Rispetto sul lavoro: spesso il problema è la tua comunicazione – parte 2

rispetto nel lavoro

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LEGGI ANCHE LA > parte 1

Rispetto nel lavoro: non essere vago, prolisse, poco concreto, tecnichese

Come ho scritto nel mio libro “Autorevolezza evita tutte quelle forme in cui ti compiaci delle tue stesse parole, termini “difficili”, stranieri o tecnici gergali o in “tecnichese”, astratti e frasi fatte.

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Elimina il gergo (astrazioni fantasiose, termini e acronimi del settore).

Non utilizzare un acronimo a meno che tu non sia sicuro che le persone lo possano identificare. E se lo utilizzi, spiegalo: portare gli altri a conoscenza di concetti e informazioni ti farà guadagnare rispetto e fiducia.

Se utilizzi un gergo o linguaggio vago o stai usando e-mail lunghissime non ti lamentare se …probabilmente le persone con le quali ti interfacci potrebbero pensare:

“Non so di che diavolo sta parlando. Spero che la prossima volta non mi veda, oppure non mi parlerà … così potrò andare avanti nel mio lavoro”.

Hai un linguaggio del corpo ostile

Rispetto nel lavoro: evita braccia incrociate, nessun contatto visivo diretto, dito puntato, espressioni facciali (come aggrottare la fronte, arricciare il naso o arricciare le labbra) possono trasmettere rancore e negatività, senza che tu te ne accorga.

Abbiamo abitudini, posture e tic che creano un’impressione che potrebbero non essere il vero riflesso di chi siamo veramente.

Più della metà della comunicazione è ad appannaggio del linguaggio del corpo.

Stare a braccia conserte è la classica posizione di chiusura che trasmette un atteggiamento negativo e difensivo. Incrociando le braccia, sembri freddo, riservato o peggio sembra che tu stia nascondendo qualcosa.

Presta attenzione alla tua postura, prima di pensare cosa-dire, concentrati sulla tua comunicazione non verbale. Tirarsi il colletto, giocare con i capelli, grattarsi il viso: anche questi tic e queste abitudini possono inviare un messaggio negativi e farti sembrare nervoso e poco sicuro.

 
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Sputi sentenze

  • “Questo è il motivo per cui non ha funzionato …”
  • “Dobbiamo fare questo …”
  • “No, non funzionerà …”
  • “Si, si figurati …”

Non offri mai un suggerimento o un parere.
Sentenzi, pontifichi.

Affermi il tuo parere come un fatto. Le opinioni degli altri sono irrilevanti.

Parla piuttosto da una prospettiva personale.
“Io penso che … “ sarà ricevuto in modo più positivo.

Rispetto nel lavoro: non parlare sempre-e-solo di te

Sei diventato così bravo che riesci a cogliere ogni occasione per agganciarti al discorso e iniziare a parlare di te, delle cose che hai fatto, di quello che ti successo ecc.
Solo di te!

Forse non ne sei così cosciente, ma parlare continuamente di te può innescare un meccanismo di allontanamento in chi ascolta. Accendere antipatia.

Magari sei convinto che sia un bene parlare di tutto quello che ti accade, positivo o negativo, ma chi ti ascolta potrebbe pensarla diversamente.

Una cosa è certa, alla lunga diventi sicuramente scontato,
pesante e spingi gli altri a evitarti.

 
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Non guardi negli occhi le persone

I nostri occhi sono molto eloquenti. Trasmettono la nostra natura.

Quando ci concentriamo sugli occhi, siamo in grado di vedere la “vera essenza” della persona,
ci colleghiamo direttamente con il sé autentico.

Se non stabilisci il contatto visivo quando parli, sembri meno attendibili.

Guardare negli occhi gli altri comunica fiducia, leadership, forza e intelligenza. Soprattutto quando stai parlando di punti difficili o importanti.

Se qualcuno regge il tuo sguardo, sorridi. Farai sentire la tua influenza positiva.

Un contatto visivo prolungato può significare tutta la differenza. Stai “attirando” il tuo interlocutore dalla tua parte. Vuol dire essere il leader.

Cerchi di controllare la conversazione

  • “Perché lo hai fatto?”
  • “Devi fare questo oppure …”

Queste domande, fatte all’inizio della conversazione, hanno il solo scopo di controllare e manipolare la conversazione.

È una forma (anche se sottile) di aggressività.

Cercare di controllare l’esito di una conversazione non funziona mai. Porterà un maggior senso di alienazione.
Conversare non è una prova di forza.

Sei “troppo” introverso

Non c’è niente di male nell’essere timido o introverso.
Ci mancherebbe!

Tieni conto che le persone spesso scambiano il silenzio e la timidezza come un segnale che sei arrabbiato o distaccato, mentre in realtà può essere semplice riservatezza.

Potrebbe essere necessario un piccolo sforzo in più per comunicare sul tuo luogo di lavoro.

La timidezza può essere confusa con disinteresse o noia. Basta solo essere consapevoli che la persona con cui stai interagendo non può leggere la tua mente.

 


 

Minimizzi

  • “Ma cosa vuoi che sia”
  • “Ma dai… è così semplice!”

Siamo portati a pensare che minimizzare i problemi possa aiutare la persona a stare meglio. Invece, no.
Validare le emozioni altrui non peggiora le cose, anzi farà sentire quella persona compresa e accolta.
Ascoltata.

Dovresti rassicurare.
Non minimizzare.

Sminuire è molto pericoloso, in particolare quando è svalutato un problema.

 
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Usi tono e intensità sbagliata

Dici cose sensate, non usi nemmeno parole sbagliate, ma le persone le prendono male.

La ragione di tale fraintendimento è il tuo tono.
Diventi “rumoroso”, oppure mono-tono, usi frasi con stanchezza e distacco.

Frasi con volume basso pronunciate con la stessa intonazione, senza variazione, risultano come una cantilena.

Oppure un volume alto, quasi forzato, può comunicare ancora una volta aggressività.

Rispetto nel lavoro: ancora una volta la differenza la fa il COME e non il COSA

Il volume, il tono, la mimica facciale, ecc. possono davvero fare la differenza tra un approccio costruttivo, accondiscendente e uno conflittuale.

Aumenta la tua consapevolezza sulla tua comunicazione in ambito professionale.
Parole, pause, contatto visivo, enfasi ecc. possono trasmettere messaggi completamente diversi.

Essere un eccelso comunicatore significa utilizzare una “cassetta degli strumenti” adatta per ogni circostanza. Interpretare ogni singolo aspetto della comunicazione e di attuare la strategia migliore per creare empatia e rapporto con l’interlocutore.

Rispetto sul lavoro: spesso il problema è la tua comunicazione – parte 1

rispetto nel lavoro

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Quando fai domande, c’è sempre chi pensa che tu non abbia capito?
Se fai un apprezzamento, pensa che stai ruffianando?
Quando dai un feedback, che stai criticando?

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Puoi affermare di essere chiaro, concreto e coerente nel tuo modo di comunicare?
Oppure ti senti incompreso? Non-capito?

Può essere incredibilmente frustrante, specialmente quando sembra che le persone intorno a te ti stiano interpretando male. Ogni volta.

Se ogni volta il tuo modo di comunicare suscita (quasi) sempre reazioni negative.

Se avverti poco rispetto nel lavoro dovresti modificare il modo tuo comunicare

È sempre una buona idea fare un passo indietro.
Valutare come gli altri potrebbero percepirti.
Prenditi un momento per vedere le tue azioni, gesti ed espressioni da una prospettiva esterna.

Sei troppo sarcastico? Criticone?
Ti allontani quando le persone ti parlano? O ti avvicini troppo?
Interrompi e non lasci parlare?

Ecco alcuni fattori che potrebbero ostacolare la tua comunicazione. Darti una scarsa considerazione dei colleghi. Poco rispetto nel lavoro.

 
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Sei sempre sulla difensiva

Non appena ti parlano, alzi le “barriere” per proteggerti?
Difendi a oltranza il tuo operato? Senza neanche ascoltare il presupposto?
Se c’è stata una colpa, una responsabilità, di certo… non è tua!

Quando vai subito sulla difensiva, anche l’altro farà lo stesso.
Se comunichi diffidenza, ne susciti altrettanta.

La prossima volta offri uno spiraglio, un’apertura iniziale.
Prova a dare fiducia, un passo alla volta, senza correre.

Prenditi il tempo che ti serve per prendere la decisione,
se dare o meno la tua fiducia a chi hai di fronte.

Non tirare subito la conclusione sulla base di una frase o delle tue aspettative,
ma parla e scambia opinioni, verificando il linguaggio verbale e non verbale del tuo interlocutore.

È fondamentale mantenere un atteggiamento disponibile,
evitare di cadere subito nella trappola della difensiva.

 
POTRESTI TROVARE SPUNTI INTERESSANTI > nel mio libro “Autorevolezza”
 

Non ascolti

L’ascolto è essenziale per una buona comunicazione.

Il rischio è pensare di disporre di tutte le risposte a qualsiasi domanda,
problema o sfida.

Nessuna persona può sapere tutto.
Nessuna.

Dovresti ascoltare gli altri.
Il leader di successo riconosce l’importanza dell’ascolto. Sa perfettamente che ascoltare può portargli importanti vantaggi competitivi.

Non sono pochi i manager e gli imprenditori di successo che dichiarano come ascoltare con attenzione è stata una parte fondamentale della loro strategia.

Probabilmente non sarebbero arrivati dove sono senza il costante perfezionamento,
anche attraverso i feedback negativi che hanno ricevuto (e spesso ricercato).

Saper ascoltare ti consentirà anche di differenziarti, dimostrare interesse ed empatia verso gli altri.
Costruire relazioni più solide e durature.

 
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Vuoi rispetto nel lavoro? Non interrompere o finire le frasi

Non vedi l’ora di esprimere il tuo punto di vista?
Non vuoi perdere tempo ad ascoltare perché hai già capito?

Se finisci le frasi, non offri al tuo interlocutore la libertà di esprimersi,
di esternare e di creare un contatto.

Così facendo sprechi solo tempo,
deprimi chi parla e riduci la comprensione del discorso.

E poi… sei così sicuro di sapere già tutto in anticipo?
E se per caso avessi mal interpretato le sue intenzioni?

La chiave è ascoltare per capire.
Prenditi una pausa, prima di parlare.

Fai il saputello (sai-tutto-tu)

Non ammetti di essere in errore, non lasci agli altri la parola, fai impazzire con la tua capacità di analisi e la tua esperienza, spiegando a tutti il modo in cui si dovrebbe fare/non fare una certa cosa.

C’è qualcosa di più frustrante di sentirsi dire “Quello che devi capire è …”?

Stai suggerendo che … tra qualche secondo farai il favore di illuminarci.
Sin dall’inizio, assicurati di trattare la persona con dignità.
Avrai modo di esprimere le tue convinzioni.

Porta pazienza mentre cerchi di capire il punto di vista degli altri.
Le persone lo apprezzeranno.

Oltremodo, non essere troppo sarcastico. Non c’è niente di sbagliato nell’ironia, crea leggerezza. Sdrammatizza.

Ma se questo è il tuo modo costante di comunicare, può causare problemi.
Le persone potrebbero offendersi, sentirsi derisi o presi in giro (anche se non è la tua intenzione).

Nascondi le tue emozioni, ovvero empatia zero

Nel tentativo di essere educato, benvoluto o “freddo”, nascondi le tue emozioni oppure mantieni un’espressione neutra.

Ma questo rende quasi impossibile, per chi ti circonda,
capire le tue intenzioni e i tuoi pensieri.

Senza segnali emotivi,
quello che-dici può essere facilmente mal interpretato.

I tuoi colleghi potrebbero pensare che tu sia arrabbiato quando non lo sei veramente,
e viceversa.

La faccia impassibile da poker (tanto celebrata in ambiente business), capace di tenere sotto controllo le emozioni, non dovrebbe precludere di mostrare i sentimenti in alcune situazioni professionali.

Non essere “presente” mentre parli con qualcuno, può emanare poco interesse, arroganza e maleducazione. Altro che good vibes!

CONTINUA A LEGGERE > la parte 2

Come stupire nelle riunioni di lavoro quando sei l’ultimo arrivato – parte 2

riunioni di lavoro

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LEGGI ANCHE > la parte 1.

Non cedere il tuo potere

È comune durante le riunioni di lavoro fare riferimento al capo oppure ad altre persone gerarchicamente più in alto nell’organizzazione.

Impara a sfruttare queste opportunità. Credi nelle tue idee e condividile con fiducia!

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Porta il tuo contributo. Le tue idee non sono meno valide di quelle degli altri partecipanti, quindi, non lasciare che il dubbio si intrometta.

Non dovresti adattare passivamente il tuo punto di vista solo per conformarti e soddisfare le esigenze degli altri.

La maggior parte delle persone noterà quando mantieni saldamente le tue posizioni oppure ti rimangi prontamente quanto hai detto.

I tuoi pensieri meritano di essere condivisi.
Ricorda solo di portare valore aggiunto (cosa tutt’altro che scontata).

Il desiderio di farti notare (a tutti i costi) potrebbe torcerti contro

Cerca di non voler essere “troppo intelligente” solo per impressionare i presenti. Ti farà apparire banale e mediocre. Se non sai niente, ammettilo. Se hai qualche idea o hai bisogno di qualche chiarimento, non esitare a sollevarlo o a chiedere.

Non dare l’impressione di essere concentrato solo sulla tua “performance”.
Non essere il più “rumoroso” nella stanza.
“Affamato” di visibilità.

Anche se sei una persona introversa, puoi portare la tua influenza supportando il commento di un collega con un semplice quanto potente “Ottima idea! Vedo che funziona davvero bene”.

Vai al tuo ritmo.
Se ti senti di parlare, fallo.
Viceversa, se non ti senti fiducioso, aspetta quando lo sarai.

 
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Nelle riunioni di lavoro devi essere il primo a parlare? Anche no

Alcuni formatori e coach invitano a cercare tutte le opportunità per essere il primo a esprimere il punto di vista.

Ti invitano a spingerti oltre la tua zona di comfort. Guidare la discussione, invece di seguirla. Non censurarti, regalarti la libertà di espressione. Condividere te stesso senza esitazione.

Concordo, ma solo in parte.
In effetti, più taci, più diventerai chiuso e sarà ancora più difficile entrare nella discussione.

Tuttavia, potrebbe essere più efficace non parlare troppo. Se ci sono opportunità di parlare fallo, ma solo a colpo sicuro, sapendo quello che dici.

Se vuoi intervenire solo per piacere agli altri, per paura di essere escluso, deriso, accettato e amato …
meglio non parlare! Se non hai nulla d’interessante da dire, meglio tacere!

In questa prima fase, è importante solo dimostrare di essere appassionato.

In caso di un meeting con brainstorming, se hai un’idea condividila. Se non parli, quando tutti gli altri lo fanno, diventi un peso per tutto il tuo team.

 
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Leader nelle riunioni di lavoro: evita tutto quello che è banale

Soluzioni ovvie, presupposti scontati, osservazioni mediocri, qualcosa che hai imparato all’università,
citazione prese a prestito dal web.

Piuttosto di citare qualcun altro, presenta i tuoi pensieri.

Non fingere di essere esperto, se non lo sei, perché -prima o poi- verrai scoperto. Se non sai davvero di cosa stai parlando, taci.

Spesso, nel tentativo di rendere i discorsi più autorevoli e competenti, aggiungiamo parole ed espressioni per dare più enfasi, e indeboliamo la nostra comunicazione e miniamo la fiducia di chi ci ascolta.

Invece di esordire con “Potrebbe essere una domanda stupida …” potresti dire qualcosa del tipo “Vorrei capire meglio. Quando parli di …”.

Nel mio libro “Autorevolezza” ho riservato un intero capitolo all’organizzazione delle riunioni e all’importanza di esprimersi nel modo più efficace.

Monitora la tua presenza fisica

Siediti dritto.
Pianta i piedi ben fermi sul pavimento.

Mantieni il contatto visivo con gli altri, specialmente quando parli, ma sii consapevole del tuo comportamento anche mentre ascolti.

Usa il tuo spazio e le mani mentre parli, se ti viene naturale.

Se stai partecipando a una riunione con più persone, sorridi a chi sta parlando e mantieni il contatto visivo con tutti gli altri.

 


 

Ascolta attivamente

Un ottimo modo per dimostrarlo è ribadire le idee condivise nella discussione.
Ascolta sempre con attenzione.

Prendi appunti il più possibile per evitare malintesi.

Anche se l’argomento trattato non ha nulla a che fare con te o il tuo dipartimento, dovresti dare l’attenzione che le persone meritano. Non essendo coinvolto, potresti fornire una prospettiva esterna di grande impatto.

Altre cose da evitare: agitarsi eccessivamente e giocherellare nervosamente con il telefono.

Spegni il cellulare oppure lascialo nella giacca o nella borsetta, in modo da non essere nemmeno tentato di controllarlo.

Riunioni di lavoro: in conclusione …

Durante le riunioni di lavoro stabilisci una strategia semplice: dire qualcosa nei primi 10-15 minuti, che si tratti di una domanda, un commento, una nuova proposta, offrire un’opinione oppure presentare la tua argomentazione.

Seguendo queste semplici regole, avrai maggiori possibilità di attirare l’attenzione dei tuoi colleghi e il rispetto del tuo capo.

Ricorda, non dire niente è certamente l’opzione a più basso rischio, soprattutto se sei nuovo in un’organizzazione, ma se vuoi trasmettere l’impressione di essere concentrato e interessato assicurati di condividere pensieri pertinenti e stimolanti.

Come stupire nelle riunioni di lavoro quando sei l’ultimo arrivato – parte 1

riunioni di lavoro

Foto di Анна Хазова da Pexels

Iniziare in un nuovo posto di lavoro può essere un’esperienza stimolante ed entusiasmante,
ma anche stressante e “schiacciante”.

Devi apprendere procedure nuove,
fare tuo un cumulo enorme d’informazioni,
incontrare (e relazionarti) con tante persone, stupire positivamente i nuovi colleghi e il tuo nuovo capo.

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Insomma, tanta pressione.
È normale sentirsi nervosi, indecisi e apprensivi.

È proprio l’ansia dei primi giorni di lavoro, quella sensazione d’instabilità,
che porta la nostra mente a “galoppare” per tentare di ritrovare l’equilibrio perduto.

In questi primi giorni, mentre stai ancora imparando i nomi dei colleghi e le nuove password,
ci sono almeno quattro strategie che non dovresti dimenticare:

  • arrivare in orario
  • lavorare sodo
  • ascoltare più che parlare
  • trovare il “tuo spazio”

Hai voglia di fare. Emergere. Crescere. Vuoi arrivare in fretta e andare lontano, molto lontano.
Spesso troppo velocemente.

… e poi ci sono le riunioni di lavoro

Sei nuovo. Non conosci (almeno non ancora) i giochi di politica e di potere interni.

Alcune persone potrebbero dominare la discussione, prendere la scena, catturare l’attenzione,
lasciando agli altri (te compreso) poche briciole di visibilità.

È naturale sentirsi nervosi durante le prime riunioni e avere paura di dire qualcosa di sbagliato.
Il pericolo è anche non dire niente.

I colleghi potrebbero pensare che tu non abbia esperienza, non ti interessa o peggio non hai un valore aggiunto da condividere.

Se aspiri a una posizione di leadership,
ricorda che parlare è un segno di fiducia.

Durante le prime riunioni di lavoro è importante condividere i tuoi pensieri senza prevaricare o limitare la tua personalità.

  • Parlare o non parlare?
  • Come sapere quando parlare?
  • Cosa dire?
  • È meglio parlare oppure stare zitti? E se sì quando?

Non perdere questa preziosa opportunità (la riunione) per condividere le tue opinioni, aumentare la tua visibilità, ed essere visto come la persona influente.
Leader.

 
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La preparazione è la chiave

Se la riunione nel tuo nuovo posto di lavoro è accompagnata da un ordine del giorno,
prenditi del tempo per leggerlo con attenzione.

Scegli un argomento.
Prima di ogni riunione, prendi un tema o un punto all’ordine del giorno ed elaboralo in anticipo in modo da essere pronto per aggiungerlo alla discussione.

Preparati a discutere di un argomento specifico,
impegnati a esprimere un’idea che ti è venuta in mente.

Fallo almeno una volta per riunione in modo che diventi un’abitudine.

Decidi la frequenza con cui vuoi intervenire nelle tue prime riunioni di lavoro.
Stabilisci quante volte parlare.

Potresti, ad esempio, scegliere di parlare 3 volte.

  • La prima per fare un commento (che ti sei preparato in anticipo).
  • La seconda volta per porre una domanda pertinente (anch’essa preparata prima).
  • La terza volta per condividere una riflessione su una nuova strategia o un nuovo approccio. Per esempio, potresti condividere qualcosa sui vostri concorrenti (attenzione a non portare banalità e conclusioni ovvie).

 
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Fai domande

Uno dei modi più semplici per impressionare nelle tue prime riunioni di lavoro è porre domande.

  • Qual è la base dell’osservazione che hai fatto?
  • Quali sono i benefici di questo approccio?
  • Come fai a sapere che questo è/sarà il problema?

Quando poni domande “stimolanti”, dimostri sicurezza e desiderio di comprendere meglio il tuo lavoro o l’azienda. Ti dà anche la possibilità di mostrare il tuo entusiasmo e il tuo impegno.

Approfondisci ciò che dicono gli altri. Sarai più coinvolto e diventerai un partecipante attivo.

Poni domande che facciano riferimento agli argomenti trattati in quel momento.
Oppure (in alternativa), chiedi di tornare al punto o alla slide precedente.

Di solito questo dietro-front è apprezzato, perché significa che quanto detto è stato ascoltato e (in parte) anche compreso.

Inoltre, darai l’impressione di essere stato attento,
non hai perso quel dettaglio che ora ti prepari a far notare a tutti.

Ricorda che la curiosità premia, l’autocompiacimento no.

Come farsi notare nelle tue prime riunioni di lavoro

Senza che qualcuno te lo abbia chiesto, se durante l’incontro è emerso qualcosa che potrebbe richiedere ulteriori ricerche, prenditi l’impegno ad acquisire le informazioni per il prossimo incontro.

Dimostra che hai iniziativa. Sei interessato e investito nella tua organizzazione.

Per aumentare il tuo impatto e la tua visibilità, alla fine della riunione potresti inviare un’e-mail al tuo capo riassumendo i punti chiave o, meglio ancora, fornendo una proposta per un nuovo progetto suscitato dalla conversazione.

Ancora più importante, acquisirai fiducia in te stesso!
 


 

“Maneggia” il disaccordo con strategia

Quando qualcun altro parla e non sei d’accordo, non negare in modo precipitoso.
Se parli tu e qualcuno è in disaccordo, non pensare di avere detto una stupidaggine.
Che tu hai torto e l’altra persona ha ragione.

Quando dai maggiore importanza alle idee di qualcun altro,
significa che non credi che i tuoi pensieri siano degni di essere condivisi.

Le tue esperienze, pensieri e opinioni non solo sono validi e utili, ma potrebbero rivelarsi esattamente ciò che le altre persone hanno bisogno di sentire.

CONTINUA A LEGGERE > la parte 2.