Meeting aziendali: 8 errori che ti fanno perdere il carisma del leader

meeting aziendaliFoto di Yan Krukov

I meeting aziendali sono l’occasione per dimostrare la tua autorevolezza di leader.

Possono essere ispiratori e produttivi, quando fatti bene,
ma improduttivi e inutili o anche conflittuali se non hai il giusto atteggiamento.

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Ecco 8 errori che ti fanno pagare in carisma e leadership verso i tuoi collaboratori:

1. Non sai gestire le obiezioni

Se qualcuno è in disaccordo con te, non prenderlo come un attacco personale,
(a meno che non sia davvero un attacco diretto a te).

Non rispondere a un’osservazione (che ritieni inadeguata) con un commento ugualmente inappropriato.
Non replicare con una risata, un sorriso o un’espressione severa.
Mantieni la calma. Cerca di non sembrare influenzato.
Il pericolo è l’escalation.

Non minacciare. Non attaccare.
Ti rende debole.

Come ho scritto nel mio libro “AUTOREVOLEZZA” non avere paura delle obiezioni, delle domande dei tuoi collaboratori (anche se provocatorie o poco pertinenti). È una grande opportunità per “aumentare” il tuo carisma e la tua leadership.

La scelta più debole che tu possa fare è cercare di evitarle con la speranza che scompaiano magicamente.
Non succederà.

Le osservazioni durante le riunioni devono diventare tue preziose alleate e per questo le dovrai quasi “stimolare”, piuttosto che temere.

Se fai ogni sforzo per trattare le obiezioni come “normali”,
avrai un dialogo più produttivo e autorevole.

 
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2. Arrivi impreparato ai tuoi meeting aziendali

“Oh, scusate. Sì, uhm … che cos’è questa riunione? Non ho letto l’e-mail.”

Un punto importante che era stato inserito nell’ultimo ordine del giorno e tu …
non sei pronto!

Sei occupato? Beh! Siamo tutti occupati.
Ognuno ha “rubato” del tempo per essere lì.

La riunione sarà senza dubbio sterile (anche il tuo carisma).

La mancanza di preparazione uccide il potenziale di qualsiasi riunione ancor prima che il primo tuo collaboratore si sieda o si collega in videoconferenza.

 
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3. Trasmetti insicurezza

  • “Sono preoccupato che non raggiungeremo il nostro obiettivo.”

Il leader insicuro mette in discussione la propria e la capacità del suo team.

Non ha strategie, è solo preoccupato.

Il leader esitante non parla apertamente dei suoi dubbi, ma la paura nel suo tono dice tutto.
Il “non detto” si basa sulla paura, la pressione e l’incertezza.

Per favore …
parla con il tono da leader o non parlare affatto!

4. Sei negativo

Non rimuginare sulle preoccupazioni e sugli errori. I problemi (spesso) sono irresistibilmente “affascinanti”. Attraggono. Non ti ci stacchi più.

Quando si è troppo concentrati sulla risoluzione dei problemi,
termini la riunione mentalmente svuotato.
Inaridito.

Chiediti cosa puoi fare/dare per assicurarti che la riunione abbia successo.
Favorisci la connessione tra i partecipanti.

Concentrati su dove stai andando.
Non organizzare meeting aziendali solo perché devi.

Dedica più tempo alle opportunità, alle soluzioni, promuovi il progresso, onorando i punti di forza del tuo team. Le prestazioni eccellenti sono il frutto del potenziamento dei punti di forza e non solo della correzione dei punti deboli.

 
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5. La “tiri” lunga

Organizzare meeting aziendali brevi è una componente essenziale per aumentare la tua autorevolezza e migliorare l’efficienza del team.

Pianifica solo il tempo che ti serve. Se supponi di poter concludere la riunione in 45 minuti non “arrotondare” a 60 minuti.

Quindi dai alle tue riunioni un “punto fermo temporale” e rispettalo!
Se ritieni di aver bisogno di 45 minuti, pianifica 45 minuti.

Ciò costringerà te e gli altri partecipanti a rimanere concentrati.

6. Parli “troppo”

La riunione è improduttiva se parli tu per tutto il tempo.

Non essere così ansioso di dispensare perle di saggezza ai tuoi collaboratori.
Se conduci riunioni e ami la tua voce, farai innervosire tutti.

“Quello che dovete capire è…”
C’è qualcosa di più frustrante e irritante sentirsi dire che … tra qualche secondo ci aprirai le porte del sapere.

Questa frase ha un certo retrogusto paternalistico, che probabilmente ispirerà le persone solo a non ascoltare il resto.

Salta i giudizi personali.

Non esaminare ogni dettaglio della riunione precedente ed evita di ricercare l’approvazione degli altri. Smetti di interrompere e di aggiungere orpelli e ridondanze ogni volta che qualcun altro parla.

Non solo è noioso, è inutile.
Soporifero.

Una volta persa l’attenzione del gruppo è difficile (se non impossibile) riconquistarla.
Aggiungi valore, non parole.

 
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7. Spegni l’entusiasmo

  • “Ci abbiamo già provato.”
  • “Non abbiamo tempo.”
  • “Non è un nostro problema.”
  • “Abbiamo sempre fatto così.”
  • “Non è nel budget.”
  • “Mettiamolo nel cassetto per ora.”

Scuotere la testa, roteare gli occhi, sorridere in modo ironico …
può interrompere una discussione appassionata in pochi secondi.

In qualità di team leader è importante incoraggiare il tuo team a ottenere le massime prestazioni. Ciò significa usare cautela quando si commentano le idee generate dal gruppo.

Potresti non essere d’accordo ed è giusto dire la tua opinione,
ma fallo con tatto.

Non spegnere l’entusiasmo delle persone che lavorano con a te!

Non intendo che devi farti prendere dall’ardore, sgranare gli occhi come Rolando (il personaggio di Aldo Baglio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) quando esclama “Non ci posso credere!” ma neanche accogliere le parole con un’espressione del viso corrucciata e scettica e … chiudere ogni possibilità.

 


 

8. Chiudi i meeting aziendali senza programmare azioni specifiche

I meeting aziendali che terminano senza azione è solo tempo sprecato.

Proprio come ricerchi preparazione e chiarezza prima della riunione, così dovresti concretizzarla quando la termini: ottenere chiarezza sui passaggi successivi.

Se non pianifichi azioni da intraprendere, perdi tempo tu, lo stai facendo perdere agli altri,
pagando in autorevolezza!

Per mostrare la tua leadership, assegna compiti e assicurati che tutti siano d’accordo sulla scadenza della loro esecuzione.

Chiedi o decidi chi-fa-cosa ed entro-quando.

In definitiva i meeting aziendali …

dovrebbero entusiasmare, incuriosire, chiarire tutti i dubbi.

Permettere la partecipazione attiva di tutti,
sollevare incertezze, indurre a fare domande, a parlare, mantenere una discussione aperta (senza timore e senza sentirsi a disagio) ma soprattutto devono consentire un ascolto attivo (da parte tua).

Gli errori dei manager che minano la motivazione del personale

Potresti essere convinto che il tuo approccio sia professionale, esemplare e ammirevole.
E sono convinto che sia così!

Tuttavia … non sono pochi i team leader che mi contattano per “fare” coaching lamentando seri problemi di rapporto con il loro team (con tutto lo strascico di conflitti, cali di produttività, scarsi risultati e bruciori di stomaco).

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Cosa ne pensi?
Paranoie di lavoratori con bassa autostima?
Esasperazioni di collaboratori stressati e inadeguati?
Sempre più permalosi e suscettibili?

Uhm … Forse!

Potresti anche non essere così consapevole di adottare atteggiamenti e comportamenti che ritieni “assolutamente normali” e che però sono recepiti dal tuo team come arroganti, spavaldi, eccessivi, odiosi.

Prima di pensare che questo post non ti riguardi, ti chiedo di spendere qualche minuto per leggere l’elenco qui sotto, vedere se non ti ritrovi in qualche punto.

Gli errori dei manager? Devi dare valore alla gestione del team

Se gestisce oggi un team (piccolo o grande, non fa differenza), dovresti riuscire a dare un valore aggiunto, prendere coscienza dei mutamenti, adattarti a questi cambiamenti e porti domande su come migliorare e approcciare con più efficacia i tuoi collaboratori.

Spesso ci comportiamo male e senza riguardo senza rendercene conto, anche in buona fede, per mancanza di tempo, per lo stress, per incomprensione, per superficialità, per ignoranza (nel senso di non conoscenza) ma anche per pura stronzaggine, vera strafottenza e ricercata arroganza.

Pochi considerano la gestione del team, un valore o un’area strategica su cui investire.
Spero lo faccia tu!

Ecco gli errori dei manager che minano la motivazione del tuo personale:

 
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1. Non mostrare rispetto

Tutti desideriamo rispetto.

Come ho scritto nel mio libro sull’autorevolezza il rispetto degli altri sul posto di lavoro è qualcosa cui bramiamo in molti, ma sono pochi quelli che hanno le idee giuste su come raggiungerlo.

Ecco gli errori dei manager in cui potresti “incappare” (a volte senza nemmeno volerlo):

  • Interrompi spesso mentre qualcuno sta parlando
  • Fai domande ovvie e correzioni insignificanti che rendono i collaboratori stupidi
  • Dai consigli (anche sul privato) non richiesti
  • Generalizzi utilizzando termini come “sempre”, “mai“, ecc. tipo “Sei sempre in ritardo” oppure “Ogni volta sbagli
  • Sparli di un collaboratore quando non è presente

2. Non essere empatico

Che cosa trasmetti, anche (e soprattutto) inconsciamente, quando ti relazioni con tuoi collaboratori?

Chi lavora al tuo fianco avverte un’attenzione particolare, la tua partecipazione, il tuo interesse?
Oppure sei una gelida macchina che distribuisce ordini, mansioni e scadenze?

A volte, sei distratto, fai solo finta di essere interessato, si vede, si “sente”,
chi ti parla ha la netta sensazione di non essere ascoltato.

Ecco gli errori dei manager: per ognuno dei tuoi collaboratori, non c’è niente di più frustrante e irritante vedere come la sua richiesta o problematica sia stata poco ascoltata, capita o fraintesa.

3. Gli errori dei manager: non mantenere le promesse

Se dici che stai per-fare o non-fare qualcosa, per uccidere la fiducia dei tuoi collaboratori in un colpo solo è sufficiente … non mantenere la parola data.

Non c’è molto da dire.

Onestà, integrità e fiducia sono assolutamente essenziali per la gestione del team e il successo nella vita.
L’incoerenza è difficile da digerire. Per tutti.

Se (per esempio) sei il primo a predicare ai collaboratori di “avere una vita equilibrata”. Bilanciata e regolata.

Se continui a raccomandare che i week-end sono preziosi, che si dovrebbero spendere con la famiglia,
perché poi invii mail di lavoro la domenica pomeriggio?

 
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4. Sottolineare errori o carenze

Davanti a tutti.
Il team, i colleghi, i clienti.

È il tuo modo di esercitare il potere.
Ok, ma trova un altro modo (meno puerile) per farlo.

A volte, nella gestione del team usiamo il sarcasmo per alleggerire lo stress o il carico di lavoro.
Il sarcasmo è il modo vigliacco di dire quello che realmente pensiamo.

Se c’è qualcosa che vuoi dire, dillo. Non nasconderti.
Altrimenti taci.

Sei il capo, dimostralo.

5. Controllare tutto

Pretendi di verificare tutta la corrispondenza, le e-mail e i preventivi, di bloccare tutto finché non dai la tua “benedizione”. Il tuo OK.

Sei riluttante a delegare, ti concentri anche su piccoli dettagli e non lasci libera iniziativa,
anche sulle decisioni più banali.

Così facendo mostri una completa mancanza di fiducia che fa sentire il tuo collaboratore demotivato,
inutile e improduttivo.

 
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6. Non condividere le informazioni

  • Perché razioni le informazioni?
  • Trattieni per te le info importanti?
  • Non chiedi mai a chi lavora con te pareri e feedback?

Tutto quello che stai ottenendo sono pettegolezzi e paura (“figli prediletti” dell’improduttività).

Nella gestione del team, condividere (quasi tutte) le informazioni è un grande atto di fiducia e un riconoscimento molto potente per i tuoi collaboratori.

La maggior parte delle persone che lavora al tuo fianco desidera fare un buon lavoro, condividere con te le responsabilità, i compiti e il raggiungimento dei risultati.

Distribuire le varie responsabilità, condividere le informazioni è un attestato di fiducia per i tuoi collaboratori …
è come dire a ciascuno di loro “Io mi fido di te”.

 


 

7. Gli errori dei manager? Non scendere mai dal piedistallo

Sei un “grande” ad assegnare i compiti.

Molto meno a partecipare. A prenderne parte.
A esserne parte.

Al fianco del tuo team.
Metti giù la testa, lavora, suda, anche tu … insieme al tuo team.

8. Essere sempre teso

Quando sei sotto pressione o sei stressato è facile che, senza accorgerti, inizi a girovagare senza meta o coerenza. Ora qua, ora là, adesso qui e poi ricomincia il giro.

Muovendoti tutto il tempo (come un tarantolato) in spazi chiusi del tuo luogo di lavoro crei attorno a te un clima di nervosismo che può influenzare e condizionare negativamente i tuoi collaboratori.

Quando non ci sei, tutti tirano un sospiro di sollievo.
Pensaci la prossima volta che cominci a girare come una trottola.

9. Manifestare simpatie e preferenze personali

Forse non te ne rendi conto …
ma se coinvolgi, ridi, scherzi, vai a pranzo o a pausa-caffè sempre e solo con la stessa persona o il solito gruppetto “fidato” di collaboratori …
potresti creare palesi manifestazioni di preferenze.

È naturale e normale, sentire maggiore feeling e simpatia per alcune persone rispetto ad altre, ma se poi inizi a sorvolare o non dire niente per amicizia e simpatia, rischi di perdere la faccia e la stima del resto del personale, dando un`immagine di leader debole e influenzabile.

Ovviamente ci sono collaboratori che sono e devono essere più coinvolti rispetto ad altri ma devi cercare di coinvolgere (con le dovute differenze) ogni membro del tuo team.

 
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10. Non prendere le difese del tuo team

Il titolare ha “cazziato” ingiustamente un tuo collaboratore e non hai mosso un dito?
Un cliente odioso ha trattato senza rispetto un tuo dipendente e ti sei voltato dall’altra parte, facendo finta di niente?
Quando è l’ultima volta che sei battuto per un membro del tuo team?

Se non lotti per il tuo staff, perdi la loro fiducia.

Non devi “fare l’eroe”, il paladino dei diritti dei più deboli e neanche metterti contro il grande capo o il cliente indisponente (di questi tempi poi …) ma se sorvoli completamente sull’accaduto rischi di perdere la stima del tuo personale.

Sono d’accordo con te … nell’attuale Mercato del lavoro, nella gestione team, semplici gesti come questi se ne vedono sempre meno e sono ad appannaggio di qualche solitario eroe innovatore. E allora?

Non sarebbe il caso di cominciare?
Perché non ci provi già domani?

Perdita del lavoro: il giusto approccio per reagire


Trovarsi senza lavoro, da un giorno all’altro (soprattutto se in modo inaspettato e “ingiusto”) provoca emozioni di grande intensità.

È un “uragano emotivo”, che ci può destabilizzare la vita,
travolgere le nostre certezze e metterci in discussione.

Il senso di impotenza e di fallimento ci può condurre a un atteggiamento di apatia,
che ci impedisce di utilizzare le opportunità e le risorse,
per cui diventa difficile agire-e-reagire.

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È un mix di emozioni.
Tristezza e rimpianto. Delusione.
Senso di colpa e vergogna.
Frustrazione. Rabbia.

Queste emozioni scatenano ancora più paure, dubbi e insicurezze.

  • Ho perso tempo!
  • Non ho fatto le scelte giuste
  • Sono davvero bravo?
  • Cosa ho fatto di sbagliato?
  • Non troverò più un lavoro!
  • Avrò mai una seconda chance?

Perdita del lavoro: le circostanze sfavorevoli plasmano il carattere

Sono tantissime le persone che incolpano le loro carriere miserevoli per le circostanze difficili in cui si dibattono.
“Ho avuto situazioni difficili … nessuno ha creduto in me … ecco perché non ce lo fatta.”

Eppure non sono poche le persone di successo che rivelano:
“Ho avuto situazioni difficili … nessuno ha creduto in me … ecco perché ce lo fatta!”

Le circostanze che hai vissuto rivelano chi-sei, le tue convinzioni e il tuo atteggiamento,
cosa otterrai (o non otterrai) dalla vita.

Non rotolarti nel dilemma “Che cosa fare adesso?” … conta solo il tuo atteggiamento!

Poco importa se decidi di continuare a ricercare un lavoro nel tuo settore lavorativo, cambiare e lanciarti nel sociale, diventare influencer o aprire un agriturismo nella cascina che hai ereditato dal nonno … quello che più conta è il tuo atteggiamento e le tue convinzioni.

Come vedi te stesso e cosa vuoi ottenere.

Una volta che hai deciso dove vuoi andare, chi vuoi essere e cosa vuoi fare …
sarà difficile fermarti.

 
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Quanto riesci a perseverare di fronte gli ostacoli?

La maggior parte di noi (dopo la perdita del lavoro) getta via sogni e obiettivi,
perché si arrende all’ostacolo e alla difficoltà.

Se le cose ti sono sempre arrivate con poco sforzo o grazie a una botta di culo, potresti non aver mai allenato i “muscoli” della perseveranza,
necessari quando la strada si fa in salita.

Invece di mettere energia e tempo per superare le difficoltà … potresti prendere la perdita del lavoro come un segnale che non sei “capace”, che non sei “tagliato” e …
mollare di schianto!

Dopo la perdita del lavoro la perseveranza fa la differenza

Devi imparare da quelle persone che hanno sempre lavorato sodo.
Hanno sviluppato determinazione, costanza e forza di volontà per superare un ostacolo.

Non si raggiunge il traguardo senza fatica, senza un impegno straordinario.

All’inizio, dopo la perdita del lavoro (se non sei abituato) troverai difficoltà.
Dopo svariate volte – tale sforzo – diventerà naturale e istintivo.

Quando la salita si fa dura, quando (sembra) che non c’è alcuna ragione di continuare,
quando tutto intorno a te invita a mollare, arrendersi, rinunciare, a non continuare …
proprio a quel punto che se vuoi ottenere qualcosa dalla vita, devi perseverare.

 
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La chiave non è che COSA fare ma piuttosto COME affrontare la nuova situazione

  • Sei disposto a non cedere alle difficoltà? Alle attese?
  • Sei deciso a “scavalcare” tutti i NO e “Le faremo sapere”? Ogni volta?
  • Sai mettere in discussione le tue credenze sul mondo del lavoro?
  • Trovare la caparbietà per presentarti al (ennesimo) colloquio positivo e proattivo?

Devi trovare la forza di percorrere ancora qualche altro metro. E andare avanti.

La perseveranza è quella dote che ti permetterà di andare oltre le circostanze.

Ti consente di superare un fallimento, un ribaltamento, un passo falso, un colpo di sfiga,
recuperare da un infortunio, se sei uno sportivo.

 


 

Perdita del lavoro? Con la perseveranza, lo ritroverai

Come ho scritto nel mio libro Autorevolezza una forte determinazione aiuta a vincere molte difficoltà.
Uno sforzo affannoso o occasionale -invece- sarà di poco valore.

Per ottenere risultati devi applicarti tutti i giorni, fino a quando diventerà un’abitudine.
Perseveranza vuol dire “attaccare” giorno dopo giorno.

Non solo per una settimana, non solo per un mese ma per anni … nonostante gli ostacoli che incontri.

Nella ricerca di un lavoro non puntare solo sulla competenza e gli studi

Anche il solo talento non è sufficiente.
Occorre duro lavoro e tenacia.
Perseveranza.
Grinta.

Ritrovare un lavoro non è solo questione di preparazione, talento, competenza, bellezza.
Tra una persona talentuosa senza tenacia e un’altra perseverante ma senza talento, probabilmente sarà quest’ultima a ottenere i risultati migliori. Leggi post.

E adesso che lo sai anche tu …
davanti al prossimo ostacolo non paralizzarti … pazienza e perseveranza.

Riprova.
Credimi.
Ce la farai!

Diventare il leader che tutti vorrebbero come capo

diventare il leader

Per diventare il leader che tutti vorrebbero come capo è necessario guidare le persone.

Andare oltre le mansioni da gestire, distribuire incarichi,
e assicurarti che ognuno faccia il suo lavoro.

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La vera leadership viene da chi sei. Non solo da cosa fai.
Diventare il leader non vuol dire seguire un manuale di leadership.

Inizia da te stesso.
Per gestire gli altri devi prima gestire (e conoscere) te stesso.
Un buon punto di partenza è conoscere i tuoi punti di forza e di debolezza.

Scoprire come ti comporti e come potresti dare il contributo maggiore:

  • Come comunichi? Sei un buon ascoltatore o ti piace sentire il suono della tua voce?
  • Sei un teorico o comunichi con il-fare?
  • Lavori meglio con piccoli team o grandi gruppi?
  • Trasmetti coesione o tensione?

Ricorda che …
la maggior parte delle persone non lascia un lavoro o l’azienda, lascia un capo.

1. Mostra la direzione

Le persone ti seguono con entusiasmo se la tua visione li aiuta a raggiungere i loro obiettivi (sia personali che professionali).

I tuoi collaboratori vogliono sapere che c’è un futuro.
Vogliono esser certi che c’è una direzione.
Vogliono sapere dove-si-deve-andare.

Devi mostrare una visione, motivare e ispirare le persone a seguirti.

I dipendenti più impegnati sono quelli che hanno fede nella visione dei loro capi,
generando così ottimismo e una maggiore produttività.

Un gruppo con un leader indeciso non ha direzione.
È sopraffatto da incertezza e paralisi.

 
POTENZIA LA TUA LEADERSHIP > puoi prendere spunti interessanti dal mio libro “AUTOREVOLEZZA”
 

2. Occupati di … persone

Questo non significa che devi coccolare o adulare ma semplicemente “entrare in contatto”,
(anche) a livello personale con chi lavora con te.

I grandi leader si preoccupano della “loro gente”.
I tuoi collaboratori devono sapere di poter contare su di te nel momento del bisogno.

Mostra di avere (veramente) a cuore le persone con cui lavori,
e di voler costruire un impatto positivo nella vita degli altri.

3. “Tira” fuori il meglio

Quando i dipendenti si sentono bene sia mentalmente che emotivamente,
lavorano di più e in modo più proattivo.

Non parlare sempre di quello che i tuoi collaboratori non riescono a fare.
Concentrati piuttosto sui loro punti di forza,
aiutali (davvero) ad avere successo.

Porta pazienza, e sfrutta ogni opportunità per aiutare il tuo team a crescere e svilupparsi.

Anche quando sbagliano, dai tempo, concedi altri tentativi.
Dagli errori arrivano i miglioramenti.

Chiediti spesso:

  • “Sto facendo il meglio per il mio team?”
  • “Come posso aggiungere valore?”.

4. Diventare il leader? Bilancia forza e umiltà

Un grande leader è il collante che tiene unita una squadra,
lavorando per un obiettivo condiviso.

Leadership è un delicato equilibrio di vera fiducia e genuina umiltà.
Un grande leader non dimentica mai da dove è venuto o non si prende troppo sul serio.

Non considerare il tuo successo come il risultato di uno sforzo solitario,
ma riconosci il contributo di tutta la tua squadra.

 
PIÙ LEADER DEL TUO TEAM > scopri il tuo percorso di coaching sulla leadership
 

5. Dimostra integrità, onestà e capacità

In tutto quello che fai.

Devi comportarti in maniera coerente e affidabile, essere trasparente quando si tratta di etica e valori.

Non devi desiderare di “avere ragione”,
ma piuttosto di “fare la cosa giusta “.

6. Trasmetti fiducia e speranza

Speranza. Desiderio.
Sogni.

Oltre a stabilità e fiducia,
devi saper dare alle persone la motivazione per affrontare le situazioni più impegnative e guardare al futuro con più ottimismo e convinzione.

Ricorda che nei momenti difficili, di cambiamenti organizzativi o di gestione,
mostrare speranza è fondamentale.

 


 

“Costruisci” le fondamenta dei tuoi rapporti sulla fiducia.

La fiducia è uno dei pilastri fondamentali della leadership.
Le persone non tollerano la disonestà.

Quando la fiducia è persa, non può più essere recuperata.
Fiducia, comunicazione, sostegno e rispetto sono alla base di tutte le relazioni solide e ben funzionanti.

La capacità di fidarsi è essenziale e non puoi permetterti di darla per scontata.
La fiducia è influenzata più dalle azioni che dalle parole.
Solo se le tue azioni saranno coerenti con le tue parole, le persone avranno fiducia in te. Nella tua leadership.

La costruzione richiede tempo, la distruzione pochi secondi.

7. Resta calmo e freddo

Sicurezza. Forza.
Sostegno.

L’ignoto crea disagio. In questi tempi così caotici,
può essere difficile trasmettere stabilità e sicurezza.

Il tuo team ha bisogno di rassicurazioni, vuole sapere che hai una presa salda sul timone,
anche nel bel mezzo di una tempesta.

 
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8. Inquadra il “bersaglio”

Resta concentrato (con tutte le tue energie) sul risultato.

Non farti fregare dalla tentazione di essere dispersivo, allentando così la presa dall’obiettivo.
Resta determinato, fai i sacrifici necessari per raggiungere lo scopo.

Non ti scoraggiare, trova soluzioni ai problemi.

Mantieni un atteggiamento vincente,
supera le difficoltà e prosegui nel cammino per la realizzazione dei tuoi traguardi.

Diventare il leader: titoli e competenze non bastano

Un mio cliente mi ha detto:
“Sono il direttore, ho il mio ruolo, le competenze … non vedo perché il mio team non dovrebbe seguirmi.”

Titoli e competenze sono importanti,
ma non diamoli per scontati.

A questo punto la domanda è: perché la gente dovrebbe seguirti?
Te lo sei mai chiesto?

Se diventare un grande leader è una delle tue aspirazioni, inizia a chiederti, in totale onestà:
“Perché le persone dovrebbero seguirmi?”.