15 motivi perché non piaci ai colleghi: 9 è colpa tua, 6 no – parte 1
Avere dei problemi relazionali al lavoro è (quasi) la normalità.
“Non si può piacere a tutti” è più che una bella frase.
È una verità.
Tuttavia, quando il problema diventa consuetudine e le difficoltà sono costanti,
allora è necessario fermarsi e fare una riflessione su sé stessi.
Non piacere ai colleghi, non sentirsi accettati sul luogo di lavoro è un’esperienza che può influenzare la tua autostima.
Ecco 15 motivi perché non piaci ai colleghi.
Di questi, 9 motivi la colpa è (anche) del tuo approccio, la tua comunicazione,
le aspettative su cosa deve/non deve fare o dire i tuoi colleghi.
Ecco 9 motivi perché non piaci ai tuoi colleghi: e la colpa è tutta tua!
1. Sei un menzognero seriale
A nessuno piacciono i bugiardi.
Anche se, sul luogo di lavoro, tutti mentiamo.
Sicuro.
Se dicessimo sempre la verità e quello che realmente ci passa per la testa in ogni momento,
le nostre relazioni professionali sarebbero disastrose e spiacevoli.
Quindi, sul lavoro, mentiamo per evitare imbarazzo e non essere considerati rudi e inopportuni.
Mentire è parte normale ed essenziale delle relazioni professionali.
La maggioranza sono le cosiddette “bugie bianche”,
ovvero ciò che è detto/non detto per non urtare i sentimenti e la sensibilità dei colleghi.
Ma se menti di continuo, su cose serie, se sei un bugiardo seriale,
allora la colpa è tua! Ti troverai ben presto isolato.
Giustamente.
Sul luogo di lavoro, l’autenticità continua comunque a essere considerata un valore importante,
capace di creare una cultura lavorativa più forte e migliorare le relazioni con i colleghi e i clienti.
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2. Sei presuntuoso e arrogante .. difficile piacere ai colleghi!
Ti comporti come se sapessi tutto?
Non solo è arrogante, è (davvero) irritante.
Sei convinto che il mondo del lavoro è una giungla, una lotta continua, dove “la miglior difesa sia l’attacco”; così se qualcuno ti fa un’osservazione, parti subito al contrattacco.
Lasci poco spazio, incalzi e tendi a importi in continuazione. Non ammetti quasi mai di avere torto. Usi il sarcasmo e le battute per svalutare gli altri.
Sei critico. Ogni occasione è buona per mettere in difficoltà i colleghi.
Non stai scambiando arroganza e prepotenza per grinta e carattere?
Spesso se siamo aggressivi, prepotenti o arroganti è in genere un tentativo (peraltro vano) di nascondere un profondo complesso d’inferiorità.
La fiducia in sé stessi si può manifestare in molti altri modi.
Essere sicuri e avere fiducia in sé stessi è sentirsi a proprio agio nei propri panni.
La fiducia più profonda è quella che si manifesta in modo tranquillo, calmo e contenuto.
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3. Sei sempre ipercritico
- Hai standard eccezionalmente alti?
- Vuoi che anche i tuoi colleghi siano al tuo livello?
- Devi fare sempre una puntualizzazione?
- Usi il tono sarcastico o un’osservazione provocatoria?
Potresti vedere le critiche come positive,
un modo per stimolare gli altri a ottenere di più, ma non è così.
Non è “simpatico” ricevere costantemente valutazioni negative.
Così facendo logori le tue relazioni professionali.
Susciti reazioni aggressive, tensione. I colleghi cominciano a evitarti.
Rendendo inconcludente ed estenuante ogni discussione.
Dovresti trasformare la polemica (soprattutto quella gratuita).
Convogliare l’energia creativa in forme più costruttive.
4. Ricerchi costantemente attenzioni
- Hai un disperato bisogno di attenzione?
- Giochi a fare la vittima?
- Vuoi essere costantemente al centro dell’attenzione, con comportamenti eccessivi e teatrali?
Se non riesci ad essere al centro della scena, inventi storie, gesticolano in modo eccessivo, usando molto la mimica facciale, tendi a usare toni impressionistici, esageri sul tuo stato di salute,
(comunque sempre con modi provocatori e seduttivi per piacere ai colleghi).
Il tutto con il solo scopo di attirare l’attenzione.
Il tuo comportamento risulta inappropriato perché è attuato con persone (colleghi, capo, datori di lavoro) che magari non nutrono un particolare interesse per le tue vicissitudini.
Nonostante i tuoi sforzi per attirare l’attenzione degli altri, farai comunque molta fatica a raggiungere una profonda e sincera vicinanza emotiva con le persone che ti circondano.
5. Sei per tutti empatia-zero
- Non condividi alcuni sentimenti con i colleghi?
- Lo vedi come un segno di debolezza e fragilità?
Non mostrando una certa sensibilità, nascondi il tuo lato più umano.
Non rivelando le gioie e i dolori, non ti “sintonizzi” con i tuoi colleghi.
Così facendo,
non consenti una conversazione più profonda.
Comincia a condividere (non intendo particolari troppo personali) un po’ di più le tue esperienze e prospettive.
Vedrai che anche gli altri seguiranno il tuo esempio …
senza che diventi un festival del singhiozzo o una seduta terapeutica!
6. Non ti assumi mai le responsabilità
- “Non è colpa mia”
- “Ero di libero”
- “Scusa. Quale progetto?”
- “Boh! Non lo so, chiedete a Manuel …”
Te ne tiri sempre fuori.
Non eri lì, e se c’eri, eri occupato a fare altro…ne hai sempre pronta una!
Possibile che sono sempre gli altri gli incompetenti, quelli che non capiscono niente, quelli che sbagliano?
Riversare la colpa sugli altri è un atteggiamento frequente soprattutto quando ci sentiamo insicuri o abbiamo paura di fallire.
Assumersi le responsabilità è un mezzo potente per creare rispetto e fiducia nei tuoi colleghi, allo stesso tempo, incoraggi gli altri a fare lo stesso.
7. Sei un ambizioso “tritatutto”
Ogni occasione è favorevole, per metterti in buona luce, sminuire gli altri,
utilizzando bugie che feriscono in maniera mirata una determinata persona davanti al capo o ai colleghi.
Molte persone sono predisposte a mettere in cattiva luce gli altri,
per apparire migliori di quello che sono.
Le persone arriviste e calcolatrici manipolano gli altri per i propri interessi. Ignorano le problematiche degli altri. Essere manipolatori è un modo sicuro per farsi dei nemici.
Anziché svalorizzare gli altri, cerca di dimostrare sul campo il tuo valore,
porta pazienza e vedrai che la tua costanza sarà premiata.
Esiste una GRANDE differenza tra essere arroganti e “vendere” sé stessi.
Dovresti trovare un sano equilibrio tra “essere ambizioso e fare il coxxione“.
Essere egoisti non offre chance di successo. Di piacere ai colleghi.
Ti porterà solo scarse relazioni interpersonali.
Se usi le persone a tuo vantaggio, o le fai sentire insicure,
non dovresti sorprenderti di non piacere agli altri.
Se i tuoi colleghi non si sentono “sicure” con te,
eviteranno (giustamente) la tua compagnia.
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8. Parli sempre e solo di te stesso
- “So bene cosa provi. Anche a me è successo che …”
- “E io? Cosa dovrei dire? La settimana scorsa stavo … “
Hai iniziato bene, con una buona intenzione (ascoltare il tuo collega che vuole condividere con te la discussione avuta con il capo) ma adesso sei partito per la tua tangente,
stai parlando al posto dell’altro.
Hai preso spunto dalle sue parole per parlare di te e dei tuoi problemi,
delle cose che hai fatto, di quello che ti è successo,
i tuoi viaggi, i tuoi hobby, di quanto sei bravo e brillante.
Sempre e solo di te!
Niente di male, per carità, ma pensi davvero che riuscirai a impressionare, interessare e piacere ai colleghi?
Una cosa è certa, alla lunga diventi sicuramente scontato,
e spingi gli altri a evitarti.
9. Sei un lecchino
Ti rivolgi agli altri con modi umili e complimentosi,
per il tuo tornaconto.
Con i tuoi salamelecchi vuoi ingraziarti i favori di colleghi e capi per ottenere qualcosa in cambio:
un avanzamento di carriera, un permesso speciale ecc.
Non dici mai quello che pensi, perché vuoi solo compiacere e non dire qualcosa di sgradito al tuo interlocutore: “Certo, giustissimo, hai ragione, lo pensavo anch’io ecc.”
Ma davvero credi di poter manipolare gli altri con quattro complimenti e l’occhio languido?. CONTINUA …
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