Leadership e collaboratori difficili: come gestire l’introverso (estremo)

il collaboratore introverso

Foto di John Diez

Gestire un collaboratore introverso estremo richiede un approccio empatico, rispettoso e strategico.

È importante creare un ambiente in cui si senta valorizzato, pur rispettando il suo bisogno di spazio. Il suo stile di lavoro.

Esempio di un collaboratore introverso (estremo)

La tua collaboratrice Karin è una persona che può apparire distante o disinteressata, anche se non lo è.

Spesso risponde con monosillabi. Raramente avvia una conversazione. Si limita ad annuire e non interviene, anche quando è invitata a condividere un’opinione.

Karin preferisce lavorare da sola. Si trova a suo agio con compiti autonomi e può mostrare disagio in attività di gruppo.

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Karin quando lavora si caratterizza per l’alta concentrazione, affidabilità su compiti tecnici o complessi, capacità di lavorare senza bisogno di supervisione costante.

È una collaboratrice molto produttiva.

Purtroppo, spesso evita il confronto diretto, anche quando ha idee o suggerimenti validi. La mancanza di comunicazione può creare malintesi, difficoltà a collaborare o a integrarsi nel team. Rischia l’isolamento.

Un collaboratore introverso può essere un grande valore aggiunto per il team se viene gestito con sensibilità e attenzione.

Valuta la situazione

Prima di passare all’azione, chiediti:

  • La sua introversione è una scelta o una difficoltà?
  • Quali sono i suoi punti di forza (analisi, creatività, indipendenza)?
  • Si isola per scelta o perché si sente escluso?
  • Sto adattando il mio stile di comunicazione alle sue esigenze?

Osserva anche il team:

  • Lo coinvolge o lo esclude?
  • Ci sono attività in cui potrebbe esprimersi meglio?
  • Ha bisogno di formazione o supporto specifico?

L’obiettivo non è cambiarlo, ma creare un ambiente in cui possa esprimersi al meglio.

 


 

Cosa fare

Non forzarlo a essere socievole e brillante

Rispetta il suo bisogno di spazio e tempo per elaborare le informazioni.
Gli introversi si aprono di più in conversazioni individuali rispetto ai contesti di gruppo.

Evita di metterlo sotto i riflettori. Avvisalo in anticipo (se possibile) se deve intervenire.

Comunicazione personalizzata

Comunica in modo diretto e preciso, preferibilmente per scritto, per dargli tempo di riflettere prima di rispondere.

Gli introversi sono più a loro agio con e-mail o chat rispetto alle discussioni di persona. Dai spazio ai suoi pensieri e incoraggialo a esprimere le sue opinioni senza interromperlo o affrettarlo.

Vuoi una sua opinione? Aspetta la fine della riunione o manda un’e-mail. Non pressare chiedendo: “Non hai detto nulla, non hai opinioni su questo?

Adatta il lavoro al suo stile

Gli introversi spesso lavorano bene su progetti che richiedono concentrazione e approfondimento.

Dai tempo. Se deve partecipare a una riunione o fare una presentazione, informalo con anticipo per dargli tempo di organizzarsi.

Gli introversi estremi si ricaricano lavorando in ambienti tranquilli. Evita di inserirlo (se possibile) in contesti rumorosi o caotici.

Coinvolgilo in modo graduale

Inseriscilo in attività di gruppo con una o due persone, piuttosto che in grandi team, per poi farlo crescere gradualmente.

Anche se è meno visibile rispetto ad altri, il suo lavoro potrebbe essere di alta qualità. Fagli sapere che apprezzi il suo impegno.

 


 

Flessibilità nelle aspettative

L’introverso è “più risultato che apparenza”. Valuta il suo lavoro sulla base delle competenze e degli obiettivi raggiunti, non sul livello di visibilità.

Evidenzia i risultati, non la sua personalità.

Favorisci l’integrazione nel team

Crea opportunità di collaborazione.
Promuovi momenti di incontro, come pause caffè o piccoli gruppi di lavoro, senza costringerlo.

Il focus deve essere sull’inclusione senza forzature.

Domande da fare nell’incontro individuale

Incontrare un collaboratore molto introverso richiede tatto e un approccio che favorisca un ambiente sicuro e non minaccioso.

Ecco alcune domande utili per incoraggiare il dialogo senza mettere pressione:

  • Come ti senti nel tuo ruolo attuale?
  • Ci sono aspetti del lavoro che ti entusiasmano di più?
  • C’è qualcosa che posso fare per supportarti meglio?
  • Come preferisci ricevere feedback?

Non aspettarti risposte immediate: dai tempo per riflettere.

Cosa non fare con il collaboratore introverso

  • Forzarlo a socializzare o a parlare davanti a un gruppo senza preavviso.
  • Farlo sentire inadeguato: evita frasi tipo “Sei troppo silenzioso” o “Dovresti parlare di più
  • Adottare una comunicazione invadente: domande dirette, richieste improvvise o un approccio troppo “entusiasta”.
  • Confondere l’introversione con disinteresse: supporre che la sua riservatezza indichi mancanza di impegno o opinioni.
  • Supporre che non abbia opinioni: solo perché parla poco “Non lo disturbo, tanto non gli piace parlare.” Può sentirsi ignorato, isolato o poco importante per il team.

Se vuoi evitare gli errori più comuni nella gestione delle persone, leggi questo approfondimento


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Errore TOP da evitare con il collaboratore introverso

Il principale errore da evitare con un collaboratore estremamente introverso è metterlo sotto pressione o forzarlo a rispondere o partecipare.

Questo può generare disagio, chiusura e un calo di fiducia. Coinvolgilo rispettando i suoi tempi e modi, valorizzando il suo contributo unico al team.

NOTA BENE
Come ho scritto nel mio libro “Autorevolezza” -ora nella NUOVA edizione 2025- questi suggerimenti non sono “coccole”, ma strumenti per comprendere e valorizzare ogni collaboratore in base alla sua unicità.

Ognuno ha i propri punti di forza, debolezze e bisogni; alcune persone richiedono più attenzione rispetto ad altre. Quando comprendi il livello di sensibilità di ogni persona, puoi ottimizzarne il potenziale, i talenti, il benessere e le prestazioni.

Con piccoli accorgimenti mirati, anche l’introverso estremo può diventare una risorsa straordinaria per l’organizzazione. Scopri il coaching per la team leadership.