Leadership e collaboratori difficili: come gestire l’incompetente (che non sa di esserlo)
Gestire un collaboratore incompetente che non riconosce (o non ammette) la propria incompetenza richiede delicatezza, empatia e una strategia ben definita.
Chi è il collaboratore incompetente (che non sa di esserlo)
La tua dipendente Isotta tende a sopravvalutarsi.
Nonostante errori, ritardi e mancanze continua a credere che sta facendo un buon lavoro.
Un collega le fa notare come migliorare la sua performance, ma lei puntualmente risponde: “Grazie. Non è un problema, funziona comunque!”
Non si rende conto delle sue carenze e, invece di chiedere feedback o cercare soluzioni, è convinta che le difficoltà siano dovute agli altri oppure alla sfortuna.
Isotta ignora i suggerimenti dei superiori, … non ne parliamo dei colleghi!
Considera le critiche ingiuste. Indirizzate alla persona sbagliata.
Non si rende conto della propria incompetenza.
Per mancanza di consapevolezza. Non vuole accettare i propri limiti oppure crede che non c’è bisogno di miglioramento. Intanto è entrata in un circolo vizioso di errori ripetuti e scarsa crescita professionale.
Non avendo consapevolezza della sua incompetenza, Isotta non cerca mai di migliorare o di apprendere nuove pratiche. Continua a lavorare con il suo solito approccio che, purtroppo, danneggia il lavoro di team.
Valuta la situazione
Valuta se la persona è (davvero) incompetente.
Potrebbe essere inesperienza, mancanza di formazione o una difficoltà temporanea?
È un problema critico oppure è gestibile?
Interagire con un collaboratore (tipo Isotta) non è facile. Richiede tatto e strategia.
Poniti domande che possono aiutarti a comprendere meglio la situazione:
- È davvero incompetente o semplicemente inesperto?
- Qual è l’impatto della sua incompetenza sul team o sul progetto?
- Quali compiti o responsabilità gestisce in modo problematico?
- Ci sono aree specifiche in cui fatica di più?
Chiediti se è al corrente delle aspettative rispetto il proprio ruolo:
- Ha avuto indicazioni e feedback chiari sul suo lavoro?
- È consapevole delle sue responsabilità e dei suoi obiettivi?
- Ha un atteggiamento difensivo o sottovaluta i problemi?
- Mostra apertura al feedback?
- C’è qualcosa che fa bene o in cui eccelle?
Se il problema fosse serio, potrebbe essere necessario un intervento formale.
- Devo coinvolgere il capo o il reparto HR?
- Quanto tempo e risorse sono disposto a investire per migliorare la situazione?
Il team ha una percezione diversa? Chiediti:
- Cosa pensa il resto del team del suo operato?
- Come posso gestire la relazione senza generare conflitti?
Mantieni un approccio equo. Basato sui fatti.
- Sto affrontando il problema in modo obiettivo o con pregiudizi?
Dopo aver risposto a queste domande, ti sarà più facile decidere se optare per una formazione, la riassegnazione di compiti o una conversazione diretta con il tuo collaboratore.
Cosa fare
- Dai feedback specifici e costruttivi
Parla con il collaboratore in modo rispettoso. Riservato. Evita di farlo sentire attaccato, ma esprimi chiaramente i punti critici. Usa esempi specifici.
Evita:
“Non stai facendo un buon lavoro”.
Piuttosto:
“Nel report X mancavano queste informazioni Y, che sono cruciali per … (obiettivo). Possiamo approfondire insieme come migliorarli?”
- Offri sviluppo e formazione
Offri supporto pratico, come affiancamento a colleghi esperti, corsi di formazione/coaching o momenti di confronto strutturati.
Stabilisci traguardi concreti e raggiungibili per il miglioramento, con scadenze chiare. Organizza verifiche regolari per discutere i progressi. Identificare ulteriori ostacoli.
- Stimola la sua consapevolezza
Fai domande che lo aiutino a riflettere sulle proprie prestazioni.
“Come pensi sia andata la tua ultima presentazione? Cosa potremmo fare per migliorare?”
Spesso, un feedback ben strutturato può rendere il collaboratore più consapevole.
- Adatta i compiti alle sue competenze (se necessario)
Trova l’equilibrio tra il supporto al collaboratore e la tutela delle performance del team.
Se possibile, riorganizza il lavoro assegnando attività che siano più compatibili con le capacità del collaboratore.
Puoi considerare di limitare la sua responsabilità in progetti importanti, dandogli invece incarichi che abbiano un impatto meno critico.
- Sii empatico ma fermo
Aiuta a mantenere un clima collaborativo senza trascurare i bisogni del lavoro del team.
Domande da fare nell’incontro individuale
Durante l’incontro individuale, è importante fare domande che spingano il collaboratore a riflettere sulle sue competenze e sul suo impatto.
Stimola la sua autovalutazione e autocritica.
Aiuta il tuo collaboratore incompetente a capire la percezione che ha di sé. Chiedi:
- “Come valuti le tue prestazioni nel tuo ruolo?”
- “Quali aspetti del tuo lavoro senti di fare meglio? E quali ritieni si possano migliorare?”
- “Come pensi che il tuo contributo stia aiutando il team a raggiungere i suoi obiettivi?”
Poni domande sulle sue responsabilità e il processo di lavoro:
- “Puoi descrivermi il tuo processo di lavoro per … (specifica attività/progetto)?”
- “Hai incontrato ostacoli o sfide? Come le hai superate?”
Per aiutarlo a valutare le sue dinamiche interpersonali:
- “Come descriveresti il tuo rapporto con i colleghi o con il team?”
- “Secondo te, quali sono le aspettative degli altri rispetto al tuo ruolo?”
- “C’è qualcosa che ritieni il team possa fare per supportarti meglio?”
Fai domande orientate alla crescita:
- “Quali competenze o conoscenze senti di voler sviluppare nei prossimi mesi?”
- “Quali risorse o strumenti pensi possano aiutarti a migliorare nel tuo ruolo?”
- “Come ti vedi nel tuo ruolo tra un anno? Quali passi pensi siano necessari per arrivarci?”
Invita a riflettere su errori o problemi, senza essere accusatorio. Coinvolgi la persona nella soluzione e non solo nell’identificazione del problema.
- “Ho notato … come pensi sia andata? Cosa avresti potuto fare diversamente?”
- “Ho notato alcune difficoltà su … Come ti senti a riguardo?”
- “Cosa pensi che possiamo fare per migliorare …?”
Usa una combinazione di domande aperte e chiuse.
Mantieni un tono di curiosità, non di giudizio.
Prendi nota delle risposte per individuare eventuali discrepanze tra la percezione che il collaboratore ha di sé e la realtà.
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Cosa non fare con il collaboratore incompetente
- Non sottovalutare il problema
Sperare che la situazione si risolva da sola è controproducente.
Se non affronti il problema, il collaboratore potrebbe continuare a commettere errori, influenzando negativamente il team e i risultati aziendali.
- Non etichettarlo come “incompetente”
È fondamentale evitare di usare termini offensivi o connotazioni negative durante le conversazioni.
Questo può minare la sua motivazione. Portare conflitti. Danneggiare il rapporto.
Non dare per scontato che “non possa imparare”. Anche chi sembra incompetente può migliorare con il giusto supporto, formazione e feedback.
- Non criticarlo pubblicamente
Mettere in discussione le sue capacità davanti agli altri colleghi (“Così almeno si sveglia!”) può essere umiliante. Distruggere il morale.
La critica deve essere fatta in privato, con rispetto e tatto. Non sminuire o attaccare direttamente; focus sul problema e non sulla persona.
- Non aspettarti un cambiamento immediato
Se il collaboratore non è consapevole delle sue lacune, ci vorrà tempo per aiutarlo a prenderne coscienza e lavorarci.
Pretendere un miglioramento istantaneo può generare frustrazione per entrambi.
Lasciarsi guidare dall’irritazione può peggiorare la situazione. Mantieni la calma, sii professionale e affronta il problema con pazienza.
- Non assegnargli compiti critici senza supervisione
Dare al collaboratore incarichi troppo complessi o che richiedono precisione senza un controllo adeguato può portare a gravi conseguenze. Evita situazioni che potrebbero rivelarsi disastrose per il team.
- Non concentrare tutto il feedback sui problemi
Evita di sottolineare solo ciò-che-non-va. Bilancia il feedback negativo con riconoscimenti per le cose che fa bene, per mantenere un approccio costruttivo.
- Non lasciare che il suo comportamento demotivi tutto il team
Non tollerare che la sua incompetenza abbia un impatto negativo su tutto il team.
Mantieni alta la motivazione e comunica apertamente su come affrontare eventuali difficoltà.
- Non escluderlo o isolarlo
Tagliarlo fuori (completamente) dai progetti o trattarlo come un problema senza tentare di integrarlo può farlo sentire emarginato, rendendo ancora più difficile il miglioramento.
Errore TOP da evitare con un collaboratore incompetente
Il peggior errore da evitare con un collaboratore incompetente (ma che non sa di esserlo) è evitare una conversazione franca e costruttiva.
Così facendo perpetui l’incompetenza. Mini la crescita del singolo e del team, perché non dai l’opportunità di migliorare.
Affrontare il problema in modo diretto, ma con empatia e supporto, è essenziale per risolvere la situazione e per promuovere un ambiente di lavoro sano e produttivo.
Se, nonostante gli sforzi, il collaboratore non migliora, oppone “resistenza”, l’incompetenza persiste e danneggia il team, potrebbe essere necessario consultare il tuo capo, HR o il management per valutare il-da -farsi: trasferimento, cambio ruolo o, in ultima istanza, cessazione del rapporto.