Errori del manager: concentrarsi solo sui risultati e non sulle persone
Avere il titolo di team leader è molto invitante e stimolante.
Gestire persone è affascinante ma anche difficile.
Richiede tempo e applicazione.
Spesso le persone “sbarcano” in posizioni manageriali senza avere le giuste competenze e la dovuta preparazione.
I collaboratori impegnano. Fiaccano.
Prosciugano.
Se vuoi gestire un team (piccolo o grande, non fa differenza), se il tuo successo dipende dalle persone che gestisci, devi riuscire a dare un valore aggiunto.
Come scritto nel mio libro “Autorevolezza” , Melissa è una dipendente competente e dedita al lavoro. La sua natura coscienziosa e il suo talento per la comunicazione le permettono di portare a termine con bravura i suoi compiti di content editor, con grande apprezzamento dell’azienda milanese per cui lavora.
Melissa è anche una persona molto sensibile. Non si sente a suo agio nel parlare di fronte a un pubblico (anche se di poche persone), nel fare telefonate difficili con un cliente o con un collega.
Errori del manager?
Soffre i cambiamenti dell’ultimo minuto, e quando è spinta a oltrepassare la sua zona di comfort – senza essere pronta – è facile che diventi emotiva, agitata e turbata. In effetti, il suo nuovo team leader Domenico l’ha subito bollata come poco Smart.
Domenico, pur non volendo tiranneggiare Melissa, nel tentativo di stimolarla la pressava all’azione: “Coraggio! Fallo e basta! Se va male, la prossima volta andrà meglio!”.
Melissa ha cominciato a provare un forte disagio nel sentirsi incalzata e osservata mentre lavorava. Per di più, percepiva come una mancanza di fiducia i promemoria o i “check” che Domenico le proponeva.
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Un vortice di emozioni travolgenti che hanno compromesso in breve tempo la sua ottima performance
Quando una delle collaboratrici più corrette, apprezzate nonché produttive accusa un vistoso calo di rendimento, proprio in concomitanza dell’arrivo del nuovo manager, è quest’ultimo che deve dare le spiegazioni del caso al CEO.
Domenico, come reagisce Melissa quando le fai una domanda inaspettata o una richiesta a bruciapelo? Aspetta! Non è lenta. Le serve solo un po’ di tempo.
Non cadere nei errori del manager, non pensare che questa idea del dare il tempo non le permetta di lavorare in un ambiente più frenetico e convulso.
Sa adattarsi, anche bene.
Deve solo prendere le misure. Le esortazioni non aiutano i timidi a diventare coraggiosi. Anzi. Ci sono persone che amano guardare… prima di saltare.
Tutto qua!
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È importante lasciare ai collaboratori più sensibili il tempo per raccogliere i pensieri
In cambio, otterrai idee, soluzioni e fedeltà aziendale.
Il percorso di coaching di Domenico è iniziato con il pianificare incontri quindicinali uno-a-uno con Melissa per costruire una relazione più consapevole.
Il primo incoraggiamento che puoi dare a una persona molto emotiva è essere “presente”, fare una domanda e… ascoltare con la massima attenzione.
Grazie al clima di fiducia, il collaboratore si sentirà a suo agio e incoraggiato ad aprirsi. Spronalo a esprimere i suoi punti di forza e le aree in cui vorrebbe migliorare.
Chiedigli:
- Come posso aiutarti?
- Cosa ti serve?
- Più tempo? Più spazio?
- Il supporto di un altro collaboratore?
- Un corso specifico per una determinata competenza?
- Come può essere più facile/semplice questo lavoro/progetto?
Le persone sensibili tendono ad avere confini più forti e rigorosi.
È meglio fare un passo indietro che rischiare di perdere un collaboratore valido
Domenico doveva rispettare maggiormente i confini di Melissa, comunicando principalmente per e-mail, evitando di “piombarle in ufficio” con richieste improvvise, dandole un avvertimento anticipato (nel limite del possibile) prima delle riunioni o delle attività.
Se Melissa si fosse agitata, Domenico le avrebbe dato il tempo (accettabile) di recuperare la calma.
È importante sottolineare che questi suggerimenti non sono “coccole” che i team leader devono compiere nei riguardi di collaboratori ipersensibili con un’autostima barcollante da salvaguardare.
Ognuno ha i propri punti di forza, debolezze e bisogni
Alcune persone richiedono più attenzione rispetto ad altre.
Quando comprendi il livello di sensibilità di ogni persona, puoi ottimizzarne il potenziale, i talenti, il benessere e le prestazioni. In questo percorso di coaching, Domenico con pochi accorgimenti (potenti e mirati) è riuscito a “ricucire” in breve tempo un rapporto che rischiava strascichi pericolosi per il suo percorso professionale.
Facendo tu un “passo indietro”, fai avanzare gli altri.
Diminuendo la paura di sbagliare, favorisci la crescita delle persone.
Se ispiri fiducia farai “volare” il tuo team, e te stesso di conseguenza.
Errori del manager: “senza cuore” costruisci solo ambienti indifferenti
Spesso le persone molto sensibili sono creative, coscienziose ed empatiche. Possono essere una grande risorsa per l’organizzazione… e per il team leader che le gestisce.
In definitiva il solo orientamento all’azione,
il focus esclusivamente sui risultati e sulle prestazioni ti fa credere che solo i numeri siano importanti.
E in effetti lo sono!
E le persone?
Non cadere negli errori del manager: menzionare i tuoi collaboratori solo quando ci sono problemi, quando devi valutarli o criticarli.
Ricorda che i grandi leader si preoccupano della “loro gente”.