14 mantra da recitare per trovare fede e forza nella tua leadership – 2

leader

Leggi anche la parte 1.

7. Sii sincero e diretto

Se non sei diretto,
se non dai feedback onesti,
i tuoi collaboratori non sapranno mai cosa veramente pensi della qualità del loro lavoro.

La mancanza di una comunicazione diretta e poco incisiva crea dubbi,
incertezza e ansia.
Paura.

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È importante condividere feedback costruttivi su tutto ciò che ogni tuo collaboratore fa.
È il modo migliore per guidare il tuo team nella giusta direzione.
Le indicazioni positive sono importanti quanto quelle negative.
Trova il giusto equilibrio.

8. Rispetta – non punire – le persone che ti dicono qualcosa che non ti piace

In tempi antichi,
i messaggeri che portavano cattive notizie rischiavano di essere uccisi.

Anche se i tempi sono cambiati,
resta il fatto che ancora oggi dichiarare una verità,
esprimere la propria disapprovazione in tanti ambienti lavorativi è sinonimo di biasimo e di condanna.

Invece il “portatore di verità”,
può essere (se gestito bene) una risorsa che può dare una nuova visione, una nuova apertura, una nuova soluzione.
Tanto inaspettata quanto risolutrice.

Chi ti dice qualcosa che non ti piace,
merita tutto il tuo rispetto.

9. Conquista i leader del tuo team

Ogni team ha persone che lo influenzano (al loro interno).
Sono i leader all’interno del tuo team.

Fai del tuo meglio per “tirarli dalla tua parte”.
Devono diventare tuoi (preziosi) alleati non tuoi antagonisti.
Come puoi conquistarli?

Non essere spaventato.
Se lo sei, vuol dire che sei ancora (troppo) insicuro e devi lavorare sulla tua leadership.
Un grande leader non teme la concorrenza ed evita la competizione interna.

10. Non pensare “A me non succederà mai

“Mai” è un avverbio che dovresti togliere dal tuo vocabolario.
Eccessiva fiducia in sé. Troppa convinzione.
Poca prudenza.

 


 

Lo sai che sono caduti in tanti?
Sono caduti (anche) i migliori.
Perché non dovrebbe accadere a te?
Continua a imparare e non dare mai niente per scontato.

11. Sii gentile. Non essere debole

“È il nostro segreto:
garbo e gentilezza!”
John Milton : L’avvocato del diavolo

La gente di solito non associa la gentilezza alla forza.

Essere gentile non significa essere un avversario facile,
uno zerbino, una persona che è facile ferire, manipolare, controllare,
prendere per il naso.

Trattare gli altri con gentilezza,
significa utilizzare questa “forza” per aiutare gli altri.

Essere educato significa lavorare duramente per governare l’ego,
invece di permettere all’ego di dominare te.

La cortesia, il rispetto sono muscoli da rafforzare,
nutrire. Ci vuole lavoro, pazienza e disciplina.
È molto più facile sbraitare.
Essere arrogante.

 
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12. I tuoi collaboratori spesso ne sanno più di te

Pensi che chiedere un parere o un consiglio sia un segnale di debolezza?
Pur di non chiedere aiuto decidi di fare tutto da solo, senza consultare nessuno?

Spesso, i tuoi collaboratori ne sanno più di te.
Davvero.

Conoscono ciò che funziona e ciò che non lo fa, hanno visto (e risolto) quasi ogni possibile problema,
conoscono (per esempio) i clienti meglio di chiunque altro.

È davvero un peccato e un’ingenuità manageriale non attingere a questo “mare” di risorse e informazioni.

Non ritenerti così intelligente!

Se sei il più vecchio,
impara da quelli più giovani.
Se sei più giovane, “apriti” a quelli più anziani di te.

13. Impara ad ascoltare

Imparare ad ascoltare è il primo passo per avere una comunicazione davvero efficace.

Se non ascolti,
come puoi pretendere di farti ascoltare e di comunicare efficacemente con il tuo team?

Non dare per scontata quest’abilità per il solo fatto di sentire quello che un tuo collaboratore sta dicendo.
Ascoltare significa fare silenzio interiormente.
Ascoltare vuol dire placare il tuo chiacchiericcio interno e prestare la più totale attenzione a quello che l’altro sta dicendo.

Significa prima capire e poi offrire un consiglio o una soluzione.

Ascoltare è la capacità di entrare in empatia per capire il messaggio nel suo giusto contesto,
dimostrando sincero interesse per gli altri.

14. La persona più difficile da gestire … sei tu

Mi chiedo …
quanto sei consapevole di questo?

Hai coscienza di essere TU al centro di tutte le tue complicazioni, frustrazioni e fallimenti che incontrerai come leader?
La tua crescita professionale inizia con la consapevolezza che prima di gestire gli altri devi saper gestire te stesso.

Conosci i tuoi punti di forza e di debolezza?
Sai gestire i tuoi modi di fare? I tuoi atteggiamenti? Le frustrazioni?
Le reazioni degli altri?

Conosci quello che-funziona e che-non-funziona per te?
Non sai cosa rispondere?
Trova subito le risposte.

È qui che devi concentrare i tuoi sforzi.
… altrimenti andrai a “rimpolpare” la statistica dei fallimenti da leadership.