“Tu mi vedi così ma non sono la donna forte che pensi” – parte 1

donna forte

Foto di Matteo Venturella da Pixabay

Una dichiarazione.
Una sorta di “coming out”.
Un liberarsi… un “uscire allo scoperto” …

Durante il percorso di coaching,
molte donne professioniste (anche se molto competenti, intelligenti, smart, belle, ecc.…) “dichiarano” la loro mancanza di fiducia. Non “sentirsi” una donna forte.

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Asseriscono che spesso si “trattengono” (invase dal dubbio) e non osano (per mancanza di fiducia).
Hanno paura. Di prendersi il merito.
Di proporsi.

Odiano promuoversi, dover parlare di sé stesse, perché lo vedono come “vantarsi”.
Lodarsi.
Confondono l’affermazione di sé stesse, con “l’arrampicata sociale” fatte di gomitate e colpi bassi.

Spesso le donne perdono opportunità, che non riescono a cogliere

Non sono felici.
E come potrebbero?
Si sentono bloccate, frustrate e insoddisfatte.

C’è chi si sente troppo buona, in dovere di dire sempre SI,
chi non osa chiedere la promozione come team leader, si sente troppo giovane e inesperta,
chi superata (a 42 anni?), chi non ancora pronta (lo sarà mai?),
sull’orlo di una crisi di nervi … un vulcano pronto a esplodere.

E adesso?
Non pensi sia arrivato il momento di lavorare su te stessa?
 


 

Non aspettare che qualcuno si affermi o risolva i problemi al posto tuo

Se c’è qualcosa che deve cambiare nella tua vita,
devi prendere provvedimenti.

Se non sei felice,
tu sei responsabile per le conseguenze delle tue azioni.
Solo tu.

Affermarsi vuol dire (anche) assumersi le responsabilità delle conseguenze,
qualunque cosa accada.

Affrontare le conseguenze però è molto meglio che vivere una vita a metà,
compiacente o arrendevole.

Affermare sé stessi, essere una donna forte, richiede tempo

Non pensare che lo diventerai magicamente, semplicemente leggendo quest’articolo.
Un libro. Frequentando un corso.
Oppure dopo 2 sessioni di personal coaching.

Ti serve tempo e pratica.

Avrai giorni buoni e giorni cattivi (dove ti sembrerà che le cose anziché migliorare, peggiorano).
Basta essere determinati … e i risultati arriveranno.

 
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Comincia in “piccolo”.
Con le situazioni più semplici, a basso rischio.

La ragazza che (con aria innocente) ti scavalca alla cassa del supermarket, il venditore furbetto che ti vuole intortare, l’amica che ti chiama solo quando le fa comodo.

Inizia con un “primo” NO, una precisazione su qualcosa che non ti piace. Un rifiuto gentile.
Piccoli passi verso il cambiamento.

Una volta che ti sentirai a tuo agio in queste situazioni a basso rischio,
potrai iniziare ad alzare l’asticella. Un po’ alla volta.

Non pretendere che le persone leggano nella tua mente

Non pretendere che siano gli altri a riconoscere i tuoi bisogni e desideri,
senza dover dire una parola.

La lettura del pensiero non è ancora possibile.

Se vuoi qualcosa, chiedilo.
Qualcosa ti dà fastidio? Dillo.
Se qualcuno non si comporta benechiedi spiegazioni.

Mai dare per scontato che gli altri conoscano ogni tuo bisogno o necessità.
Mai dare per scontato che gli altri intuiscano,
intendano, percepiscano.

Non dare mai nulla per scontato.

Non sentirti responsabile di come gli altri si sentono o si comportano

Se solo immaginassi quanto stress e ansia ti lasceresti alle spalle …

Evita di crogiolarti in logorante attesa per capire se qualcuno è contento della tua scelta o opinione.
Se il tuo desiderio è in linea con la volontà degli altri.

Non devi assicurarti che gli altri siano felici, anche se questo significa essere tu infelice.
Non è compito tuo controllare o preoccuparti del comportamento altrui.
Sei unicamente responsabile di come ti comporti e ti senti tu.

Essere una donna forte non vuol dire essere una stronza egoista.
Oppure non prendere in considerazione i sentimenti degli altri.

Significa solo smettere di essere così eccessivamente premurose,
non calpestare i tuoi valori per timore di turbare o offendere qualcuno.

Lascia agli altri la libertà di decidere di essere felici, sconvolti o offesi.
Questa è la loro responsabilità, non la tua.

Continua a leggere la parte 2.