9 spunti per criticare il tuo collaboratore senza compromettere il rapporto – parte 1
Come responsabile del tuo team puoi tollerare gli sbagli dei tuoi collaboratori,
ma devi affrontare subito e con la massima attenzione gli errori dettati da incompetenza, superficialità o negligenza.
Meglio affrontare al più presto la questione: sorvolare o non dire niente per amicizia,
timore o per mantenere pace e tranquillità vuol dire perdere fiducia e stima di tutto il tuo personale.
Come puoi criticare il tuo collaboratore e nel contempo evitare, se possibile,
rancori e risentimenti che renderanno difficile la convivenza quotidiana con quelle persone?
Compromettere la relazione, per una critica mal formulata, potrebbe essere anche un vero errore,
soprattutto quando la persona in questione è un ottimo collaboratore,
ci lavori fianco a fianco da anni e hai sempre avuto, nel complesso, un rapporto positivo.
Andiamo con ordine e chiariamo subito una cosa:
come ho scritto sul mio libro sull’autorevolezza possiamo chiamarla in vari modi (rimprovero, critica, osservazione o feedback) addolcirla con aggettivi tipo positiva, motivazionale o costruttiva, possiamo parlare con disponibilità e cortesia ma la verità è che: criticare non è mai piacevole.
La critica non piace a nessuno
Un’osservazione negativa, anche ben formulata, getta sempre un’ombra sulla relazione tra te e il tuo collaboratore.
Se sbagli approccio rischi solo di ferire, svalutare o denigrare l’altro,
demotivare la persona o creare una situazione di ostilità e freddezza che comprometterà certamente il vostro rapporto.
L’obiettivo della tua critica non deve essere quello di punire il tuo collaboratore ma di migliorare ciò che non va.
“Un buon leader non si limita a criticare, ma aiuta i collaboratori a crescere. Se vuoi imparare a gestire meglio i feedback, contattami per un percorso di coaching su misura.”
Criticare non è facile e mai piacevole
Richiede la tua capacità di trasformare un giudizio negativo in un momento costruttivo per la crescita personale e professionale del tuo collaboratore.
La prima regola che devi seguire quando critichi qualcuno, e vuoi evitare di compromettere il rapporto, è dire tutto ciò che non va,
limitandoti però alle azioni o ai comportamenti e suggerendo,
se possibile, un modo d’agire alternativo.
Non è facile scindere completamente la persona dall’azione o dal comportamento che ha avuto,
ma sforzati di farlo se vuoi riuscire nel tuo intento.
Parla in modo chiaro, senza aggressività o offese.
Inizia il tuo discorso con “Mi sembra… “ o “Posso sbagliarmi, ma… “ per rendere la conversazione meno tesa.
Non attaccare i punti deboli del tuo collaboratore.
Se inizi in questo modo,
la persona interpreterà il tuo atteggiamento come un qualcosa di personale, causando una reazione inevitabilmente difensiva.
Le critiche sono sempre difficili da accettare
Le critiche contrastano col nostro naturale bisogno di sentirci accettati e approvati.
Ci sentiamo attaccati, giudicati o prendiamo la critica come un’offesa personale, “non valgo poi molto” “sono incapace … ”.
Chi riceve una critica,
crea una barriera immediata di protezione, reagisce in vari modi:
- Aggressività: “… ma come ti permetti, non è vero!…”
- Scaricando la responsabilità su altri: “Un collega mi ha fatto perdere tempo”
- Giustificazione: “Avevo un altro lavoro da finire”
- Accettazione: “malgrado tutto, sei il mio capo”
- Tristezza: “Non mi capisci… ”
- Colpevolezza: “Non dovevo farlo … ”
- Vergogna: “Che figura ho fatto …”
Come far accettare una critica spiacevole senza ferire e senza rischiare di far sentire la persona aggredita?
Criticare senza rovinare il rapporto con il team è una sfida, ma si può imparare. Vuoi farlo in modo efficace e autorevole? Parliamone: scrivimi e scopri come posso aiutarti.
CONTINUA A LEGGERE > la parte 2.