BUONE FESTE A TUTTI
I servizi di coaching sono sospesi dal 23 dicembre al 3 gennaio 2021.
Tanti auguri di BUONE FESTE.
Michele
Nei primi giorni di lavoro,
ogni nostro atteggiamento che può essere considerato potenzialmente positivo,
se portato all’estremo, può trasformarsi in negativo.
Gli stessi tratti che rendono una persona forte, quando sono esasperati,
possono portare al fallimento.
Infatti, c’è una linea molto sottile tra successo e tracollo.
La fiducia in sé stessi spinta all’estremo diventa EGO. Arroganza.
La determinazione esasperata diventa testardaggine. Cocciutaggine.
La precisione esagerata diventa perfezionismo irritante.
Ecco 6 atteggiamenti che, se esasperati, possono darti seri problemi i primi giorni di lavoro:
Partire “a razzo”:
Spesso voler dimostrare di meritare il nuovo lavoro ti potrebbe far cadere nella trappola di voler impressionare (a tutti costi) capi e colleghi.
Mostrarsi proattivo è una bella cosa (soprattutto i primi giorni di lavoro),
arrivare prima in ufficio e andarsene per ultimo, ma bisogna prestare attenzione a non cedere alla troppa dedizione.
Lavorare troppo esaurirà rapidamente le tue energie.
Se poi, inizi ad arrivare più tardi dopo essere stato iper-presente all’inizio della prima settimana,
i colleghi penseranno subito “Eccolo qua … si sta già rilassando”.
Non mostrare le capacità:
D’altro canto, non puoi aver paura di mostrare tutte le tue abilità.
Nei primi giorni di lavoro, è giusto fare conoscere le tue capacità.
Evita di farti vedere esitante e mal disposto anche se potrebbe essere un tuo tratto caratteriale,
essere discreto e riservato.
Nei primi giorni di lavoro stai “plasmando” la tua immagine professionale.
Pranzare da solo:
Uno dei più grandi errori che potresti fare i primi giorni di lavoro è quello di pranzare volontariamente da solo. Rischi di mostrare poca disponibilità verso i colleghi.
Prendi subito l’iniziativa di socializzare con i nuovi colleghi.
È un ottimo modo per conoscere informalmente le persone della tua azienda.
Capire meglio l’ambiente.
Essere troppo invadente nella pausa pranzo:
I primi giorni del nuovo lavoro può capitare di mangiare da soli.
Non c’è confidenza, familiarità, ognuno resta sulle sue.
Ci sta.
Non aspettare che siano gli altri a estendere l’invito.
Fai un respiro profondo,
mettiti in gioco chiedi di sederti con un gruppo di nuovi colleghi durante il pranzo.
Fare il primo passo ti farà apparire una persona – oltre che sicura – anche amichevole e disponibile.
Non essere indiscreto.
È giusto cercare di fare amicizia, ma senza esagerare e peccare d’invadenza.
Evita di presentarti al tavolo e sederti con loro senza prima chiedere se puoi unirti a loro.
Assicurati che siano disponibili prima di disturbarli.
Parlare troppo di sé stessi:
È giusto cercare il dialogo e fare amicizia,
ma non bisogna raccontare subito tutti i dettagli della tua vita privata.
More: scopri il percorso di coaching ideale per potenziare la tua autostima sul lavoro.
Non cogliere ogni occasione per agganciarti al discorso e iniziare a parlare di te, delle cose che hai fatto, di quello che ti successo e allora …
… avanti con viaggi, sport che hai praticato, hobby o conoscenze importanti,
solo per apparire più interessante o attraente agli occhi di colleghi o collaboratori.
Riuscirai a impressionare gli altri?
Sembrare più interessante o intrigante?
Non parlare di sé stessi:
I colleghi non ti conoscono e potrebbero farsi un’idea sbagliata.
Raccontare qualcosa di personale i primi giorni di lavoro è basilare per innescare nuove relazioni e farsi conoscere.
Non parlare mai di sé stessi potrebbe essere recepito dai tuoi nuovi colleghi intrigante i primi giorni di lavoro, spocchioso e arrogante dopo un certo lasso di tempo.
Essere troppo elegante:
Non bisogna vestirsi come al colloquio di lavoro.
Ormai sei stato già assunto.
Essere troppo informale/fuori contesto:
Basta conformarsi allo stile aziendale.
Non indossare maglietta e jeans se i tuoi colleghi sono in pantalone e giacca (anche senza la cravatta)
Vestiti come ti piace, ma cerca di adattarti alla cultura aziendale della tua nuova organizzazione.
Sono certo che sul lavoro vuoi essere notato per la tua intelligenza, le tue capacità e il tuo talento,
non certo per il vestito di una taglia più grande, i calzini bianchi, la cravatta che arriva sotto la cintura,
le scarpe consumate o la scarsa igiene personale.
Parlare troppo del tuo vecchio lavoro:
Una trappola in cui cadono molti nuovi dipendenti è quella di parlare sempre/troppo dei loro vecchi lavori di lavoro.
Proprio come in una relazione sentimentale,
è meglio non parlare troppo delle tue passate relazioni.
Lascia stare nomi, dati, clienti, gossip, scandali, dicerie, ecc.
Ti danno un’area poco professionale.
Non parlare affatto del vecchio lavoro:
D’altro canto, non puoi neanche nascondere o evitare sistematicamente qualsiasi riferimento del vecchio datore di lavoro.
Sembra che tu voglia nascondere qualcosa. Susciti sospetti.
Sii autentico. Vero nel tuo approccio.
Coinvolgi le persone con la tua onestà e trasparenza. A nessuno piace avere accanto un collega che compiace, finge, indossa una maschera solo per piacere.
Credersi non adeguato:
Ci sono così tante competenze da mettere sul tavolo,
ogni nuovo incarico sembra un compito impossibile,
ogni incontro con il capo o il titolare può essere quello in cui si viene a scoprire che non sei all’altezza.
Responsabilità scoraggianti. Disagio nel ruolo.
Poche idee.
Non sapere cosa fare… o a chi chiedere.
Chiedere aiuto per quasi ogni compito assegnato.
Sentirsi inadeguato nel lavoro.
Sentirsi di non essere qualificato, dubiti di te stesso e cominci a “martellare” costantemente la tua fiducia.
I primi giorni di lavoro potresti cadere in questo tipo di pensiero.
Credersi il so-tutto-io:
Sei bravo e capace.
Giovane e rampante. Ma certo!
Attenzione a non essere egocentrico.
Non fare impazzire gli altri con le tue analisi,
e la tua esperienza sul modo in cui si dovrebbe fare-o-non-fare una certa cosa.
Ricorda che la maggior parte dei so-tutto-io sono molto insicuri,
e con tempo vengono scansati dai colleghi in quanto arroganti e fastidioso.
Chi comincia un nuovo lavoro cerca sempre di essere impeccabile.
Se saprai resistere alla tentazione di impressionare in modo ossessivo, se riuscirai a osservare il tuo ambiente lavorativo, cercando di capire (veramente) come lavora l’azienda, mostrando il tuo genuino interesse per le persone …i risultati saranno potenti!
Meglio, almeno nelle prime settimane,
non esagerare ed evitare sbagli che possano compromettere la tua immagine professionale.
Non devi essere un supereroe.
Evita anche i giudizi affrettati, poiché ci vorrà del tempo prima di capire cosa ti piace/cosa non ti piace del nuovo lavoro.
Occorrono almeno 2-3 mesi per comprendere veramente le dinamiche della tua nuova azienda,
giudicare il lavoro sulla base di quello che accade nelle prime settimane è inutile,
di solito, finisci per ricrederti.
Se ti serve un supporto personalizzato scopri il coaching.
Foto: Ryan McGuire
Nella vita ci troviamo quotidianamente davanti a scelte di ogni tipo.
Quando si prendono delle decisioni, è facile commettere errori al lavoro.
Non è mai facile ammettere errori al lavoro,
ma è un passo fondamentale per imparare e migliorare te stesso.
L’ammissione di un errore, anche se solo in privato, rende possibile l’apprendimento spostando l’attenzione dall’assegnazione della colpa e alla comprensione.
Le persone sagge ammettono facilmente i loro errori.
Commettere errori al lavoro è naturale quando si ha il coraggio di affrontare argomenti e concetti nuovi,
l’importante è accettarli e capire che fanno parte del gioco.
Ecco le più belle frasi , secondo me, sugli errori che ho trovato sul web scritte da grandi scienziati, filosofi e personaggi che ne hanno capito il vero valore.
Che si tratti di un collega, un partner o uno sconosciuto,
spesso nello stress di una conversazione difficile o di un conflitto non ascoltiamo veramente.
Anche quando pensiamo di ascoltare, siamo spesso presi dal bisogno di avere ragione.
Dare un suggerimento.
Un susseguirsi irritante di “Fossi in te…”, “Al tuo posto …”, “Lo dico per il tuo bene …”, “Devi capire che … “.
Gioielli di buonsenso, perle di saggezza … il più delle volte, non richieste!
Mi potresti dire …
“Se ho una buona idea, perché non dovrei dirla?
Solo perché ho un suggerimento, non significa che non sto ascoltando”.
Tuttavia, ciò significa che non stiamo davvero ascoltando tutto ciò che viene detto.
Anche se non stiamo formulando una risposta durante l’ascolto, potremmo ancora pensare ad altre cose, anche se inconsciamente.
“Devo fare la spesa”
“Avrò tempo per inviare quella mail?”
“Spero di non essere in ritardo per il pagamento di quella fattura”
Anche in questi momenti, siamo distratti e non prestiamo la nostra piena attenzione a ciò che viene detto.
Non stiamo ascoltando attivamente.
L’ascolto è un’abilità chiave nella tua capacità di comunicazione.
Imparando ad ascoltare in modo più efficace puoi migliorare la qualità della tua vita professionale e personale.
Invece di dare un suggerimento, riporta la tua attenzione su ciò che l’altro sta dicendo.
Ascolta ciò che è importante, anche se pensi di saperlo già.
Se ti senti obbligato a rispondere mentre ascolti,
prova a fare domande che aiutino la persona a spiegarsi bene,
piuttosto di dire:
“Beh, devi …”
“E se solo …”
“Sembra che il problema sia …”.
Poni una domanda tipo:
“Qual è la cosa più importante per te in questo momento?”
Ascoltare e dare suggerimenti sono due azioni diverse.
Ci sono momenti in cui è importante offrire suggerimenti e consigli.
Altre volte l’unica cosa da fare è stare zitti e ascoltare.
Quando abbiamo poco tempo o ci sentiamo a disagio nella conversazione è molto allettante identificare subito il (presunto) problema o quale azione dovrebbe fare l’altra persona.
Parlare “troppo presto” può impedirci di avere una visione d’insieme che taglia-di-netto altre opzioni che potrebbero essere più efficaci.
Le persone desiderano essere ascoltate.
Spesso si è tentati di cercare soluzioni il prima possibile.
Quando diamo un suggerimento, stiamo spostando il focus della conversazione al nostro punto di vista.
More: scopri il percorso di coaching ideale per potenziare la tua comunicazione.
Se saltiamo a una soluzione troppo presto, prima di sapere veramente cosa sta succedendo o cosa è importante per le persone, sarà meno probabile che troveremo una soluzione che soddisfi le esigenze di entrambi.
La persona non si sentirà capita e ascoltata.
Offrire un suggerimento è un tentativo di trovare una soluzione.
Se non abbiamo tutte le informazioni,
rischiamo di dare suggerimenti contraddittori.
Non diventare un consulente o un consigliere.
Non iniziare a offrire consigli prima di comprendere appieno il problema o le preoccupazioni del tuo interlocutore.
Sviluppa una mentalità curiosa e aperta. Scopri cosa conta davvero.
Cerca di capire “dove sei” e dove volete andare entrambi.
Una volta che vi “muovete” su un terreno comune, idee e suggerimenti potranno essere ascoltati più facilmente e diventare utili.
La recessione si sta insinuando.
I Mercati azionari stanno toccando il punto più basso degli ultimi anni e le aziende stanno iniziando a licenziare.
Non sono in difficoltà solo le multinazionali e le grandi aziende, ma anche il ristorante, il parrucchiere, la palestra sotto casa tua … saranno tempi difficili per tutti.
In questi tempi difficili e incerti,
dove la pandemia ha aumentato l’incertezza e ci ha colti impreparati,
ci poniamo sempre più spesso domande importanti su ciò che conta davvero.
Su ciò che vale la pena di fare.
L’incertezza ci spinge a chiuderci a riccio,
a comportarci in modo conservativo in questo “periodo di mezzo”.
Trovarsi in bilico tra un passato (oramai andato) e un futuro ancora incerto può essere una condizione emotivamente poco piacevole.
Ci sentiamo smarriti, perdiamo la bussola, siamo indecisi tra “resistere” e “mollare”.
Questo tempo di (apparente) inattività è fondamentale perché permette di elaborare molte emozioni,
fare qualcosa di nuovo quando questa crisi sarà finita.
Ricostituire attenzione e motivazione,
integrare ciò che abbiamo imparato, pianificare il futuro,
mantenere l’orientamento e costruire il senso di noi stessi.
Non sdrammatizzare le preoccupazioni. Evita di minimizzare se vuoi affrontare l’incertezza.
Non negare l’evidenza con banali frasi di circostanza.
Non ignorare l’ansia che senti.
Evita di comunicare in modo troppo indiretto, con domande che inducono alla riflessione o all’analisi.
Vai dritto al sodo.
Se c’è qualcosa che devi dire, dillo, altrimenti meglio tacere!
Devi essere specifico. Diretto.
Concreto.
Oggi più che mai, la strada sarà zigzagante.
Abbraccia questo processo ed esplora il maggior numero possibile di opzioni,
piuttosto che limitarti a una sola.
Sarà un viaggio di esplorazione, ovviamente caotico.
Bisognerà sperimentare, testare e conoscere tutte le diverse possibilità.
Alcune sono concrete e ben strutturate dall’esperienza,
altre sono vaghe e confuse, ancora non sperimentate.
Alcune realistiche, altre pura fantasia.
Alcune ci attraggono, altre ci spaventano …l’importante è valutarle con apertura e buonsenso.
Il cambiamento fa parte della vita.
E un processo perpetuo.
Nei prossimi anni, aspettiamoci cambiamenti sempre più frequenti e definitivi.
Molto sarà da reinventare.
Sarà difficile reinventare se si prova un’avversione nei confronti del rischio.
Devi “accogliere” il cambiamento… essere pronto a adattarti velocemente.
Non bloccarti:
“Forse lo farò più tardi”
“Che ostacolo! Non riesco a superarlo, andrò da un’altra parte”.
More: scopri il percorso di coaching ideale per potenziare la tua leadership
Non farti prendere dal panico se vuoi affrontare l’incertezza.
Peggiora la tua capacità di concentrazione, blocca la creatività e consuma la tua energia mentale.
Non mollare.
Essere coraggiosi non significa gonfiare il petto. Mostrare il bicipite.
Sorridere forzatamente a tutto ciò che succede.
Si tratta di elaborare emotivamente le paure, per poter andare avanti.
Non lamentarti e commiserarti troppo.
Le continue recriminazioni ti tolgono energie, annebbiano la mente e ti distolgono dal fare la prossima mossa: passare all’azione (quando sarà il momento).
Parlare è facile, soprattutto sul web.
Vivere nello “spazio immateriale” può essere molto facile, spesso anche divertente.
L’azione non deve essere rumorosa per essere efficace.
La tua ambizione e il tuo talento non significano nulla senza l’azione.
Energia, eccitazione e motivazione… non hanno senso se lo slancio non si traduce in azione.
Cerca di essere disposto a scendere a compromessi sulla posizione di lavoro.
Magari lo stipendio e la mansione non ti soddisferanno completamente.
Dopotutto, devi iniziare da qualche parte.
Fai prima le cose difficili. Affronta i problemi. Poniti domande scomode.
Sudati le piccole cose. Concentrati sui fondamenti quando devi affrontare l’incertezza.
Non dirmi che cosa hai iniziato.
Dimmi cosa hai finito.
Non rimandare a domani.
Procrastinare le cose difficili le rendono ancora più difficili quando dovrai poi affrontare.
Le persone (intorno a te) notano come rispondi alle difficoltà e alle avversità.
Non aspettarti apprezzamenti, se molli subito, non appena le cose si fanno difficili.
Il modo in cui rispondi alle avversità, rivela il tuo essere interiore.
Fai qualcosa al riguardo. L’unica cosa che conta è … il tuo atteggiamento!
Se decidi di lavorare nel sociale,
aprire un agriturismo nella cascina che hai ereditato oppure se rimani senza lavoro (speriamo di no!) … quello che più conta è il tuo approccio e le tue convinzioni.
Come vedi te stesso e cosa vuoi ottenere.
La domanda che devi farti non è “COSA succede?” ma piuttosto “COME affronto quello che succede?”
Devi trovare dentro di te la forza. E andare avanti.
La perseveranza è la dote che ti permette di andare oltre la fatica e le circostanze… di affrontare l’incertezza.
La tua vita basata solo sui social aumenta la disconnessione tra mente, corpo e spirito.
Finirai per perdere i momenti più importanti.
Piuttosto che connetterti inizia a ri-connettersi con te stesso, immergendoti veramente nel presente.
Passiamo più tempo nel mondo virtuale piuttosto che nel qui-e-ora della vita reale.
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La Rete ci consente di relazionarci con altre persone senza dover affrontare le difficoltà che incontriamo nel mondo reale. Le emozioni, anche le più forti, durano qualche momento. Basta spegnere il PC e i problemi non esistono più.
Purtroppo, così facendo non sviluppiamo “muscoli” per superare le difficoltà relazionali e comunicative che incontriamo nella vita reale. Spero che i rapporti sociali, quelli veri, tornino nelle piazze, nei bar, nei circoli, nelle biblioteche anche perché sono più divertenti di uno schermo e una tastiera.
Utilizzare internet nella maniera migliore, cogliendone e sfruttandone tutte le potenzialità, come semplice supplemento a una vita sociale “normale” nella realtà.
I rapporti personali faranno la differenza, sempre e comunque.
È l’investimento più utile che puoi fare.
La salute fisica, mentale, emotiva e spirituale è fondamentale per vivere una vita significativa e … affrontare l’incertezza.
Devi diventare un partecipante attivo e scendere nella tua profondità emotiva.
È lì che troverai la forza per andare avanti.
Il tempo è la tua risorsa più preziosa.
Dai la priorità a come lo spendi!
Ti pentirai di aver perso tempo nel futuro e nel passato invece che nel presente.
Sfrutta questo momento d’incertezza per vivere una vita più appagante!
Formatore e Coach.
Propongo coaching per trasmettere più forza e autorevolezza sul lavoro. Utilizzare una comunicazione più efficace con i collaboratori, il capo, i colleghi oppure l'azienda.
Questo libro ti offre strumenti, tecniche e strategie per diventare il punto di riferimento di collaboratori e colleghi.