4 pensieri folli che ti assalgono quando attendi una risposta da troppo tempo

stress al lavoro

Dovremmo pensare molto meno.
Pensare troppo e male (nel senso di rimuginare, macchinare, sragionare, ecc) è forse l’errore più comune che facciamo tutti.

Soprattutto sul luogo di lavoro.

Nel mio libro “Prima volta Leader” ho descritto la vicenda di Jonathan che ogni volta che un collega, il capo o un cliente impiegava troppo tempo a rispondere alla sua richiesta (“troppo tempo” può davvero variare secondo la persona o della situazione) la sua mente iniziava a correre, fantasticare, divagare. Vaneggiare.

E presumere il peggio.

Iscriviti alla mia newsletter.

Compilando il modulo riceverai news e aggiornamenti sulla formazione e il coaching.

Più o meno funziona così …
se non mi risponde, è perché c’è un problema … il problema sono io … non piaccio … e poiché non piaccio non mi darà quell’informazione di cui ho bisogno … resterò indietro nel mio progetto … non riuscirò a mantenere la scadenza … e la mia carriera si arenerà miseramente.
Sic… sic… che sfigato!

Esagerazioni?
Eppure non sono pochi i professionisti e manager che da questi segnali (complice anche lo stress al lavoro) si lasciano inghiottire e lentamente consumare … nel fisico e nell’anima!
La mania fa galoppare la fantasia.
Porta a vedere fantasmi ovunque.

Ecco 4 pensieri irrazionali (e depotenzianti) che ti inghiottono quando aspetti una risposta per (quello che tu reputi) troppo tempo:

1. “Non mi tengono in considerazione”

La maggior parte delle persone ha paura di non essere vista, notata,
ascoltata.

Qualcuno ha chiesto il follow-up di quel cliente o ha risposto alla tua mail?
Macché!
Dopo aver inviato una mail, c’è il silenzio-radio.

Complimenti!
Hai un super-potere da super-eroe: sei invisibile.

Questo è frustrante,
scoraggiante.
Sei sicuro che il tuo lavoro sia prezioso.
Sai che quello che stai facendo è utile, se solo qualcuno lo notasse.

Eppure niente … tutto tace!

2. “E se non piaccio?”

Ecco cosa succede a essere condizionati (o ossessionati) da cosa pensano i colleghi, i collaboratori,
i capi, i titolari dell’azienda o i clienti.

Vuoi sentirti dire continuamente di essere indispensabile?
Che sei uno valido e competente?

Ma quando non ti rispondono subito o la risposta tarda ad arrivare,
cominci a pensare che non piaci come professionista e come persona.

Sei incompetente e incapace.
Insomma … un disastro!

 


 

3. “Si sarà offeso?

La posta elettronica è un modo terribile di comunicare.
Ci sono diversi studi che indicano che circa il 50% delle mail sono mal interpretate.

E ti credo!

Quando scriviamo un’e-mail, le parole sono l’unica risorsa.
Infatti (tenendo conto del solo testo) perdiamo oltre il 90% dell’efficacia della comunicazione.

E con queste premesse, è facile creare incomprensioni ed equivoci,
sembrare bruschi, direttivi e insolenti;
rischiare di offendere la suscettibilità delle persone.

Non è così insensato pensare di aver offeso qualcuno con una mail scarna, priva di tatto e disponibilità verso l’altro (sia un collega, collaboratore, cliente o il capo).

Poi la nostra fantasia incalzante …
fa’ il resto.

4. “Oddio … sto per essere licenziato?”

Addirittura!

Eppure una risposta-che-non arriva (in ambiente aziendale) unita a una fantasia galoppante può accendere pensieri di esclusione, emarginazione,
estromissione.

Una risposta tardiva può scatenare questa reazione estrema.
Infatti, uno dei primi segni di un possibile licenziamento è non riuscire più ad accedere a dati importanti,
informazioni necessarie e comunicazioni rilevanti.

Leggi il mio postParanoia o reale licenziamento? 9 indizi che potrebbero indicarne uno”.

Stress al lavoro? Ci manca anche il logorio delle attese ..

“Il buio e l’attesa hanno lo stesso colore.”
Giorgio Faletti

Riesci (davvero) a sentire queste emozioni negative contro di te?
Stai giudicando le intenzioni degli altri attraverso il filtro della tua mente?
Non è che (forse) stai sentendo lo stress al lavoro e stai travisando o esagerando il tutto?

È importante,
fare un passo indietro, un bel respiro profondo,
raccogliere i pensieri e chiederti se stai reagendo nel modo giusto.

A meno che tu non abbia una buona ragione per non farlo,
la cosa migliore da fare è inviare una mail di follow-up,
chiedendo quando puoi aspettarti una risposta.

 
More: scopri il percorso di coaching ideale per potenziare la tua gestione del team
 

Non saltare subito alle conclusioni. Resta ai fatti

E i fatti sono che non tutti condividono le stesse priorità (quello che per te è primario e fondamentale per me può essere marginale e trascurabile).

Inizia a comunicare più chiaramente;
più chiaramente lo farai, meno spazio darai al tuo cervello di andare nel panico,
ed eviterai equivoci, incomprensioni e … stress al lavoro.

Potresti per esempio,
chiedere alla persona quando sarà in grado di valutare e risponderti.
Ciò ti consentirà di ricevere una risposta rapida e di non passare attraverso tutto questo logorio mentale.

Fino a quando abbiamo a che fare con le persone (e per fortuna che è così),
saremo sempre esposti al rischio di essere delusi, frustrati e di reagire con ansia e paura …
succede a casa, al lavoro e in innumerevoli altre situazioni.