10 domande toste toste per capire quanto sei tagliato per comandare – 1
Così, hai deciso di lanciarti.
Vuoi proporti per una posizione di responsabilità.
Di leadership.
Di team leadership (2 o 20 collaboratori, poco importa)
Vuoi alzare il tuo livello di una tacca.
Desideri più soldi, più prestigio,
(e che dire del mal di testa?).
“Dire a qualcuno di fare qualcosa non significa essere un leader.”
Wolf J. Rinke
Sei determinato e vuoi arrivare dove desideri.
Bene!
La determinazione è indispensabile.
Come lo sono allo stesso modo impegno e applicazione.
Spesso, sai, non importa quanto si desidera qualcosa,
semplicemente non si è pronti.
O non si è tagliati.
Almeno non ancora.
Questo è ancora più vero per quanto riguarda la leadership.
Vuoi comandare? Ecco 10 domande che devi porti con onestà
Molti desiderano essere leader,
per il titolo, lo stipendio e il prestigio,
ma pochi considerano le conseguenze di questa scelta o sono pronti per questo grande passo.
Non tutti sono tagliati per essere capi.
Per essere leader.
Per comandare.
Ecco 10 domande per aiutarti a considerare se la leadership sia parte di te.
Le risposte che darai ti aiuteranno a capire se sei realmente tagliato per comandare ed essere un capo:
1. Conosci te stesso?
I grandi leader sono alla continua ricerca della più profonda conoscenza di sé,
perché sanno che la conoscenza di sé è la base della forza interiore.
Al fine di condurre gli altri in modo efficace,
è necessario sapere chi sei … sotto la superficie.
Senza scomodare la filosofia, chiediti con onestà:
Sono consapevole dei miei punti di forza e di debolezza?
Conosco lo scopo, i valori e la visione?
So gestire i miei comportamenti?
Le mie reazioni? E quelle degli altri?
So gestire le frustrazioni? Le sconfitte?
E i successi?
Sono pronto a gestire le persone?
Sono pronto a comandare?
2. Sai gestire l’incertezza?
Ti viene l’ansia nel decidere senza conoscere prima il quadro completo?
Hai bisogno di conoscere ogni dettaglio e ogni possibile scenario prima di arrivare a una conclusione?
Ottenere risultati precisi e immediati di causa-effetto è auspicabile,
ma spesso non funziona così,
anche quando ti sei preparato e hai fatto tutto in modo perfetto.
I manager devono prendere decisioni che a volte richiedono settimane,
mesi o addirittura anni prima di sapere se siano state efficaci o meno.
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Quanto più sarai in grado di gestire l’incertezza,
di stare in sospeso a metà fra le situazioni definite e quelle in progress,
tanto più aumenterai la tua resistenza allo stress e alla pressione.
In questi tempi incerti e complessi, devi agire (anche se) le informazioni sono insufficienti.
Devi aumentare la capacità di gestire i tuoi stati mentali ed emotivi;
sviluppare l’intuito,
imparare a prendere decisioni o trovare soluzioni nel modo più efficace e rapido anche in assenza (o con poche) informazioni.
3. Punti tutto sulla prestazione e sui numeri?
Un tratto fondamentale dei grandi leader è quello di…
dare molto valore alle persone che li circondano.
Non puntare tutto su risultati e prestazioni.
Ci sono anche (e soprattutto) le persone?
Non ricordarti dei tuoi collaboratori solo quando ci sono problemi,
quando devi valutare o criticare.
I grandi leader si preoccupano della “loro gente”.
Sanno che sono la chiave del loro successo.
4. Il conflitto e le conversazioni difficili ti creano agitazione?
Sei in partenza per una posizione più prestigiosa?
Bene!
Non dimenticarti di portare compresse per il mal di testa
e pillole per il reflusso acido.
Il tuo compito sarà di gestire le persone,
dovrai confrontarti con persone che litigano, si pugnalano alle spalle, si lamentano,
chiedono e richiedono, pretendono,
avrai scambi di vedute con un collaboratore perché ha un cattivo odore del corpo e con quello che se non migliora la sua performance corre il pericolo di essere licenziato.
… e iniziano i guai.
Se hai problemi a confrontarti con i tuoi collaboratori su questi temi,
qualcun altro (sopra di te) non avrà alcun problema a confrontarsi con te.
5. Come sei messo con i giudizi degli altri?
La leadership non è un concorso di popolarità.
Più sali e più devi vivere sotto la spietata luce dei riflettori.
Riconoscimenti e approvazioni ma anche antipatia e invidia.
Anche al tuo (piccolo o grande, poco importa) livello.
Non devi essere un VIP, uno sportivo famoso o un grande imprenditore per risvegliare le gelosie e le avversioni delle persone (anche – o soprattutto – di quelle che ti circondano).
Sorpreso?
Non dovresti.
Non c’è niente di nuovo,
è vecchio quanto il mondo.