inviando un messaggio convincente.
Creando un impatto. È un invito a trasformare il discorso in una conversazione.

Il contatto visivo ti rende vulnerabile. Ma anche più accessibile e umano.
Rassicurante.

Un contatto visivo prolungato può significare tutta la differenza.
Stai “attirando” il tuo interlocutore dalla tua parte.

Dove “vanno” i tuoi occhi?

Quando parli con il capo, il titolare, il CEO o una figura autorevole, i tuoi occhi sono rilassati o “pesanti”?
Cerchi costantemente “la mosca che gira nella stanza”?
O mostri alla persona che stai prestando la tua piena attenzione?


Cerca di rilassare i tuoi occhi. Sarai più accessibile.
E ridurrai la tensione sul tuo viso!

Con il contatto visivo arriva l’autorevolezza

I tuoi occhi possono comunicare fiducia e convinzione.

Quindi se non riesci a guardare le persone negli occhi, non puoi aspettarti che credano alle tue parole o siano d’accordo con le tue opinioni.

Se guardi abbastanza a lungo da creare un legame, troverai una scintilla di riconoscimento nei loro occhi.
Puoi trasformarli da ricevitori passivi a partecipanti attivi.

Se hai difficoltà a mantenere il contatto visivo, fissa il tuo sguardo tra gli occhi dell’altra persona (proprio esatto lì, tra le due sopracciglia).

Nessuno sarà in grado di stabilire dove effettivamente stai guardando.

Fai pratica

Migliorare il contatto visivo è qualcosa che puoi fare in modo relativamente rapido.
Ci vuole pratica.

Inizia “allenando” il contatto visivo con le persone intorno a te; potresti scoprire di non guardare negli occhi nemmeno il tuo partner!

Poi “passa” ai tuoi amici, i tuoi colleghi di lavoro, i venditori e i camerieri dei locali e degli store del centro.

Quando inizi a sentirti più a tuo agio nel reggere lo sguardo delle persone, inizia a stabilire un contatto visivo con estranei. Tutte le persone nuove che incontri.

In poco tempo diventerai un vero esperto di contatto visivo!

Guardare negli occhi – non fissare

Mi raccomando.
Non tutti apprezzano di essere guardati direttamente negli occhi.

Il contatto visivo è uno strumento di comunicazione universale.
Ma ci sono alcune eccezioni che dovresti prendere in considerazione.

Alcune persone e culture reputano il contatto visivo offensivo. Sfidante.
Rispetta chi potrebbe sentirsi a disagio con il contatto visivo, distogliendo lo sguardo.

Un trucchetto per guardare negli occhi

Il contatto visivo è così importante che vale la pena escogitare un facile “trucchetto” per applicarlo.

Quando dai la mano a qualcuno, è importante creare “un collegamento” anche con gli occhi.

Sorridi.
Guarda la persona negli occhi e ricorda il colore dei suoi occhi.
Questa semplice abitudine ti “costringerà” a guardare (davvero) le persone negli occhi e “connetterti” con lui/lei.

Prova e vedrai la differenza!

Il contatto con gli occhi è lo strumento fondamentale per essere autorevoli.
Stabilisce le connessioni con gli altri e indica il tuo livello di coinvolgimento, interesse e calore.

CONTINUA A LEGGERE > la parte 2.

Fare un errore nel nuovo lavoro? 5 cose da ricordare

fare un errore

Foto di Vanessa Sezini

Hai timore di chiedere sempre le stesse cose?
Sbagliare quelle più semplici?
Hai la sensazione di sentirti “pesante”? Con un approccio poco Smart?

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La paura di fare un errore nel nuovo lavoro può capitare indistintamente sia al neoassunto sia a chi ha lunga esperienza sulle spalle.

Dimenticare alcuni passi delle procedure, ignorare la gerarchia aziendale, credere di avere ragione ripetendo a memoria qualche riga letta chissà dove. Non fare le cose richieste oppure rimandare quelle importanti.

Detto questo … tutti commettiamo errori!
Sono parte della nostra vita professionale.

Le conseguenze di un errore sono abbastanza difficili da accettare.
Ma se sarai in grado di farlo, sarai una persona “migliore”.

1. Riconosci gli errori come … errori

Accettare di aver commesso un errore (soprattutto nel nuovo lavoro) è dura.

È penoso ammettere che aver fatto qualcosa di sbagliato da “nuovo arrivato”,
ma la scelta più debole che puoi fare è rifuggire dall’errore oppure provare a scaricare la colpa agli altri.

Non puoi imparare da un errore finché non riconosci che si tratta di un … errore.

Quando accetti la totale responsabilità delle tue azioni che hanno causato l’errore,
vuol dire che stai sviluppando una mentalità forte.

Non ti preoccupi per il futuro o il passato, ma ti concentri sul presente.

 
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2. Non lasciare che la paura di sbagliare ti blocchi

Non c’è successo, senza fallimento.

Svolgendo nuove mansioni, si rischia di commettere un errore, ma anche di aprire la porta alla creatività e all’innovazione.

È fondamentale accettare l’errore e vedere cosa si può imparare da esso.
È un’opportunità per imparare a migliorare sé stessi.

Se impari dal tuo errore, sarai in grado di andare avanti.
Procedere con il tuo prossimo passo.

Non restare bloccato.
Dopo aver commesso un errore, riprovaci dicendo: “Ok. La prossima volta farò …”

Errori ripetuti ti “insegnano” che ci sono altri modi possibili per fare le cose per bene.

 


 

3. Gli errori non definiscono chi sei

Quando si cade in un errore nel nuovo lavoro, è facile che questa “macchia” ti definisca come professionista,
ti fa apparite colpevole e inadeguato.

Tutti fanno errori ma gli errori non definiscono chi sei.

Cancella la percezione di fallimento.
Non associare l’errore alla tua persona.

Aver fallito, ti autorizza inoltre a considerarti una persona fallita, mancata.
Come se fossimo ancora a scuola, ti dai sempre un voto, una valutazione, un giudizio,
una sentenza inappellabile e spietata: se “ho fallito” vorrà dire che “sono fallito”.

Dopo un errore, dobbiamo ristrutturare le nostre convinzioni.
Smussare gli angoli dell’autocritica più tagliente:

  • “Io non sono un errore”
  • “Ho commesso un errore”.

La differenza è evidente. Non trovi?

4. Accetta che non puoi controllare tutto

Non si può controllare tutto,
accetta che a volte le cose semplicemente non funzionano.

Non incolparti per errori che potevi evitare.

Con l’esperienza ti rendi conto che anche quando succede,
il mondo continua a girare e la vita va avanti.

Impara da queste esperienze e diventa più maturo,
più resiliente.

Prenditi un momento per pensare agli errori che hai fatto,
e il modo in cui hai riparato.

 
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5. Perdona te stesso

Hai fatto un errore che ha avuto conseguenze negative?

Bene! Anzi male. Hai fatto tutto il possibile per sistemare le cose, ma sei anche in grado di andare avanti e perdonare te stesso,
sapendo che non sarà l’ultima volta che farai qualcosa di sbagliato.

Dopo tutto, sei umano.
Essere in grado di sorridere dei tuoi errori è un importante segnale di maturità.

Può essere difficile da vedere l’umorismo in un errore ma, con un po’ di distanza,
sarai in grado di riderci un po’ su.

In futuro sarai senza dubbio più calmo quando affronterai una situazione simile. L’errore è diventato una preziosa opportunità per acquisire esperienza.

E quando hai guadagnato con esperienza,
sarai più sicuro di te stesso.

I primi giorni nel nuovo lavoro segui “l’onda”

Quando cominci un nuovo lavoro cerca di essere impeccabile ma non maniacale.

Resisti alla tentazione di impressionare in modo ossessivo, osserva il tuo ambiente lavorativo cercando di capire (veramente) come lavora l’azienda. Mostra il tuo genuino interesse per le persone che ti circondano.

Nelle prime settimane, non esagerare ed evitare sbagli che possano compromettere la tua immagine professionale.

Non devi essere un supereroe.

Evita anche i giudizi affrettati, poiché ci vorrà del tempo prima di capire cosa ti piace/cosa non ti piace del nuovo lavoro. Comprendere veramente le dinamiche della tua nuova azienda,

Giudicare il lavoro sulla base di quello che accade nelle prime settimane è inutile.
Di solito, finisci per ricrederti.