Gestire un capo difficile che non ti dà spazio con il tuo team

capo difficile

Hai appena finito di spiegare una nuova procedura al tuo team,
stai cercando (anche con fatica) di trasmettere sicurezza, rispondere alle domande e motivare tutti a dare il meglio.

Ma prima che tu possa concludere, il tuo capo entra nella stanza (o si collega alla call), prende la parola e … annulla tutto ciò che hai appena detto! Generando confusione nel team. Le persone si chiedono: “Ma chi dobbiamo ascoltare?”

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Magari cambia le tue decisioni all’ultimo minuto, senza consultarti.

O peggio, comunica direttamente con il tuo team scavalcandoti, come se tu non fossi lì.
Senza coinvolgerti o informarti prima.

Ti è mai capitato?

Il rischio è che, col tempo, i tuoi collaboratori inizino a bypassarti e a rivolgersi direttamente al tuo superiore per le decisioni importanti.

E qui che perdi definitivamente autorevolezza.

Capo difficile: come hai reagito fino a adesso?

Hai lasciato correre, pensando che non fosse il momento di esporti.
Hai provato a parlarne una volta, ma in modo vago, e non è cambiato nulla.

Oppure hai cominciato a fare solo l’essenziale, sentendoti demotivato (è il primo passo di una lunga agonia professionale…).

Hai chiesto feedback a un amico fidato o al coach per capire come comportarti o se stai esagerando la situazione.

Se sei un leader, sai quanto tutto questo possa essere frustrante. E stressante.

Da un lato, devi mantenere la fiducia e la motivazione del tuo team. Dall’altro, non vuoi entrare in conflitto con il tuo superiore. Ti senti bloccato.

 


 

Come puoi gestire questa situazione senza perdere autorevolezza?

Fermati un attimo e chiediti:

  • In quali situazioni il mio capo mi ha messo in ombra?
  • Come ho reagito finora? Ho cercato di riprendere il mio spazio o mi sono fatto da parte?

Se ti trovi in questa dinamica, è normale sentirti messo da parte.
Ma c’è una domanda importante che devi farti: stai davvero cercando di affermare la tua leadership o inconsciamente l’hai già ceduta?

Prova a osservarti dall’esterno. Quando il tuo capo interviene, come reagisci? Ti irrigidisci? Eviti il confronto? Ti limiti a eseguire?

Stai prendendo posizione? Stai creando uno spazio, anche piccolo, in cui il tuo team possa crescere, essere ascoltato, contribuire?

Stai davvero esercitando la tua leadership?

Ti chiedo di riflettere.

Quando il nostro capo ci sovrasta, tendiamo a ritirarci in secondo piano, senza nemmeno accorgercene. Magari lasciamo che sia sempre lui a parlare per primo. Oppure evitiamo di prendere decisioni in autonomia per paura di essere contraddetti.

La tua autorevolezza non si costruisce solo con le parole, ma anche con la tua presenza, il tuo atteggiamento e la sicurezza con cui prendi le redini delle situazioni.

Essere leader, in questi contesti, significa anche avere il coraggio di non rimanere invisibili tra due fuochi, ma costruire la tua autorevolezza un passo alla volta.

Se vuoi un supporto personalizzato per affrontare questa sfida e consolidare la tua autorevolezza, contattami. Possiamo lavorare insieme su strategie pratiche.

 


 

Poni confini chiari

Se il tuo capo tende a invadere il tuo spazio probabilmente sente di poterlo fare.
Tuttavia, non significa dover subire in silenzio finché la tensione esplode (perché prima poi deflagrerà).

Prova a stabilire dei confini netti, senza creare conflitto.

Ad esempio, prima di una riunione, puoi proporre un breve allineamento con lui/lei:

  • “In questo meeting vorrei gestire io la comunicazione con il team per dare un senso di continuità. Se hai punti da aggiungere, preferisci farlo alla fine o vuoi che lasci spazio per un tuo intervento?”

Se interviene, puoi riprendere il controllo con:

  • “Grazie per l’intervento. Per allinearci meglio, possiamo riprendere il punto che stavamo discutendo con il team e poi confrontarci su eventuali aggiustamenti?”

Noti la differenza?
Non stai sfidando il tuo capo, stai reclamando il tuo ruolo in modo sottile e intelligente.


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Crea alleanza con il tuo capo difficile, non competizione

Forse pensi che il tuo capo voglia solo imporsi.
Prova a guardarlo da un’altra prospettiva.

Spesso i superiori intervengono per bisogno di controllo, vogliono sentirsi sicuri che tutto sia fatto bene. Se ti vede come un alleato invece che come un esecutore, sarà più propenso a lasciarti spazio.

Prova a coinvolgerlo in anticipo, senza aspettare che sia lui a prendere il comando.
Chiedi il suo punto di vista. Coinvolgilo. Riconosci il suo contributo, mostra anche che puoi essere un punto di forza per lui/lei, non una minaccia:

  • “Ho pensato di gestire così il progetto. Ti sembra un buon approccio?”

Quando il tuo capo sente che lo tieni informato e valorizzi il suo punto di vista, avrà meno bisogno di intervenire all’improvviso.

Prova a costruire un’alleanza strategica. La leadership non si conquista “contro” qualcuno, spesso si costruisce insieme, anche quando sembra difficile.

Rafforza il rapporto con il tuo team

Sii il primo punto di riferimento: invece di aspettare che il tuo capo parli, comunica le informazioni e chiarisci la direzione.

Crea un dialogo aperto: se noti che il team è confuso, chiedi apertamente il loro feedback: “Ci sono dubbi o incoerenze nelle informazioni che state ricevendo?”

Rendi visibile il tuo contributo: riprendi il tuo spazio, in modo discreto ma chiaro (es. aggiornamenti regolari, documentare progressi).

Se non cambia nulla, scegli consapevolmente: restare o andarsene?

A volte puoi metterci tutta la leadership, la diplomazia e la strategia che vuoi… e il capo continua a controllare tutto, sminuire, invadere il tuo spazio.

Si comporta da stronzo. In definitiva, lo è.

In questi casi, è importante non restare intrappolato nel tentativo di aggiustare la “stronzaggine”.

Puoi scegliere di restare: “ma a quale prezzo?” e “per quanto ancora?”

Restare ha senso se è una scelta consapevole, un tempo utile per consolidare il tuo ruolo di leadership, costruire autorevolezza anche in contesti complessi.

Oppure puoi iniziare a esplorare nuove opzioni, non come fuga, ma come atto di rispetto verso te stesso, la tua energia, e il modo in cui vuoi lavorare.

Cambiare gli altri è (quasi) impossibile. Ma puoi sempre scegliere chi vuoi essere tu di fronte a certe dinamiche — e quale contesto ti meriti davvero.

Se stai vivendo una situazione simile e senti il bisogno di fare chiarezza, confrontarti, trovare leve concrete per non perderti in mezzo, prenota una sessione conoscitiva gratuita.

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