Riprendere il lavoro dopo un periodo di inattività: come prepararsi davvero

riprendere il lavoro

Hai appena vissuto un periodo di pausa professionale? Stai per rientrare nel Mondo del lavoro ma non ti senti pronto? Provi tensione e ansia?

Come Alessia che dopo dieci anni in azienda — una carriera brillante nel settore bancario di Lugano — si era ritrovata disoccupata, complice una ristrutturazione improvvisa.

“All’inizio l’ho presa come una pausa.
Mi sono goduta il tempo libero, ho sistemato casa, poi però … il tempo passava senza che io lo stessi davvero usando per costruire qualcosa.”

Dopo un anno circa di stop, Alessia ha ritrovato un nuovo contratto, una nuova azienda, un ruolo simile a quello che ricopriva prima.

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Tutto bene, allora? Uhm!

Poco prima di iniziare il nuovo lavoro, Alessia racconta che è emersa una sensazione difficile da spiegare. “Ho desiderato tanto questo rientro, ma ora che ci sono quasi dentro mi sento spaesata. Come se il tempo si fosse fermato solo per me… ma non per il resto del mondo.”

Alessia ha ritrovato il lavoro. Ma non ancora il senso di sé nel lavoro. Inoltre, sente ansia e pressione. Da qui l’idea di un percorso di coaching.

A volte, una pausa prolungata, come quella vissuta da Alessia —causata da una ristrutturazione, un licenziamento, una scelta personale o una necessità familiare — lascia un segno profondo.

È un momento di passaggio, spesso sottovalutato

Ci si aspetta che tutto torni alla normalità. Ma non sempre succede così. Sembra che tutto si sia evoluto. E le persone parlino una lingua diversa.

Alessia si ritrova inadeguata. Anche quando ha cominciato il nuovo lavoro: “Ho la sensazione di dover dimostrare tutto da capo. Come se fossi in prova ogni giorno. Anche se nessuno mi mette pressione apertamente, io me la sento addosso.”

In questi casi, non è il ruolo a essere sbagliato. È la transizione a non essere stata ancora elaborata.

Una sessione di coaching potrebbe aiutarti a rimettere insieme i pezzi, ridefinire il tuo messaggio e progettare una strategia efficace per riprendere il lavoro.

Riprendere il lavoro: cosa è cambiato rispetto a un anno fa?

Potresti non essere più la persona che eri prima.

Magari hai maturato nuovi valori, diverse priorità o un diverso approccio al lavoro. Questo può generare attrito, quando cerchi di adattarti in un contesto nuovo.

Ma se ti fermi ad ascoltarti, puoi iniziare a portare nel lavoro chi sei oggi — non chi eri, ieri.

 


 

Datti il permesso di essere “in transizione”

È normale sentirsi arrugginiti, scollegati. Fragili. Ma è anche un momento potente per ridefinire la propria presenza professionale.

Stai solo attraversando un ponte tra chi-eri e chi-stai-diventando.
Accettare questo passaggio è fondamentale.

Datti il tempo di reintegrare i ritmi, le relazioni. Sii paziente con te stesso. Ogni rientro è anche un piccolo nuovo-inizio.

Ti stai preparando a ricominciare… ma stai anche maturando una nuova identità professionale.
Non è solo una ripartenza. È un’evoluzione.

Quello che conta è cosa hai compreso (e come racconti) quel periodo di pausa

  • Cosa hai imparato (su di te) durante questo periodo?
  • Come sono cambiati i tuoi desideri e i tuoi valori professionali?
  • Che cosa non vuoi più, nel tuo prossimo lavoro?
  • Che cosa desideri invece coltivare, sviluppare, portare nel tuo nuovo ruolo?

Rientrare nel mondo del lavoro dopo una pausa può essere l’occasione per riscrivere la tua narrazione, con consapevolezza e autenticità. Ma serve preparazione.

Serve intenzione.
E anche gentilezza verso sé stessi.


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Allenati a raccontarti con una “nuova” voce

Non è solo una questione di competenze tecniche. Preparati a rispondere (con assertività) alle domande che potrebbero farti i nuovi colleghi chiave:

  • “Perché hai lasciato il tuo ultimo lavoro?”
  • “Cosa hai fatto nell’ultimo anno?”

Non servono risposte perfette. Servono risposte vere. Preparate.
Non negare l’interruzione: spiegala, contestualizzala, ma soprattutto valorizzala.

Hai fatto corsi? Letto, riflettuto? Hai sostenuto familiari, ti sei riorganizzato, hai imparato a gestire la resilienza? Tutto questo fa parte della tua crescita professionale.

Riparti dalla tua storia (ma riscrivila in chiave evolutiva).

Parlane con un coach o un collega fidato. Ti aiuta a normalizzare ciò che senti. E spesso scopri che non sei solo.

Riprendere il lavoro: non devi solo dimostrare ma contribuire

Spesso, se rientri dopo una pausa avrai l’impulso inconscio di dimostrare quanto vali. E che meriti quel ruolo.

Ma questo ti mette subito in uno stato di ansia e confronto.

Prova invece a spostare il focus: non su quanto vali, ma su cosa puoi portare. Come puoi contribuire oggi? In modo concreto, reale?

 


 

Attenzione alle parole che “usi” con te stesso

Le parole sono potenti.

Le parole che usi per descriverti influenzano la tua realtà. Se ti dici “sono rimasto indietro” o “sono fuori allenamento” … reagirai con timore e ansia.

Se ti dici “mi sto aggiornando”, agirai con curiosità. Il tuo modo di raccontarti, a te stesso e agli altri, è la prima leva per ritrovare sicurezza.

Fai pace con il giudizio degli altri (ma soprattutto il tuo)

Il periodo di inattività porta spesso con sé vergogna, senso di fallimento, frustrazione.

Le carriere non sono più lineari. Le pause fanno parte del percorso. Più accetti lo accetti, più trasmetti sicurezza a chi ti ascolta.

Stai per riprendere il lavoro … continuando a crescere, con nuove consapevolezze.

Stai solo attraversando un passaggio delicato. E lo stai facendo con coraggio.

Buona fortuna per il tuo nuovo lavoro!