7 modi infallibili per rovinare il colloquio di lavoro – 2

colloqui

Leggi anche la parte 1.

Il mondo del lavoro oggi è tosto.

Le difficoltà nel prendere appuntamenti, le esperienze negative del passato, i tanti “le faremo sapere” ci hanno reso rancorosi e irritabili. È normale e anche comprensibile.

L’amarezza però è cattiva consigliera.

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Essere rancorosi, astiosi, pieni di risentimento e trasmettere tale frustrazione alla persona che ci sta intervistando, non sono caratteristiche che piacciono e non ci aiutano certamente ad aumentare le possibilità di essere assunti. “Il mio capo era un idiota” o “Mi ha fregato il mio collega“ oppure “I clienti di oggi sono stupidi”.

Dei nostri problemi personali non importa a nessuno … tanto meno a un datore di lavoro.

Meglio dunque armarsi di sorriso, positività e convinzione e (anche se sono d’accordo che non è facile) lasciare a casa ogni traccia di rancore, preconcetto o diffidenza.

L’amarezza lasciamola con gli amici al bar.

5. Essere troppo molli o troppo attivi

Il colloquio di lavoro è il tuo momento di brillare.
C’è qualcuno che è interessato a conoscere la tua storia.

Questo non è il momento di tacere, essere statici, immobilizzati, con lo sguardo basso, parlare poco o balbettare. Parlare poco è un atteggiamento assolutamente improduttivo che spesso assumono persone riservate o timide che per la tensione si chiudono in loro stessi, non espongono i loro punti di forza o preferiscono fare i modesti.

Non puoi pretendere che il datore di lavoro sappia delle tue competenze o di come sei in grado di risolvergli i problemi, se non glielo dici. Il nostro interlocutore potrebbe pensare che sei una persona troppo chiusa e che non riesci a interagire con altre persone.

Al contrario anche parlare troppo, non funziona. Parlare troppo è una reazione alla tensione, divaghiamo, rigiriamo le parole senza rispondere in modo mirato alla domanda. Un fiume in piena.

Pensi che se racconti tutta la tua vita senza mai fermarti colpisci il tuo interlocutore? Se fai tante (troppe domande) sei sicuro di fare una buona impressione? Può rivelare un’eccessiva autostima o al contrario un tentativo di mascherare la tua insicurezza?
 


 

Parlare tanto non significa comunicare.

Un candidato logorroico (che sommerge d’informazioni il suo selezionatore) è spesso recepito come fastidioso e che come tale è evitato.

Il datore non vuole perdere tempo a sentire discorsi inutili. Cerca di essere sintetico e cogli il nocciolo delle domande. Rispondi alla domanda o intervieni solo quando intuisci che l’interlocutore sta aspettando il tuo intervento.

Vai dritto al punto, senza girare intorno.

6. Parlare subito di stipendio e benefit

Sappiamo bene tutti che non si vive di solo aria.
Stipendio, vacanze, orario flessibile o altri benefici sono importanti.

Altro che.

In un mondo ideale un datore di lavoro dovrebbe illustrare durante il colloquio anche gli aspetti economici, ma in molti casi ciò non avviene (a volte una persona può passare anche attraverso 2-3 colloqui e ancora non conosce lo stipendio o i benefit) e quindi in queste situazioni verrebbe spontaneo e comprensibile, chiedere “Quant’è la paga?”.

Domanda legittima, certo.

Domanda che però il più delle volte può trasmettere un messaggio sbagliato, come ad esempio un interesse maggiore rispetto verso la retribuzione rispetto al compito e alla mansione.
Chiedere i vantaggi al primo incontro o in modo sbagliato potrebbe rivelarsi disastroso soprattutto perché non sai ancora se sei tra i “papabili”.

 

 

Meglio aspettare il momento giusto, soppesare bene l’atmosfera del colloquio e valutare se ci sono le premesse per questa domanda. In caso contrario è meglio astenersi e rimandare la questione a un secondo tempo.

7. Non conoscere l’azienda

Cioè?

Chiedere “Che cosa fa la vostra azienda?” oppure non saper rispondere o balbettare alla classica domanda “Che cosa sa della nostra azienda?” potrebbe essere sufficiente per compromettere l’esito del colloquio.

Ignorare le caratteristiche dell’azienda oppure porre domande che sono chiaramente visibili sul sito dell’azienda (per la quale ti stai proponendo) è un classico errore. Questo dice subito che non hai preparato l’intervista.

È un modo veloce che usano i selezionatori per scremare la lista di candidati durante i colloqui. Se non sai la risposta, sei fuori.

Prendere info sull’azienda per la quale ti stai proponendo, ti prende poco tempo ma i suoi effetti sono importanti. Questo non vuol dire imparare a memoria ogni prodotto o nominativo presente nel sito. Al datore non interessa un’analisi approfondita della sua situazione aziendale ma basta avere un’idea chiara e semplice di come l’azienda è strutturata, cosa produce, gli obiettivi, le filiali, ecc.

Oggigiorno tutte le aziende hanno un sito internet, dove poter reperire informazioni di base.

Leggi anche la parte 1.

Un primo passo è concentrarti solo su questo: non tagliarti le gambe da solo con errori gravi. Concentrati sui principi base e il resto verrà da sé. Evita questi 7 errori e poco importa come andrà il resto del colloquio.