11 volte che non dovresti chiedere scusa al lavoro – parte 1
Foto di Khusen Rustamov da Pixabay
Quante volte ti accorgi di chiedere scusa al lavoro?
Le parole “Scusa” e “Mi dispiace” sono diventate così naturali che le usi senza sosta.
Ancora e poi ancora.
Ti scusi per qualsiasi cosa, senza pensarci due volte.
“Mi dispiace, vorrei semplicemente aggiungere qualcosa?”
“Mi scusi, vorrei parlare del punto iniziale”
“Scusa ma … non avevo ancora finito”.
Chiedere scusa al lavoro.. è diventato naturale
Sinonimo di disponibilità.
E certamente lo è.
Il punto è che spesso … ti scusi ancor prima di parlare.
Quando sei interrotto. Quando non hai colpe.
Non hai fatto niente.
Se stai chiedendo scusa per tutto, potrebbe significare una mancanza di fiducia
È un segnale di insicurezza che devi superare.
Non fraintendetemi,
non sto dicendo che non dovresti mai chiedere scusa al lavoro.
Anzi.
Scusarsi è sintomo di forza. Saggezza.
Ma ci sono alcune cose per le quali non dovresti scusarti.
Se pensi di scusarti troppo, ogni giorno.
Questo post è perfetto per te.
Ecco 11 volte in cui NON dovresti chiedere scusa al lavoro:
1. Quando scusandoti risalti un problema – una difficoltà
Iniziare scusandosi, mettendo le mani-avanti.
Prepararsi al fallimento in anticipo.
Mettere l’accento su cosa-non-funziona.
Un classico.
“Mi dispiace, ho avuto poco tempo per preparare questa presentazione.
Spero che il risultato sia comunque apprezzabile”.
Tutto ciò che hai fatto è risaltare il problema e mettere gli interlocutori in una posizione difensiva.
“Poco tempo? Beh in effetti… poca roba!”
2. Quando usi le scuse come “facile scappatoia”
Ti presenti tardi alla tua presentazione e la-metti-via con un veloce “Scusate per il ritardo”,
oppure te-la-cavi con un semplice
“Mi dispiace ma non sono riuscita a finire in tempo la presentazione. .. come avevo promesso. Scusate!”
Se utilizzi ogni volta “Scusa” e “Mi dispiace” per abdicare ogni responsabilità, trasmetti la sensazione di non essere all’altezza delle aspettative, di aver fallito.
Generi un messaggio negativo e distratto.
Spetta a te l’onere di chiarire perché non hai rispettato l’impegno.
Nel farlo, non perdere l’occasione di rendere la spiegazione più positiva possibile.
Tornando alla tua presentazione … meglio dire “Grazie per l’attesa: non vi prenderò più tempo di quanto previsto inizialmente, cominciamo subito.”
3. Quando dichiari la verità
“In tempi di menzogna universale,
dire la verità è un atto rivoluzionario.”
George Orwell
Non scusarti mai per essere sincero.
4. Quando ti stai scusando per qualcun altro
“Stai andando alla riunione vero?
Per favore … puoi dire a Michele che mi dispiace ma non riuscirò a mantenere la scadenza di oggi. Lui sa!”
Non scusarti mai per le altre persone.
Non è tua responsabilità.
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Spiega a-chi-te-lo-chiede che non sei a tuo agio nel farlo.
Chiarisci che le scuse esprimono più valore se vengono direttamente da lui/lei.
Se sei stato preso in contropiede e non sei riuscito a rifiutare il compito di messaggero, puoi dire:
“ Scusa Michele … penso che Ornella volesse dirti qualcosa”.
In ogni caso …
non fare il lavoro sporco per qualcun altro.
5. Quando hai qualcosa da dire
Se parti con un vago “Scusate, ma stavo pensando … “,
stai chiedendo -inconsciamente- alle persone intorno al tavolo di farti un favore … ascoltarti.
Sei stato assunto perché sei qualificato e capace.
Offri la tua idea o il tuo contributo con fiducia.
Se è rifiutato, va bene.
Non farne un dramma!
È importante valutare la tua capacità di contribuire,
anche se la tua idea non “vincerà” sempre.