Feedback difficile: come dire a un collaboratore che deve migliorare senza attaccarlo

feedback difficile Foto di ThisIsEngineering

Dare un feedback negativo è una delle sfide più grandi per un team leader.

Come dire a un collaboratore che deve migliorare? Senza demotivarlo o farlo sentire attaccato?
Ti è mai capitato di rimandare (o peggio, evitare) questa conversazione per paura di una reazione negativa?

Oppure, ti sei ritrovato davanti a giustificazioni, difese. Silenzi imbarazzati. E temi di minare la sua autostima.

Iscriviti alla mia newsletter.

Compilando il modulo riceverai news e aggiornamenti sulla formazione e il coaching.


E non per ultimo … ti sei sentito frustrato perché, nonostante i tuoi suggerimenti, il comportamento della persona non è cambiato.

Ma perché dare un feedback è così difficile?

La verità è che nessuno ama sentirsi criticato.
Tuttavia, il problema non è il feedback in sé, bensì come viene comunicato.

Se viene percepito come un attacco, la persona si chiuderà in difesa e il tuo messaggio verrà respinto.

Quindi, come puoi far capire a un collaboratore che deve migliorare senza creare tensioni?

1. Parti con l’intenzione giusta

Quando dai un feedback, sei guidato dal desiderio di aiutare la persona a crescere?
O invece, in fondo, stai cercando di sfogare la tua frustrazione?
C’è reale attenzione per il suo sviluppo oppure è solo un giudizio?

La differenza si percepisce. Si “sente”.

Se il tuo obiettivo è veramente il miglioramento, allora devi metterti nei panni del tuo interlocutore.

  • Come ti sentiresti se fossi tu a ricevere quel commento?
  • Ti aiuterebbe a migliorare o ti farebbe solo sentire inadeguato?
  • Ti spingerebbe a migliorare o ti farebbe chiudere a riccio?
  • Stai parlando del comportamento o stai giudicando la persona?

Inizia con questa consapevolezza e tutto il resto diventerà più naturale.

 


 

2. Un feedback efficace parte dalla connessione, non dalla correzione

Usa un tono calmo e rispettoso, anche se il tema è delicato.

Descrivi fatti osservabili, non interpretazioni (“Ho notato che nelle ultime riunioni non hai parlato” vs “Sei sempre indifferente”).

Mostra che il tuo intento è dare supporto: “Credo davvero che tu possa dare un contributo più forte, e mi piacerebbe capire come aiutarti a farlo.

Ascolta. Davvero. A volte c’è un motivo dietro a una performance sottotono, e capirlo è metà del lavoro.

Il miglior feedback non è quello che “mette in riga” (anche se talvolta potrebbe essere efficace), ma quello che accende consapevolezza.

3. Sostituisci la critica con un dialogo

Immagina di dire a un collaboratore con tono giudicante:

  • “Sei troppo lento nel completare i progetti, devi sbrigarti.”
  • “Non sei abbastanza preciso, fai sempre errori nei report.”

Con molta probabilità si sentirà giudicato.

Ora prova così:

  • “Ho notato che ultimamente i progetti stanno richiedendo più tempo del solito. C’è qualcosa che sta rallentando il processo? Possiamo trovare una soluzione insieme?”
  • “Ho notato che negli ultimi report ci sono stati alcuni errori. C’è qualcosa che possiamo fare per aiutarti a gestire meglio la revisione? Mi piacerebbe capire come supportarti.”

Vedi la differenza?
La seconda frase apre il dialogo, invece di chiuderlo.
Non punti il dito. Stai invitando la persona a riflettere, senza farla sentire sotto accusa.

 


 

4. Fai domande per stimolare l’autoconsapevolezza

Piuttosto che dire direttamente cosa non va, prova a fare domande che aiutino il tuo collaboratore a rendersi conto da solo di ciò che può migliorare.

  • “Come ti senti rispetto al lavoro che stai facendo?”
  • “C’è qualcosa che potresti fare in modo diverso per ottenere un risultato migliore?”
  • “Cosa ti impedisce di dare il massimo?”

Quando una persona arriva da sola alla consapevolezza del problema, sarà molto più propensa ad accettare il cambiamento.


La comunicazione è il cuore dell’autorevolezza. Vuoi migliorare il tuo impatto con i tuoi collaboratori?

Trovi spunti interessanti nei miei libri: la NUOVA edizione aggiornata 2025 del mio libro “Autorevolezza” ti aiuta a rafforzare impatto, carisma e comunicazione.
“Prima volta Leader” è il libro pratico perfetto se muovi i primi passi nella gestione di un team.

5. Il vero segreto per un feedback difficile? Dialoga, non fare un monologo

Dopo aver espresso il tuo punto di vista, chiedi:

  • “Come la vedi?”
  • “Hai qualche idea su come potremmo affrontare questa situazione?”
  • “Cosa ti potrebbe aiutare a migliorare in quest’area?”

Mostrare apertura e disponibilità evita che la persona si senta giudicata.

In questo modo, la spingi ad assumersi la responsabilità del proprio miglioramento.

E ora …

  • Pensa all’ultimo feedback che hai dato a un collaboratore. Sei sicuro che sia stato recepito nel modo giusto?
  • Hai mai pensato che un tuo commento, per quanto ben intenzionato, possa aver demotivato qualcuno invece di aiutarlo?

La leadership non è solo dire alle persone cosa devono fare, ma saperle guidare con empatia e intelligenza. Un feedback ben dato può fare la differenza tra un team che cresce e uno che si chiude in sé stesso.

Se vuoi approfondire e migliorare il tuo approccio alla comunicazione con il tuo team, prenota una sessione di coaching con me.

Insieme, lavoreremo su strategie pratiche per dare feedback efficaci, motivare i tuoi collaboratori. Costruire la tua leadership più solida e autorevole.