Gestire un team giovane: 10 spunti per la tua leadership
Foto di Yan Krukau
Come ogni generazione che si affaccia alla ribalta, i giovani d’oggi sono tanto criticati e bistrattati quanto fraintesi.
Molti sono egocentrici, irriverenti, insolenti, sfacciati, comunicano tantissimo,
troppo e male.
Ma sono anche creativi, intelligenti, Smart, tolleranti, entusiasti, “attaccati” ai valori della famiglia, della comunità e dell’ambiente.
I collaboratori giovani non sono sempre quello che sembrano.
Ecco diversi spunti che dovresti prendere in considerazione, quando un collaboratore giovane o giovanissimo si “affaccia” nella tua azienda o nel tuo team:
1. Gestire un team giovane? Dai spazio al multitasking e alla flessibilità
I giovani possono praticare il multitasking meglio di qualsiasi altri.
Infatti, per me (che sono multitasking-zero) rimarrà un mistero come possano lavorare, scrivere un messaggio, risponderti e divertirsi … allo stesso tempo!
I giovani si aspettano che la loro azienda/capo li offra flessibilità lavorativa in termini di orario e di sede. Lavorare da casa alcuni giorni.
Entrare/uscire dall’ufficio a orari diversi (quando è il caso).
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2. Lascia libera espressione
Nel Mercato di oggi si parla tanto di differenziazione, personalizzazione, distinzione … bene!
Eccoci accontentati.
Quella attuale, è una generazione che celebra (almeno negli intenti) l’auto-espressione e la diversità.
I giovani di oggi vogliono distinguersi.
Pretendono che la loro individualità emerga, anche quando gli è richiesto un apporto costante di servizio e di performance.
Ci sono stereotipi negativi sui dipendenti più giovani che possono indurti a essere scettico.
Vai oltre le creste, felpe e tatuaggi, scava un po’ più in profondità. Cerca il valore aggiunto che i collaboratori più giovani ti possono dare.
3. Definisci le reciproche aspettative sul modo di comunicare
I più giovani sono “nati” con uno smartphone in mano. La tecnologia gioca un ruolo significativo nella loro vita. Prendiamone atto.
Pertanto, diventa fondamentale stabilire adeguati canali di comunicazione durante le ore lavorative.
Sono convinto che stabilire in anticipo linee guida per la comunicazione (quando è necessaria la comunicazione faccia a faccia, quando i messaggi e la posta elettronica) aiuti a prevenire problemi di comunicazione in futuro.
Se non causa un problema di sicurezza, lasciamoli usare i loro smartphone (almeno durante le pause di lavoro) … saranno sicuramente più produttivi, se non limitiamo la loro forma naturale di comunicazione.
Inoltre, anziché ostacolare l’uso dei cellulari, forse è più interessante appassionare i collaboratori più giovani facendoli diventare social-ambasciatori della tua attività o coinvolgendo i tuoi clienti (utilizzando Twitter, Instagram, Facebook, ecc.).
Nessuno sa utilizzare i social meglio di loro.
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4. Dai feedback costruttivi (frequenti)
I giovani d’oggi, più di qualsiasi altra generazione precedente, hanno bisogno di feedback sia qualitativi che quantitativi inerenti alle loro prestazioni.
Hanno bisogno di sapere se-stanno-facendo-bene.
Troppo spesso, tutto quello che ricevono, sono rimproveri generici, critiche non costruttive e richiami per compiti mal eseguiti.
I giovani d’oggi sono sempre connessi.
Sono abituati a poter accedere a una grande quantità di informazioni a un ritmo sbalorditivo. La gratificazione o il riconoscimento deve essere “immediato” e frequente.
Piuttosto che fare affidamento su sporadiche revisioni delle prestazioni,
cerca di fornire un feedback coerente e frequente durante tutto l’anno.
Un feedback regolare è vitale per la crescita l’apprendimento e lo sviluppo di un team giovane. Trasmetti il concetto che le grandi idee possono venire da tutti.
5. Evita slogan, prediche e mortificazioni
Se vuoi gestire un team giovane, meglio evitare tutte quelle esortazioni al lavoro, il classico consiglio “dello – zio” o slogan motivazionali presi in prestito dalla Rete.
Gli slogan non sono inutili ma in questo contesto possono essere quasi controproducenti.
Anche lo stile mortificatore è quello in assoluto meno indicato per scuotere e motivare un giovane. Può avere (forse) un effetto nell’immediato ma perde velocemente la sua efficacia.
Non sorprenderti se poi di colpo … sparisce, e non lo vedi più.
Anche le prediche non sono solo controindicate perché contribuiscono a colpevolizzare una persona ma sono anche perfettamente inutili.
Non giudicare e non confrontare i giovani di oggi a quando avevi tu 20 anni.
Evita l’atteggiamento del “Io avrei fatto …”, “Io avrei detto…”, “Quando ero giovane io…”, “Voi giovani di oggi …”. Che palle!
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6. Coltiva un clima positivo
Per i giovani il posto di lavoro deve essere (anche) divertente e positivo.
Vogliono fare amicizia con gli altri colleghi, andare a pranzo insieme, ridere e scherzare durante le ore di lavoro ed essere coinvolti negli eventi aziendali.
I giovani dipendenti, anche se lavorano tanto, generalmente non sono maniaci del lavoro. Riempiono la loro vita con molte altre attività (sport, gruppi sociali, le classi, gli amici). Casa, la famiglia e gli amici sono spesso le prime priorità.
È facile immaginare che possano essere facilmente annoiati da compiti banali e di routine. Un ambiente di lavoro monotono, grave e pesante non tratterrà i giovani collaboratori per molto tempo.
7. Riconosci e premia le buone prestazioni
Indipendentemente dall’età, a tutti piace ricevere un apprezzamento per un lavoro fatto bene. I giovani, in particolare, cercano l’approvazione attraverso il riconoscimento e la ricompensa.
Il riconoscimento è la chiave per aumentare la soddisfazione e il coinvolgimento. Aiuta a rafforzare la fidelizzazione dei dipendenti più giovani verso l’azienda.
È fondamentale che possano ricevere risorse, innovazione, formazione, guida e supporto.
In caso contrario molti giovani lasceranno l’azienda perché sentono di non poter utilizzare nuove tecnologie e risorse per la loro formazione e il loro sviluppo.
8. Il rispetto deve essere “guadagnato”
È un falso mito che i giovani d’oggi non rispettano l’autorità.
Non rispettano l’autorità “in quanto tale”.
La stima del team deve essere guadagnata “sul campo”.
Il capo, manager o titolare deve essere meritevole di rispetto e lealtà. Se li stimi come persone, rispetti i loro interessi, in cambio ti stimeranno e ti apprezzeranno. Infatti, la fedeltà dei più giovani, una volta guadagnata, è di lunga durata.
L’insoddisfazione per il capo o il superiore è il motivo principale d’abbandono dell’azienda o del lavoro.
9. Evita di essere troppo friendly
Vuoi dimostrare di non essere il “solito” capo direttivo e serioso, vuoi essere alla mano, un superiore cui piace condividere informazioni, compreso i commenti e le foto su Fb?
Niente di male ma attenzione che questo è un terreno scivoloso. Leggi il post.
Infatti, un po’ alla volta, si costruisce così un rapporto d’amicizia, in cui è facile mescolare la confidenza con
la parità di ruolo e confondere un rapporto professionale con una vera e propria amicizia.
10. Più che un capo devi essere una guida
I giovani desiderano imparare. Vogliono un’esperienza costruttiva.
Per questo ambiscono a un capo o un superiore che sia vicino,
attento e consapevole.
Un team leader che vada oltre il tradizionale ruolo manageriale.
Una guida. Un mentore. Non è più sufficiente assumere le persone e mostrare cosa-devono-fare. Devi “conquistare” la loro stima.
Il capo (per i più giovani) deve essere una figura di forte di riferimento. “Uno” su cui poter contare e fidarsi. Devono sentirsi bene, “sentire il potere” ma anche sapere di essere ascoltati.
Devi essere autorevole ma non autoritario.
Una persona di polso, con il pugno avvolto in un guanto di velluto.
Gestire un team giovane? Investi tempo ed energia
I più giovani possono porre molte domande e sfidare lo status quo, ma è importante trattarli come individui degni di rispetto, a prescindere dalla loro età.
Anche se pensi che piercing e tatuaggi non siano professionali, ricorda che se vuoi gestire un team giovane, devi consapevolizzare che portano energia ed entusiasmo ma ti richiedono un grande investimento di tempo, attenzione ed energia.
In bocca al lupo!
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