Silenzio strategico: 15 volte in cui un leader deve tacere – parte 5
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13. Taci, non dare consigli o pareri (quando non richiesti)
- “Sai perché sei in questa situazione? Perché …”
- “Non dovresti fare così!”
- “Stai sprecando la tua vita …”.
Metti da parte il tuo ego. I tuoi bisogni personali come quello di parlare, di avere ragione, di fare il salvatore-di-anime, il guru. Farti valere a tutti i costi.
Farai impazzire con la tua analisi e la tua esperienza, sul modo in cui si dovrebbe fare/non fare.
Che palle!
Togliti quel sorrisino ironico dalla faccia mentre qualcuno sta parlando.
Smettila di scuotere la testa beffardamente quando qualcuno sta spiegando il suo punto di vista.
Prendi gli altri seriamente se ti aspetti che gli altri prendano sul serio te.
È importante che tu sappia distinguere quando parli per renderti utile e quando parli solo per renderti “visibile”.
Evita con cura le frasi fatte.
Presta attenzione all’impatto di alcune frasi ostentate con troppa leggerezza. Non cedere al finto entusiasmo e sorrisi di circostanza per mascherare disagio e dispiacere.
- “Capisco quanto sia difficile questo cambiamento”
- “So quanto sia faticoso, avete lavorato tanto e come deve essere deludente…”
- “Sono sicuro che andrà tutto bene”
- “So quanto sia triste per te”
Potresti sentirti dire: “No, mi spiace… non lo sai”.
Soprattutto se non sei stato mai coinvolto dalle conseguenze negative (esempio, un licenziamento).
Quando non riesci a immaginare l’effetto delle tue parole, quando rischi di sembrare insensibile, vittima, ingrato, permaloso, esagerato, inadeguato. È meglio mordersi le labbra. Stare zitti!
Tira fuori la borsa dei consigli o pareri solo quando ti sono esplicitamente richiesti.
14. Taci, quando (nonostante il grande impegno) i risultati non sono quelli auspicati
Non appena comprendi il reale potere delle parole, cominci a prestare sempre maggiore attenzione al loro peso.
Poche parole ben indirizzate possono dare speranza, dopo una sconfitta.
Alcune parole maldestre possono rovinare una vittoria, un traguardo appena raggiunto.
Se dici “Avresti potuto fare di più” dopo che la persona ha dato il massimo, si è data completamente alla causa, togli forza. Causi scoramento.
Non puoi dare energia con parole negative.
Non puoi raggiungere il massimo potenziale, se parli di debolezze.
Riserva le tue osservazioni, critiche, suggerimenti (riguardo le cause e gli errori commessi) in un secondo momento.
Prima di confrontarti, prima di avanzare le tue opinioni o suggerimenti devi capire se è il momento giusto per confrontarti, parlare o piuttosto aspettare un momento migliore.
Se la persona è già stressata e demoralizzata di suo, condividere la tua opinione in quel momento può non essere una buona idea.
Al momento, riconosci solo l’impegno e il lavoro fatto.
15. Taci, quando viene commesso un errore (saltuario)
Ogni errore sul lavoro dovrebbe essere affrontato e “studiato”,
per trovare il rimedio e non ripeterlo.
Ma se si tratta di un errore saltuario, se è successo una prima volta (e non è qualcosa di tremendo e irreparabile) non hai bisogno di tirarlo fuori.
Farai solo sentire male la persona che si sentirà attaccata e criticata,
al primo passo falso commesso.
È importante sapere quando è il momento di tacere. Lasciare che un errore saltuario passi senza troppo clamore.
Quando un collaboratore (generalmente affidabile) commette una svista occasionale, rimarcare l’errore potrebbe minare la fiducia e creare un ambiente di lavoro stressante.
LA TUA AUTOREVOLEZZA SUL LAVORO > puoi prendere spunti interessanti dal mio libro “Autorevolezza”.
È più costruttivo focalizzarsi sui successi.
Dimostrare fiducia nelle sue capacità.
La leadership efficace non consiste nel sottolineare ogni errore,
ma piuttosto nel riconoscere quando è opportuno (strategicamente) tacere.
La tua capacità di saper distinguere tra errori occasionali e problemi ricorrenti è una qualità essenziale per costruire una cultura aziendale basata sulla fiducia, il rispetto reciproco.
Un ambiente di lavoro positivo e produttivo.
In conclusione
In un mondo dove la comunicazione è spesso vista come sinonimo di parlare,
il silenzio strategico emerge come una potente abilità di leadership.
Tacere nei momenti giusti non solo favorisce l’ascolto attivo e il rispetto reciproco,
ti permetterà anche di prendere decisioni più ponderate e valorizzare le opinioni del tuo team.
Se saprai tacere in alcuni momenti cruciali dimostrerai saggezza, empatia e umiltà.
I tuoi collaboratori si sentono veramente ascoltati e apprezzati.
Questo approccio non solo migliorerà la qualità delle tue interazioni, ma contribuirà anche a costruire relazioni di fiducia. Un clima di lavoro più armonioso e produttivo.
La prossima volta che ti trovi di fronte a una decisione, una critica o una conversazione difficile, ricorda che a volte, il potere di un grande leader risiede nel tacere.
In conclusione, il silenzio del leader, non è mancanza di comunicazione, ma una forma di trasmissione raffinata e intenzionale che può portare più valore alla tua leadership.
Diventerai un leader ancora più attento, rispettoso e influente.